Atterra al cinema dal 5 febbraio distribuito dalla 20th Century Fox, il film ‘Birdman’ di Alejandro Gonzalez Iñárritu che, dopo aver conquistato due Golden Globe (miglior attore – Michael Keaton – e migliore sceneggiatura) prosegue il volo verso gli Oscar 2015 con 9 nomination. Vedremo se, per il secondo anno consecutivo, un messicano porterà via da Hollywood il maggior numero di statuette oppure, come è già successo alla Mostra del Cinema di Venezia, l’uomo uccello uscirà con le ali spezzate.
Il film è un lungo (falso) piano sequenza e racconta di Riggan Thomson (Michael Keaton), attore in declino che dopo un folgorante passato nei panni di un glorioso supereroe (non Batman, ma Birdman), spera di rilanciare la sua carriera dirigendo un nuovo e ambizioso spettacolo a New York per dimostrare a tutti che non è solo una ex star di Hollywood o, come sottolinea un personaggio del film, che “la fama è solo la cuginetta zoccola del prestigio”.
‘Birdman’ è una black comedy dove il protagonista dovrà affrontare tutti i fantasmi possibili; quelli dei colleghi dello star system, quelli del suo Super Io, quelli della sua famiglia disastrata e quelli della critica cinematografica.
Il film inizia con le parole fuori campo dell’alter ego di Riggan Thomson nel camerino sudicio del prestigioso St. James Theater di Broadway: ”come accidenti siamo finiti in questo posto? E’ una fogna. Eri una star del cinema, ricordi?”. Riggan viene inquadrato di spalle, mentre levita nella posizione yoga detta del Loto. Da questo momento inizia un viaggio surreale tra ciò che è vero e ciò che è solo immaginato. Una caricatura cinica e spietata del mondo degli attori e del sottobosco che gli ruota intorno: i giorni disastrosi delle prove, la prima dello spettacolo e l’attesa del responso da parte della critica e del pubblico innescano una serie di vicende umane che sconfinano nel grottesco e in alcuni casi nel visionario. “Cosa c’è di sbagliato in me?” si chiede il protagonista sul palco e fuori dal palco, in una ricerca disperata di consensi per cui sta mettendo in scena un’opera di Raymond Carver che parla d’amore: “perché la gente non si degna di amarmi?”.
Andrea Camilleri scrive nel suo libro ‘Le parole raccontate’ che “l’Attore è colui il quale, in un funerale, vorrebbe essere il morto”. Anche Riggan Thomson ha sempre bisogno di sentirsi amato e alle volte è disposto proprio a tutto per eccellere e brillare: anche morire sul serio.
Nella parabola di ‘Birdman o le imprevedibili virtù dell’ignoranza’ si trova anche una critica ai social network (fa più notizia la passeggiata in mutante di Keaton a Broadway che l’anteprima del suo spettacolo) e ai critici che giudicano gli spettacoli a priori, decretando inesorabilmente il successo o l’insuccesso di un lavoro (di qui la frase di Flaubert che viene citata: si fa critica quando non si può fare arte, allo stesso modo in cui si diventa spie quando non si può essere soldati).
Nel cast anche Zach Galifianakis (nel ruolo del coraggioso produttore della piece teatrale), Edward Norton (attore talentuoso e capace di essere se stesso solo sul palco) che spicca per un’interpretazione sopra le righe al punto da diventare il più stronzo degli egocentrici, Andrea Riseborough (la compagna di Riggan), Emma Stone (la figlia tossica e talentuosa del protagonista) e Naomi Watts (compagna di Edward Norton).
Il film del regista messicano già autore di Amores Perros, Babel e 21 grammi, è ricco di folgoranti citazioni, da Roland Barthes ad August Strindberg, da Orson Welles a Vittorio De Sica in Miracolo a Milano. Tra le più cattive, quella della critica teatrale (che ricorda la versione femminile del personaggio Anton Ego nel cartoon Disney ‘Ratatouille’): “Lei non è un attore, è solo una celebrità”.