Dal 22 al 25 gennaio al Teatro Antigone di Roma, Fulvio Maura e Tiziano Storti portano in scena Il Sogno di Freud, un testo che già lo scorso anno ha colpito il pubblico per la sua profondità.
Siamo nella Vienna del 1938, occupata dai Nazisti. Il dottor Freud viene incalzato dai controlli tedeschi, sempre più ravvicinati e pressanti. Precisamente ci troviamo in Bergasse 19, in quello che per quasi mezzo secolo è stato lo studio del fondatore della psicanalisi. Studio che, di lì a poco, Freud sarà costretto a lasciare. È una sera di sofferenza e di attesa per lo psicanalista viennese: la figlia Anna si trova negli uffici della Gestapo per essere interrogata. Ed è in questa cornice, storica e personale, che avviene il dialogo senza tempo, tra un uomo che tenta con la sua mente di sondare gli abissi umani senza mai ricorrere al trascendente, Freud appunto, e un “misterioso visitatore” che sembra incarnare le ragioni della passione per dare un senso al mistero di cui è fatta la vita umana. La vita di Freud diventa il punto di vista da cui partire per affrontare temi universali, si parte dal particolare di una singola esperienza per arrivare all’assoluto dell’esistenza. Questo dialogo così schietto, così intellettualmente vivo metterà a dura prova le certezze di una delle menti più geniali della storia.
Il sogno di Freud: quando la Storia e le vicissitudini personali di un uomo si incrociano aprendo uno squarcio su un viaggio che appartiene a tutti, un viaggio che mette a nudo mente e cuore.