Il Decamerone di Stefano Accorsi.

‘Decamerone – Vizi, virtù, passioni’, libero adattamento del poema di Boccaccio, realizzato da Marco Baliani con la drammaturgia di Maria Maglietta, debutta giovedì 19 febbraio al teatro Ambra Jovinelli di Roma, dopo aver riscosso un grande successo al Teatro Biondo Stabile di Palermo.

StefanoAccorsiIn scena sette novelle, un grande carro-furgone, quasi un teatro viaggiante, e un gruppo di giovani (Panfilo, Filostrato, Elissa, Pampinea, Dioneo e Fiammetta) che durante l’epidemia di peste del 1348 si rifugiano sulle colline intorno a Firenze. Serve un modo per passare le lunghe giornate e così decidono di raccontarsi a turno delle novelle: storie di amori ridicoli, erotici, furiosi; storie rozze, spietate, sentimentali, grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la vita reale là fuori si avvicina con denti affilati.

Al cominciamento dello spettacolo io sono nomato Panfilo, capocomico di una compagnia di sei elementi, e spiego perché abbiamo scelto Boccaccio – dice il protagonista Stefano Accorsi -, poi divento narratore della prima novella, mentre il resto degli attori agisce fra inganni, travestimenti, e scatenate copule. Nella seconda mi calo nelle vesti di un marito profondamente geloso, gabbato dalla sua sagacissima moglie. Nel terzo si contemplano tre fratelli siciliani, ed io faccio un garzone di bottega che ama d’amore sviscerato la di loro sorella, e la pagherà amaramente. Nella quarta vicenda riferisco d’un falso mutolo giardiniere che a forza di gesti curerà l’orto d’un convento di monache, e il monastero di trasformerà in lupanare di gioiosi accoppiamenti“.

DecameroneLa quinta tappa – continua Panfilo/Accorsi – è una novella di motti austeri e un po’ bizantini, nella quale io sono un giovin stalliere che ha incontinenze per la figlia del Duca di Salerno, e perderà il cuore. Nel sesto episodio impersono Buffalmacco che assieme al compare Bruno tira una beffa all’ingenuo Calandrino. E infine sono Ricciardo, uomo che tutto ha sperperato tranne un cavallo, pronto però a giocarsi anche il palafreno per amore“.

“Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio – spiega Baliani – perché oggi ad essere appestata è l’intera società. Ne sentiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le conventicole, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce”.

accorsiInsieme ad Accorsi sono in scena Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo. Le scene e i costumi dello spettacolo, prodotto da Nuovo Teatro in collaborazione con la Fondazione Teatro della Pergola, sono di
Carlo Sala, luci di Luca Barbati.

Baliani costruisce per Stefano Accorsi, attore impegnato tra palcoscenico, cinema e televisione, uno spettacolo in cui si dipana il mistero della vita stessa, un’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza, facendo scoprire al pubblico che “il re è nudo” e che per liberarci dalla “peste” che anche oggi ci contamina dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze.

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