Remember, una storia dall’Olocausto.

Torna al cinema il prossimo 4 febbraio il regista armeno-canadese Atom Egoyan. Torna con una storia originale di sopravvissuti dall’Olocausto e lo fa seguendo quella sua propensione fuori dal mainstream. La sua oscillazione tra i riflettori di Hollywood e l’indipendenza, a questo giro lo fa protendere per la seconda. La scelta ricade così per un road-movie con protagonisti degli ultra-novantenni in cui è sempre presente lo spettro di uno dei più grandi dolori nella storia dell’umanità: l’Olocausto.

remember-poster-italianoIl protagonista Zev (il premio Oscar Christopher Plummer) è affetto da demenza senile ed è ricoverato in una clinica privata insieme a Max, con cui ha condiviso in passato l’orrore di Auschwitz. Max chiede a Zev di vendicare le proprie famiglie scovando tra gli USA e il Canada l’aguzzino che dette l’ordine di ucciderli, ormai un vecchio ultra-noventenne sperso nella provincia. Del resto il tema della “mimetizzazione” dei criminali nazisti negli Stati Uniti era stata già trattata ampliamente in “This Must Be the Place” di Paolo Sorrentino.

Zev deciderà di portare a termine una missione persa in partenza, quasi impossibile da compiere con la sua mano ormai tremolante. La sua estrema decisione darà però l’inizio ad uno straordinario viaggio.

rememberIl tema della demenza senile viene trattato dal regista con una poetica e una tensione che lo fa diventare il leitmotiv del film. Il protagonista ogni giorno dovrà ritrovare e ricercare il suo scopo, la sua missione. Il protagonista porterà sempre con se una la lettera di Max che lo salverà dallo smarrimento, ricordandogli punto per punto il suo mandato.

“Remember” segna la precisa volontà del regista di ritornare ad un cinema prettamente “artistico”. Gli elementi tipici del cinema di Egoyan, ovvero la struttura a labirinto, la verità indecifrabile e le premesse narrative smentite poi dall’epilogo, sono fortemente presenti ed esasperati. Così come avevamo visto nella sua altra pellicola “Black Comedy”.
Egoyan ci fa capire con questo film, forse in più che con altri, come la malvagità altrui non sia poi molto distante dalla “parte oscura” di ognuno di noi.

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