Les combattants, giovani reclute d’oltralpe.

Les Combattants, di Thomas Cailley con Kévin Azais e Adèle Haenel uscirà il 10 aprile al cinema, distribuito da Nomad Film, con il titolo THE FIGHTERS – Addestramento di vita.

Il film nel 2014 ha ricevuto tre premi alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes (Label Europa Cinemas, SACD, Art Cinéma Award), il Prix Louis Delluc dell’opera prima, tre César 2015, a coronare l’esordio alla regia di Thomas Cailley. Una variante originale, intrigante ed esuberante del boy meets girl, della commedia romantica e militare, ambientata nello scenario suggestivo delle Landes, in Aquitania.

locandina_THE_FIGHTERS_ITALIATra gli amici e l’azienda di famiglia, l’estate di Arnaud si preannuncia tranquilla fino al momento in cui incontra Madeleine, tanto bella quanto fragile e appassionata di muscoli e profezie catastrofiche. Arnaud non si aspetta nulla mentre Madeleine si sta preparando al peggio e alla fine del mondo. Tra i due, nasce una storia d’amore e di sopravvivenza (o entrambe?), fuori da ogni canone prestabilito.

Il film verrà presentato al Rendez Vous – appuntamento con il nuovo cinema francese (Roma, 8-12 aprile).

Il film è il primo lungometraggio del regista Thomas Cailley, nato a Clermont Ferrand nel 1980, che nel 2010 aveva diretto il cortometraggio ‘Paris Shanghai’, presentato e premiato in vari festival internazionali.

“Sono cresciuto ad Aquitaine (Francia) – racconta il regista Thomas Cailley – e ho sempre voluto girare un film nella regione delle Lande, con le sue grandi foreste e laghi. Questa campagna apparentemente pacifica è spesso colpita da disastri naturali, come tempeste invernali e incendi estivi. Questo è stato il mio punto di partenza: l’idea di una campagna tranquilla con un lago calmo improvvisamente colpito da un tifone. Questo tipo di collisione, lo scontrarsi di due elementi contrapposti, è la visione che ho del rapporto tra Arnaud e Madeleine. Da quello ho immaginato il percorso di crescita di questi due personaggi così diversi e dalle personalità opposte, che alla fine si uniscono”.

“I protagonisti arrivano alla fine della loro avventura – continua Thoma Cailley -, e la loro esperienza di sopravvivenza non sarebbe completa senza il confrontarsi con il vuoto. Ho cercato di strutturare la storia come un viaggio, partendo dal resort sul lungomare, passando per la strana comunità dell’esercito e, infine, il ritorno alla natura. Per arrendersi l’uno all’altro, si devono annullare. All’inizio del film, la distanza tra Arnaud e Madeleine è un abisso. Loro crescono insieme, molto gradualmente, così che la progressione del film sarebbe stata distorta se avessimo filmato nell’ordine sbagliato. Ero veramente interessato a vedere come si sarebbero contaminati a vicenda, e come l’onnipresente desiderio l’uno per l’altro potesse causare loro di diventare l’altra persona”.

“Da quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura – conclude il regista -, volevo creare la storia di Arnaud e Madeleine come un viaggio dalla realtà alla fantasia. Il film inizia dal punto di vista di Arnaud, mostrando il suo ambiente e tutto quello che comprende la realtà della sua giornata. Madeleine appare dal nulla, come una meteora che precipita nel quartiere. Lei porta la finzione nella storia; velocizza il tempo e mette le cose in movimento. La nostra prospettiva cambia rapidamente dal mondo di Arnaud a quello di Madeleine, il mondo che lei sogna (l’esercito), e che si dimostra essere deludente appena lei rigetta ogni valore che quello rappresenta. In sostanza, nulla succede secondo i loro piani. L’esercito non è il soggetto del film; è più un qualcosa che sta sullo sfondo. La cosa che mi è sembrata più interessante era l’esercito come promessa di avventura, azione e la possibilità di superare i propri limiti, cose queste che attirano le giovani reclute e rivela la loro nascosta crisi esistenziale. Mi sono sottoposto a un addestramento militare mentre scrivevo il film, e questo ha ispirato direttamente scene e personaggi del film. Quello che mi ha colpito, e spesso divertito, è stata la discrepanza tra le aspettative e le fantasie da guerriero dei giovani, e la realtà dell’esercito”.

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