Benvenuti – ma non troppo – a casa nostra.

A causa di un inverno particolarmente rigido, il governo francese indice misure speciali che obbligano i cittadini proprietari di appartamenti con stanze libere ad accogliere​ le persone più disagiate che non possono permettersi un alloggio. Manifesto_BenvenutimanontroppoUn vento di panico si scatena in tutta la Francia, soprattutto al civico 86 di rue du Cherche Midi, dove sorge un lussuoso palazzo dell’area più esclusiva del centro parigino. Qui abitano la famiglia Dubreuil (​Karin Viard e Didier Bourdon), d’estrazione borghese e conservatrice, e i coniugi Bretzel (​Valérie Bonneton e ​Michel Vuillermoz), intellettuali e radical chic. La monotonia del condominio verrà messa a soqquadro da questa coabitazione forzata, e nel confronto con inuoviarrivati gli inquilini benestanti scopriranno la loro vera indole.

…E se anche tu fossi costretto a condividere il tuo appartamento? Al cinema dal 28 aprile arriva ‘Benevenuti …ma non troppo’, un film di Alexandra Leclère, distribuito da Officine UBU.

Una commedia francese divertente e dalle tematiche profondamente attuali, che unisce risate, momenti di riflessione e un cast brillante, in cui spicca la bravissima Karin Viard, vincitrice di due Premi Cèsar, già protagonista del fortunatissimo “La famiglia Belier” di Éric Lartigau, e il caratterista Didier Bourdon, diretto da Ridley Scott nel film “Un’ottima annata” al fianco di Russell Crowe e Marion Cotillard.

benvenuti_ma_non_troppo_didier_bourdon“Scrivendo – racconta la regista -, ho fatto una lista di tutte le reazioni che potrebbero verificarsi se un tale decreto venisse pubblicato. Il Sig. e la Sig.ra Abramavitch sono dunque nati per questo, una coppia di pensionati, presa dalla paura, che preferisce scappare da casa propria piuttosto che ospitare uno sconosciuto. Si ritrovano quindi testimoni di questa storia, che guardano attraverso un binocolo da un appartamento affittato in fretta e furia nell’edificio di fronte. Una sorta di “Muppet Show” che mi piace”.

“L’idea – conclude Alexandra Leclère – mi è venuta  sette anni fa: un piccolo impegno imposto ai personaggi. L’obbligo alla solidarietà. Avevo scritto una primo soggetto di una decina di pagine, che ho sottoposto a un produttore ricevendo come  risposta: “Lascia perdere, nessuno ci crederà mai, è impossibile che sia prodotta una cosa del genere!”.

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