La moglie di Fabio De Luigi è dolce come un Tiramisù.

Fabio De Luigi esordisce alla regia (e non solo, scrive anche la sceneggiatura) di Tiramisù, una commedia ‘dolce’ al cinema da giovedì 25 febbraio con Medusa.

tiramisu 23“Tiramisù è un dolce, un modo di dire e un bel titolo. Tirarsi su. Salire. Cadere e ricominciare tirandosi di nuovo su. Da questo semplice cerchio narrativo nasce e si sviluppa l’idea del film”, racconta Fabio De Luigi. “Un dolce perfetto, innesca il successo di un uomo senza qualità – Antonio – che prima si realizza, poi si perde, infine cade. A farlo rialzare come sempre sarà la moglie, una donna certamente migliore di lui. Se è vero che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, da questa storia si evince che, la donna, sarebbe meglio si fosse piazzata davanti da subito”.

La moglie del protagonista è Aurora, interpretata da Vittoria Puccini. Nella vita dei due protagonisti bazzicano il cognato di Antonio, il cinico Franco (Angelo Duro) trentenne, divorziato, una figlia di nove anni, impegnato nella moda e nel frequentare modelle e Marco (Alberto Farina) eterno depresso tormentato dal pensiero dei debiti accumulati per via della gestione sciatta e disfattista di “Vini e Vinili”, un’ enoteca sempre tristemente vuota. Nel cast del film, prodotto dalla Colorado Film, anche la bella Giulia Bevilacqua, Nicola Pistoia, Giovanni Esposito, Bebo Storti, Pippo Franco e Orso Maria Guerrini.

Antonio, lo stesso De Luigi, è un rappresentante di materiale sanitario. Gira con poco entusiasmo le sale d’attesa dei medici di base cercando di piazzare con scarsi risultati garze, bende e cerotti. Un giorno però, Antonio dimentica in uno studio medico il Tiramisù fatto dalla moglie che invece era destinato alla Caritas. Un medico lo assaggia, e da quel momento la vita di Antonio cambia. Quel dolce diventa il primo innocente gradino di un’improbabile scalata professionale e sociale per la quale Antonio non è stato progettato. Intrallazzi, sotterfugi, gesti di piccola e grande corruzione lo porteranno ad ottenere un sempre crescente – e per lui ingestibile – successo in campo sanitario. Tra mille imprevisti e situazioni comiche, Antonio diventerà, quasi senza accorgersene, una persona disposta a tutto pur di mantenere il nuovo status.

”In questa storia non c’è nulla di personale – sostiene De Luigi all’incontro stampa di presentazione del film -. Insomma nessuna storia nel cassetto, anche perché se l’avessi avuta non sarebbe stato certo il caso di raccontarla al primo film. Sarebbe stato troppo pericoloso con la poca esperienza che ho di regia, ma il cuore del film sta proprio nel Tiramisù che permette la scalata improbabile verso il successo di un uomo mediocre, ma con alle spalle una grande donna”.

“Aurora sostiene e aiuta Antonio nella disgrazia – afferma Fabio De Luigi – mentre, proprio per salvarlo da se stesso, lo lascia nella ricchezza. Tiramisù è una commedia brillante che prova, tra le altre cose, a smontare il mito del successo. Il successo, spesso, rende buffi. Avercela fatta, a volte, regala l’illusione che tutto ci sia concesso. Ma l’etica, più che la morale, se ne frega del nostro successo e prima o dopo, presenta il conto”.

Aurora, spiega Vittoria Puccini ”è una donna  innamorata che sostiene il suo uomo e lo aiuta a prendere la distanza dalle cose. Quando però Antonio perde la sua ingenuità lei non lo riconosce più”. E conclude l’attrice: ”sono contenta di aver fatto questo lavoro perché fa ridere con eleganza. Insomma un film pulito che mia figlia potrà vedere”.

“Mi divertiva raccontare – continua il regista e protagonista del film – l’arroganza di chi perde il senso delle cose, la corruttibilità delle persone e la conseguente disponibilità nel farsi corrompere. Una società corrotta e corruttibile, abbassando il proprio livello di tolleranza verso la disonestà tende ad allargare così tanto le sue maglie, da farci passare attraverso anche un incapace come Antonio”.

Mentore di Antonio sarà un pediatra. Il dottor Galbiati. Un medico capace e incorruttibile, non un semplice caso raro, ma il degno rappresentante di una categoria che – per fortuna – esiste e persegue solo e soltanto l’interesse dei propri pazienti. La comicità che punteggia la storia emerge anche dal rapporto complicato che Antonio ha con l’invadente fratello di Aurora – Franco – un trentenne, separato, con figlia a carico e una smodata passione per le modelle, e l’amico storico – Marco – un depresso cronico in balia di debiti accumulati nella gestione sciagurata del suo locale.

“Ho voluto esaltare comicamente questo triangolo – conclude Fabio De Luigi – mettendo a contrasto le debolezze di due adulti irrisolti come Antonio e Marco, col cinismo sprezzante di un ragazzo più giovane e molto più risolto di loro. Ho cercato di realizzare una storia che raccontasse rotolando veloce. Ho puntato sul ritmo, che non vuol dire frenesia ma ricchezza di ambienti e situazioni che scorrono veloci portando avanti la storia. Volevo che la linearità della vicenda e dei suoi interpreti fosse più veloce dello sguardo dello spettatore, che lo anticipasse. Ho anche concentrato la mia attenzione nel tentare di dare attendibilità a personaggi di un copione che – per mandato – conteneva elementi di forte impatto comico. Reggere la verità della storia facendo ridere, insomma. Cucire le tante scene, i tanti personaggi, le tante situazioni comiche, mantenendo credibile il racconto è stata, in qualche modo, la mia ossessione. In questo senso le musiche di Andrea Farri sono state fondamentali. Un prezioso filo rosso che ha legato, reso compatto e uniforme il sapore del mio Tiramisù”.

I commenti sono chiusi.