‘Una nuova amica’ per François Ozon.


Il regista François Ozon dopo il successo di ‘Nella casa’ e ‘Giovane e bella’, film che gli è valso la nomination alla Palma d’oro, si concentra su un melodramma dalle tinte hitchcockiane e torna al cinema con ‘una nuova amica’. UNA_NUOVA_AMICA-POSTER_ITA28x40Ozon questa volta indaga le misteriose logiche dell’attrazione giocando su inconfessabili segreti e doppie identità nascoste, con colpi di scena sempre in agguato.

Il film, che arriverà nelle sale italiane distribuito da Officine UBU il 19 marzo, vede come protagonisti il poliedrico Romain Duris (Tutti i battiti del mio cuore, L’appartamento spagnolo, Il truffacuori) accanto all’astro nascente del cinema francese Anaïs Demoustier (Il tempo dei lupi, Le nevi del Kilimangiaro).

Tratto da una novella di Ruth Rendell, “Una nuova amica” vive delle emozioni contrastanti vissute da Claire (Anaïs Demoustier). Profondamente scossa dalla morte della migliore amica, con la quale aveva instaurato un’intesa speciale, Claire si riapre alla gioia di vivere dopo una scoperta sorprendente e intrigante sul marito della defunta (Romain Duris), ma in un vortice di segreti, pulsioni inaspettate e doppie identità nascoste, la situazione comincia a sfuggirle di mano.

Nel film un neo-vedovo del tutto normale, David (Romain Duris), che comincia a travestirsi da donna dopo la morte della moglie Laura (Isild Le Besco). A seguire arrivano i turbamenti di Claire (Anais Demoustier), migliore amica della morta, verso quest’uomo dalla doppia identità che comincia a frequentare da travestito, ovvero come Virginia, subendone inesorabilmente il fascino.

“Mi piaceva l’idea della rinascita dopo la morte – spiega il regista francese -. Il film nasce da una lettura di una novella di Ruth Rendell e inizialmente volevo farne un corto. In realtà il racconto finiva con un omicidio, ma invece io ho preferito
fare una storia d’amore”.

E’ un film politico? “Non volevo fare un film politico, ma va detto – sottolinea Ozon – che mentre lo scrivevo ci sono state
in Francia le manifestazioni contro il matrimonio omosessuale e contro ogni forma di nuova famiglia. Allora mi sono reso conto che avevo fatto un film che poteva far vedere agli spettatori in modo diverso questo mondo che ho preferito così trattare come una fiaba”.

E proprio in questo senso, spiega ancora Ozon, “è vero, mi sono reso conto rapidamente che c’era anche un riferimento ad Alfred Hitchcock ed esattamente alla ‘Donna che visse due volte’, ma io volevo un finale felice con persone che si facessero del bene l’uno con l’altro. E, tra l’altro, con la cena lesbica più bella del cinema francese, meglio di quella de La vita di Adele”.

Ozon conclude: “non volevo comunque un film realistico, anche per questo l’ho girato un po’ dovunque e da nessuna parte: non si possono identificare travestitismo e omosessualità: l’80% degli uomini travestiti sono etero e hanno spesso moglie e figlie”.

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