Il 1992 è passato: chi vince e chi perde.

‘1992, la serie’ si è conclusa con l’annuncio della nuova stagione di Tangentopoli e, soprattutto, della nascita di “Fozza, Itaja”. “Sarà un grande anno, un magnifico 1993”, sancisce maliziosamente prima dei titoli di coda Leonardo Notte (Stefano Accorsi).

Giuseppe Gagliardi con la compagna e attrice di ‘1992’ Silvia Degrandi

Al momento non ci sono notizie su quella che si intitolerà ovviamente ‘1993, la serie’; la prima stesura della sceneggiatura è già sui tavoli della produzione, ma si tracciano sui mass media i primi bilanci delle 10 puntate trasmesse da Sky Atlantic firmate da Giuseppe Gagliardi, che hanno consacrato la mini serie come un prodotto di indubbia qualità, seppure in molti abbiano criticato “l’idea di Stefano Accorsi”.

A___1248‘1992, la serie’, infatti, ha riscosso molti commenti contrastanti, soprattutto sul web e sui social network, perché come ha detto Carlo Freccero “rappresenta l’inizio del presente: l’uso politico dei media, soprattutto della televisione, è nato lì”. E se su Tea Falco e la sua interpretazione di Beatrice ‘Bibi’ Mainaghi molte sono state le critiche e le ironie (ingiuste a nostro parere, come quella ormai storica di Domenico Naso su ‘Il Fatto Quotidiano’ che ha ricevuto le lamentele della madre dell’attrice), il discorso è diverso per tutti gli altri personaggi. Tra questi, in particolare, Guido Caprino, interprete del leghista ‘anarchico’ Pietro Bosco.

Guido Caprino, seppur già conosciuto in tv per essere stato Luca Manara ne ‘Il Commissario Manara’ e uno dei pazienti di Sergio Castellitto di ‘In Treatment’, ha guadagnato il favore del grande pubblico con la sua recitazione di cuore e con un forte accento lombardo (lui che come Tea falco ha natali siciliani). Caprino è nato infatti a Taormina, ma poi si è trasferito a Milano dopo gli studi. La prestanza fisica (i muscoli e i tatuaggi di Pietro Bosco sono perennemente messi in mostra in 1992) gli ha consentito nel 2005 di esordire sul grande schermo con ‘Il regista di Matrimoni’ di Marco Bellocchio.

1992_ep5_Bosco “E’ un reduce dall’Afghanistan – afferma Guido Caprino -, quindi ha un carattere epico, cavalleresco, all’inizio sembra un guerriero medievale con quel salvataggio iniziale per cui poi lo chiamano ‘Batman’. Dopo diventa più moderno perché subentra la psiche, diventa cioè consapevole, cosa che un personaggio epico non fa perché agisce per principio. Lui è così e ha sempre lottato per essere così, ma ora non è più tutto bianco o nero, e questo è il compromesso in cui si trova”.

Abituato a comparire con una folta chioma riccia e il baffo mediterraneo, Guido Caprino nei panni di Pietro Bosco ha dovuto cambiare look e presentarsi con i capelli rasati da ‘rude’ leghista.

Chi invece non ha dovuto cambiare aspetto fisico è stato Stefano Accorsi che, solo un po’ invecchiato, ha mantenuto il suo appeal e il suo stile di recitazione. Il suo personaggio in 1992 però è stato messo in ombra da un outsider imprevisto: Marcello Dell’Utri, interpretato dall’attore Fabrizio Contri, che di fatto ha riabilitato per il grande pubblico la figura controversa del politico sotto inchiesta giudiziaria proprio per i suoi rapporti con la mafia che, invece, nella serie (o almeno nella prima stagione) non si intravedono neanche di striscio. Repubblica l’ha definito “più vero di Marcello Dell’Utri nello spiegare la filosofia berlusconiana”.

Miriam Leone 1992 cUn altro personaggio che è stato molto discusso è quello di Miriam Leone che nella serie veste (poco) i panni di Veronica Castello, una showgirl decisa a diventare una celebrità. Su Twitter è stata al centro della conta degli “amplessi fronteretro”, ma Miriam Leone con questo ruolo e con quello che veniva trasmesso in contemporanea su RaiUno (‘La dama velata’) ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissata: andare oltre la conduzione di ‘Uno Mattina’ e far dimenticare ai critici che proveniva da Miss Italia. Il suo personaggio in 1992 è apparso credibile e forse tra tutti i protagonisti è quello che si è sacrificato di più per la causa.

1992 Sardo Fabbri Rampoldi Gagliardi

Sardo, Fabbri, Rampoldi e Gagliardi

E proprio sui protagonisti scelti per la serie si è acceso un ampio dibattito: secondo alcuni, infatti, “i grandi nomi di Tangentopoli sono stati lasciati ai margini” dai tre sceneggiatori – Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo (che compaiono nelle immagini delle puntate intermedie della serie negli uffici di Publitalia).

“La verità – spiega Stefano Sardo – è che sono rimasti tutti spiazzati perché abbiamo fatto il contrario di ciò che fa la televisione italiana, che rende epico ogni periodo storico santificandone i protagonisti. Noi invece abbiamo scelto di raccontare quell’anno attraverso la vita di personaggi secondari messi a confronto o spalla a spalla coi protagonisti veri di una stagione irripetibile: un uomo di Publitalia, un poliziotto malato di Hiv, un leghista della prima ora. Abbiamo puntato sulla loro energia, sulla speranza che li muoveva. Ma anche sulla loro innocenza, nel bene e nel male”.

I commenti sono chiusi.