Il cinema è tornato in Italia. E’ questo il commento a caldo che suscita la visione del film di Matteo Garrone ‘Il Racconto dei Racconti’ che sarà in concorso al prossimo festival del cinema di Cannes e uscirà il 14 maggio, in contemporanea, nelle sale cinematografiche, distribuito da 01 Distribution.
Si tratta di un kolossal internazionale tutto girato in inglese, con attori come Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones nei ruoli principali e John C. Reilly, Alba Rohrwacher, Shirley Henderson e la giovane Joe di Nynphomaniac di Lars Von Trier, Stacy Martin, nei ruoli secondari. Con loro, la sorprendente Bebe Cave, protagonista di una delle scene più potenti del film.
Ma il desiderio “che spesso è la molla che muove i personaggi” è il protagonista principale del film. Il desiderio della regina di Selvascura (Salma Hayek), che mangia il cuore pulsante di un drago marino per avere figli; della principessa Viola di Altomonte (Bebe Cave), figlia di un re (Toby Jones) ossessionato da una pulce gigante, di sposare un principe azzurro e della vecchia Dora (Hayley Carmichael) di tornare giovane e conquistare il Re di Roccaforte (Vincent Cassel).
Un film che lo stesso regista definisce “un fantasy incosciente”, costato 12 milioni, e che porta sullo schermo tre delle 50 favole gotiche scritte da Giambattista Basile tra il XVI e il XVII secolo nel ‘Lo Cunto de li Cunti’, conosciuto anche come ‘Pentamerone’.
“La scelta di un film da ‘Lo cunto de li cunti’ di Basile – ha spiegato Garrone durante la presentazione stampa a Roma – è stata una scelta masochistica, fatta in un momento in cui volevo mettermi nei guai, ma penso che sia stata anche una crescita oltre che uno sviluppo del mio percorso artistico. Nei miei film precedenti dalla realtà arrivavo a una dimensione fantastica. Qui ho provato a fare il contrario”.
“Basile è un autore che ho subito sentito come familiare – sostiene il regista -. Un genio assoluto, quando ho letto i suoi racconti i personaggi mi hanno subito colpito per la loro originalità”. ‘Lo cunto de li cunti’ è il primo libro di fiabe che si ricordi, che ha poi ispirato tantissimi scrittori tra cui i fratelli Grimm.
Dal Racconto di Basile Garrone ha scelto tre storie di donne: “mi sentivo tranquillo nel restituire la ricchezza delle immagini del libro, ho una formazione pittorica e pensavo di farcela. Più complicato era il tema degli effetti speciali: volevamo che fossero artigianali e si vedessero e nello stesso tempo credibili per essere un fantasy”. Così Garrone ha fatto costruire il drago marino, la pulce gigante e le altre creature mostruose del film e le ha messe sul set come protagonisti, evitando di digitalizzarli in post produzione. “Certo i rischi sono molti, le difficoltà tecniche che si sono presentate sono state tante. Pensavo che mi sarei divertito nel fare un fantasy ma non è stato così, spero che almeno si divertano gli spettatori. Per me che sono abituato a controllare la macchina sul set la complessità di questa produzione è stata una bella avventura”.
Nel film di Garrone c’è la favola e c’è Stanley Kubrick; c’è il ‘Casanova’ di Fellini e c’è ‘Il Trono di spade’. Ma dentro c’è molto altro, soprattutto c’è l’arte: “mentre preparavo il film – afferma il regista -, il mio studio era pieno dei disegni dei Capricci di Goya, grotteschi, macabri, ironici”. E poi ci sono i preraffaelliti, i riferimenti cinematografici a Pasolini, all’Armata Brancaleone (“Vincent Cassel mi ricordava un po’ Gassmann; l’ho voluto per questo”, dice lo stesso Garrone), al Pinocchio di Comencini, all’horror di Mario Bava, quindi quanto di più lontano possibile dai kolossal americani: “non volevo un film fantasy che imitasse gli americani, ma una storia assolutamente diversa. Per questo abbiamo chiamato gli americani a lavorare con noi”.
“Abbiamo girato tutto in Italia – aggiunge – dove sono ambientati i racconti di Basile e abbiamo dato vita alla commistione tra finzione e reale che volevamo realizzare”.
Garrone è riuscito a realizzare un film che ha voluto con forza, per il quale ha lavorato per anni insieme a produttori italiani e stranieri, con la partecipazione di Rai Cinema, di Apulia Film Commission e il sostegno di Eurimages. Per ottenere il finanziamento del film, però, è dovuto andare all’estero. “Mi dispiace dire che in Italia non ho trovato una sola banca disposta a darmi il ‘cash flow’. A chiunque mi sia rivolto – afferma Garrone – mi ha sempre rifiutato il prestito perché la mia società è giovane. Per fortuna ho trovato in Francia una finanziaria e così è stato possibile iniziare le riprese. Peccato, avrei preferito pagare gli interessi a una banca italiana piuttosto che a una finanziaria francese”.
Dopo aver vinto due Grand Prix con ‘Gomorra’ e ‘Reality’, il regista romano confessa che il suo desiderio maggiore ora non è quello di vincere la Palma d’Oro. “Il vero premio per me è quello di piacere al pubblico. Io faccio i film per la gente e, al di là dei riconoscimenti festivalieri, spero che ‘Il Racconto dei Racconti’ piaccia nelle sale”.