A teatro, 12 baci sulla bocca.

Dal 17 al 22 novembre al Teatro Lo Spazio di Roma, il collettivo NesT – Napoli Est Teatro porta in scena “12 Baci sulla bocca”, che indaga l’alchimia di un sentimento amoroso nato tra due uomini sullo sfondo della periferia napoletana degli anni Settanta. Sul palcoscenico Francesco Di Leva, Stefano Meglio, Andrea Vellotti diretti da Giuseppe Miale Di Mauro.

12_baci_ sulla bocca  foto_010  foto  Carmine LUINOLa trama è pretesto per raccontare una storia d’amore, semplice ed emozionante come ogni storia d’amore è. Poco importa che i protagonisti siano due uomini, perché Emilio e Massimo sono il simbolo di una libertà che negli anni Settanta era pura utopia, e oggiAggiungi un appuntamento per oggi è finta democrazia. “E’ tutta la vita che mi nascondo, perché io nascosto ci sto bene. Mi sento al sicuro”.

“Abbiamo pensato di ambientare questa storia negli anni Settanta, per costruire un tessuto emotivo ancora più claustrofobico, spiega il regista Giuseppe Miale di Mauro. 12 mesi che iniziano con la strage di Piazza della Loggia e terminano con la tragica morte di Pier Paolo Pasolini. Dopo il lavoro fatto con “Gomorra”, “Santos” ed “Educazione Siberiana”, abbiamo voluto mettere a frutto la nostra esperienza in una storia di pura finzione. Una vicenda che parte dalla periferia della nostra terra, dove il tempo sembra essersi fermato”.

Anni ’70 nella provincia napoletana soffocante e a volte disorientante. Il conflitto politico e sociale che divide il paese sembra lontano da queste terre, dove nasce “12 baci sulla bocca”. Il testo racconta l’incontro-scontro tra Emilio, lavapiatti dai modi e dal linguaggio diretti, e Massimo, fratello “ripulito” del proprietario di un ristorante, che sta per sposare l’unica donna avuta nella sua vita. Emilio, un giovane “ricchione” – l’unico termine usato a Napoli in quella epoca per identificare un omosessuale – riesce a scardinare l’omosessualità sopita di Massimo. I loro incontri sono violenti al limite dello scontro fisico. I due si nascondono, ma quel rapporto così controverso, rappresenta forse, l’unico momento di vero sentimento nella loro vita. Nel loro ambiente non è permessa alcuna diversità, vigono leggi sociali e di branco che non permettono nulla al di fuori di una prassi consolidata. Ma gli occhi di Antonio, fratello di Massimo, riescono a guardargli dentro e sanno molto di più di quel fratello di quanto lui pensi. In quell’ambiente i problemi si risolvono in maniera spicciola. Uno come Massimo, non può certamente essere un “ricchione” di paese.

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