Tratto dal libro omonimo del pubblico ministero Luigi Alberto Cannavale e di Giacomo Gensini, ispirato a una storia vera, arriva nelle sale cinematografiche dall’11 febbraio con Europictures ‘Milionari’, diretto da Alessandro Piva, già regista di La Capa Gira.
Il film narra la camorra napoletana anni Settanta: l’ascesa e la caduta di un clan criminale attraverso il racconto di un boss, Marcello Cavani detto ‘Alendelon’ (Francesco Scianna), e della sua famiglia, divisa tra aspirazione a una vita borghese e desiderio di potere.
Nel cast del film, la moglie di Marcello Cavani Rosaria è Valentina Lodovini, Gennaro è Carmine Recano, Babba’ ha il volto di Francesco Di Leva, ‘O Piragna è Salvatore Striano e Don Carmine è interpretato da Gianfranco Gallo.
“Mi rendo conto che questo film ha un tema già visto anche in alcune serie tv come ‘Gomorra’, che però noi abbiamo anticipato temporalmente, ma l’idea di fondo è molto diversa. Ovvero che la vita criminale non può che implodere se convivono anima borghese e vita da latitante” dice il regista durante la presentazione stampa a Roma.
“Ci sono molti modi diversi per guardare questi temi – continua Alessandro Piva -, diverse angolazioni, e io ho scelto la strada meno battuta, quella di fare un gangster-drama all’americana che permette, tra l’altro, un maggiore approfondimento dei personaggi. Quello che mi affascinava molto è l’ascesa e l’implosione di un clan e soprattutto il prezzo altissimo che pagano i boss, ovvero la solitudine, la clandestinità e anche la loro voglia di poter vivere una vita più borghese. Sono andato a parlare con i Carabinieri che fanno questo tipo di operazioni contro la criminalità ed è assurdo scoprire come persone che hanno imperi finanziari enormi, si ritrovano a volte costretti a rifugiarsi in un’intercapedine di un appartamento con tanto di maschera a gas pur di sfuggire alla cattura”.
Raccontando la storia di quello che è divenuto un collaboratore di giustizia, “Milionari – conclude il regista – è un film da far vedere nelle scuole perché non corre i rischi di spettacolarizzazione della scena criminale, dell’agiografia della camorra. Tanto che faremo un convegno con il sindaco, il ministro Orlando e il magistrato che ha scritto il libro, in un luogo simbolo come Scampia”.