“Il posto fisso era la mia massima aspirazione. Ho fatto anche un concorso da vice ispettore di polizia e, per fortuna, mi hanno scartato”. Luca Medici, alias Checco Zalone, presenta così il quarto film “Quo Vado?”, diretto da Gennaro Nunziante, nel quale interpreta proprio un impiegato che pur di mantenere il suo lavoro statale è disposto anche ad essere trasferito al Polo nord. Un ‘Fantozzi’ del ventunesimo secolo che mette alla berlina l’Italia della prima (interminabile) repubblica.
Nel cast con lui Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Ludovica Modugno, Ninni Bruschetta, Paolo Pierobon, Azzurra Martino e Lino Banfi.
Checco Zalone, l’uomo dei record dei cinema italiano (con il suo precedente film, “Sole a catinelle”, ha incassato circa 52 milioni di euro), sbarcherà in 1300 sale cinematografiche da Capodanno 2016 e, anzi, ha organizzato 100 veglioni nei cinema per San Silvestro. “E’ bellissimo vivere da Checco Zalone – afferma Luca Medici alla presentazione stampa del film -, auguro a tutti di poter vivere così, ma naturalmente penso a quando le cose cambieranno. E’ bellissimo quando ti fermano per strada e ti fanno le foto, anche se è naturale ci sia un po’ d’ansia per i risultati di Quo Vado?, visto che l’ultima volta abbiamo venduto oltre otto milioni di biglietti. Penso sia impossibile ripetere quei numeri, gli italiani avrebbero dovuto riprodursi in tempi velocissimi”.
“Quo vado?” racconta la storia di Checco, un 37enne pugliese che vive con i suoi genitori evitando così una ‘costosa’ indipendenza. Eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio, ha un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti.
Un giorno però tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi (Sonia Bergamasco), Checco è messo di fronte a una scelta difficile: accettare una buona uscita o essere trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e pur di mantenerlo accetta il trasferimento. Per metterlo nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi ma Checco resiste eroicamente a tutto. La Sironi esausta rincara la dose e lo trasferisce al Polo Nord, in una base scientifica italiana col compito di difendere i ricercatori dall’attacco degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce Valeria (Eleonora Giovanardi), una ricercatrice che studia gli animali in via d’estinzione e s’innamora perdutamente di lei. Checco scoprirà un nuovo mondo, in tutti i sensi.
“In Italia – afferma il regista Gennaro Nunziante – negli anni sessanta per contrastare l’avanzata del comunismo si assumevano migliaia di statali. Gli impiegati pubblici hanno salvato la democrazia del nostro paese. Il nostro Paese subisce in quegli anni un capovolgimento psicologico; si passa dai concetti futuristico-fascisti di coraggio e intraprendenza, anche troppa, al senso rasserenante impiegatizio democristiano che accompagnerà tutto il corso della prima repubblica. Un profilo sociale che arriverà fino ai giorni nostri: svegliarsi dal quel torpore durato oltre 50 anni non è così facile”.
“Quo vado? parte da tutto questo. E’ il racconto di un tempo in bilico tra certezza incertezza, dove Checco, figlio di quella mentalità assistenzialista, deve provare a vivere”.
“Quo Vado? – afferma il produttore Pietro Valsecchi – è ormai il quarto film che facciamo con Checco e ogni volta lavorare con lui è una grande sorpresa e un gran divertimento. Quando ho deciso di produrre il suo primo film sapevo di rischiare molto. Ma avevo anche la consapevolezza di lavorare con un grande comico. Avevo capito che c’era qualcosa di molto speciale nel suo modo di fare ridere la gente. Certo mai mi sarei aspettato di battere tutti i record di box office con un film italiano, fino addirittura arrivare a insidiare “Avatar” di Cameron. Ma la verità è che il successo dei suoi film non mi ha completamente sorpreso. La sua è una comicità molto umana, capace di far ridere, appassionare e commuovere il grande pubblico. Le sue storie ti fanno ridere a crepapelle e commuovere allo stesso tempo. Il tutto con un grande pregio: quello di non utilizzare la volgarità come espediente comico”.
“Come produttore – continua Valsecchi – ho sempre cercato di fare dei film che trasmettessero emozioni al grande pubblico, e in questo Zalone è bravissimo. Ci mette sempre tutto se stesso e per me è una grandissima soddisfazione vedere come gli spettatori riconoscano il suo impegno e la sua onestà ripagandolo con un affetto senza precedenti. Penso che con questo film Checco sia riuscito ancora una volta a migliorare se stesso. La storia è divertentissima e unica. E’ una grande avventura che porta il pubblico dal piccolo paesino della Puglia fino all’Africa, passando per il Polo Nord e la Norvegia. Il tutto condito da delle scene che sono davvero esilaranti. In più, anche se lui non lo dirà mai perché odia prendersi sul serio, è una storia che riflette in modo simpatico ma anche molto intelligente su un aspetto di grande rilevanza per il momento storico in cui viviamo: il lavoro e il pubblico impiego”.