Leonardo Pieraccioni torna al cinema in una commedia ‘natalizia’, dal 7 dicembre in sala con ‘Il Professore Cenerentolo’.
Il film racconta la storia di Umberto che per evitare il fallimento della sua disastrata ditta di costruzioni ha tentato insieme ad un dipendente (Massimo Ceccherini) un maldestro colpo in banca che gli ha fruttato però solo quattro anni di carcere. Ma se non altro, nella prigione di una bellissima isola italiana: Ventotene. Umberto, a fine pena, riesce a lavorare di giorno nella biblioteca del paese.
“Oggi per me è un bilancio assolutamente positivo – commenta Pieraccioni durante la conferenza stampa di presentazione del Professore Cenerentolo -. Questo film è un regalo che mi sono fatto a 50 anni perché per la prima volta ho cambiato personaggio. Mi sono ispirato a un mio amico idraulico che dopo aver fatto un grande lavoro in un hotel è fallito e quando fallisci in Italia sono guai seri”.
“Una volta – racconta Leonardo Pieraccioni – sono stato a presentare un mio film nel carcere di Prato. Dopo la presentazione c’è stato un buffet ed io parlavo con le persone non sapendo se erano invitati o carcerati. Cercavo di capire dalle conversazioni se erano di passaggio oppure “ospiti”. Ho applicato questa sensazione all’incontro tra il mio personaggio e quello della protagonista femminile (Morgana, Laura Chiatti). Nel film, infatti, lei equivoca e pensa che io lavori nel carcere e non che sia recluso”.
“Approfitto così del mio lavoro – continua il regista – nella biblioteca del carcere per ‘scappare’ dal mio percorso obbligato e raggiungere Morgana tra gli scogli dell’isola. Però a mezzanotte in punto, proprio come Cenerentolo, dovrò rientrare di corsa in carcere per evitare che il direttore del carcere (Flavio Insinna) scopra il tutto e revochi il permesso di lavoro in esterno”.
“Racconto anche – aggiunge Pieraccioni – il rapporto difficile tra un padre e la figlia e il recupero dell’amore tra i due. Quindi, per la prima volta, si parla di un amore diverso rispetto al passato. Una volta un ruolo così lo avrei fatto fare a Ceccherini o Papaleo ed oggi me lo sono invece preso io”.
E dice ancora il regista-attore toscano campione di incassi: “abbiamo girato in un carcere vero e la cosa che più mi ha colpito sono state le foto strazianti dei bambini dei carcerati appese al muro. Umberto è, insomma, un personaggio che voglio continuare a frequentare anche perché lontano dal mio solito personaggio alla prese con una storia d’amore”.
“Il mio personaggio di Morgana – dice invece la Chiatti – è quello di una donna fragile, dolce e un po’ fatina che sembra nata per risolvere la vita di Umberto; un personaggio che mi è stato cucito addosso”.
“Quando Pieraccioni mi ha invitato a casa – dice Insinna – pensavo a uno scherzo. Non si propone certo come l’uomo che ha realizzato ‘I laureati’ e ‘Il ciclone’. E’ una persona del tutto semplice con la quale ho subito legato”. Sul set con Leonardo si vive un’atmosfera di libertà e di tranquillità che nel cinema è in realtà molto più rara di quello che si dice. “E a proposito di libertà – racconta Insinna – mi piace sottolineare che nella scrittura e nella sceneggiatura di Leonardo, anche se sottotraccia, è presente proprio un messaggio che ci parla dell’importanza della libertà per tutti noi nella nostra quotidianità”.
Nel cast del film la vera figlia del regista, Martina, Davide Marotta, Sergio Friscia, Nicola Acunzo, Lorena Cesarini, Manuela Zero, Emanuela Arizi, Lucianna De Falco, Sabrina Paravicini, Nicola Nocella, Lorenzo Renzi e Guido Genovesi.