Banat, l’America non abita in Romania.

Edoardo Gabbriellini ed Elena Radonicich sono i protagonisti del film d’esordio di Adriano Valerio, Banat (il viaggio), al cinema dal 7 aprile, dopo l’anteprima al Bif&st 2016. Un film prodotto da Movimento Film con Rai Cinema, selezionato tra le opere prime per i David di Donatello e già in competizione alla 30esima Settimana Internazionale della Critica a Venezia.

banat il viaggioIn un’epoca in cui l’Italia è vista come la terra promessa da migranti che arrivano dall’Est e dall’Africa, Banat racconta il percorso di due immigrati al contrario, verso la Romania. Non due pensionati che cercano di salvaguardare la propria pensione in una terra dove la vita costa meno, ma due giovani che forse fuggono da un impero al crepuscolo (ma questo il film non lo dice) e a differenza di tutti gli altri non scelgono il Nord Europa, ma i Balcani. Ivo (Edoardo Gabbriellini) e Clara (Elena Radonicich) vivono a Bari. Ivo è agronomo, ed ha appena accettato un’offerta di lavoro in Romania. Clara esce da una difficile storia d’amore. S’incontrano per caso nell’appartamento dell’eccentrica Signora Nitti (una magistrale Piera Degli Esposti): lui è affittuario uscente, lei la nuova inquilina. E si riconoscono all’istante, entrambi sospesi tra una vita che finisce e una nuova che comincia. Poi Ivo parte per la Romania, e Clara resta a Bari. Ma quando perde il suo lavoro in un cantiere navale, Clara decide di raggiungerlo. Insieme condividono lo spaesamento in una terra straniera e l’incertezza del futuro, così come la sensazione di un amore che sta nascendo.

Come ci sono finiti Ivo e Clara su una spiaggia deserta sul Mar Nero? Sembrano chiederselo mentre, stretti in un abbraccio, osservano il mare piatto. “Vorrei che anche il pubblico si ponesse la stessa domanda – afferma il regista -. Che si interrogasse sul motivo che ha spinto due trentenni italiani intraprendenti, capaci, determinati, a trovarsi a 1400 km da casa, su quella fredda spiaggia, per cercare un po’ di felicità professionale e sentimentale”.

“C’è un notevole senso di spaesamento nella mia generazione – continua Adriano Valerio, premiato con il David di Donatello per il miglior cortometraggio nel 2014 -. Un sempre meno frequente senso di appartenenza alle cosiddette “shell institutions” come la chiesa e i partiti politici. La difficoltà a trovare un lavoro stabile. Anche l’istituzione della famiglia vive un periodo di evidente ri-definizione. In pochi decenni i cambiamenti sono stati così rapidi da ridurre al minimo i punti di riferimento. Al contempo le compagnie low cost e il programma di studi Eramus così come i bandi di mobilità dell’Unione Europea offrono la possibilità di cercare delle soluzioni all’estero”.

banat-1“Banat (il viaggio) – sostiene il regista – parla di questa generazione che vede i confini europei come una soglia da attraversare per cercare altre opportunità. Ma che contestualmente vive l’inevitabile senso di spaesamento dettato dal distacco dalle proprie radici, che provo io stesso, che ho lasciato l’Italia da molti anni per vivere e lavorare in diversi paesi. Ivo e Clara sanno bene che la loro avventura ha qualcosa di folle. Ma sono anche consapevoli che questo viaggio permette loro di immaginare un futuro diverso, di prendere la distanza da tutto quello che li circondava e sembrava scorrere con nefasta naturalezza. Anche quando mille complicazioni rivelano l’ingenuità e la fragilità delle sue aspettative, Ivo non vuole abbandonare il suo sogno. Continua a immaginarsi delle mele in quel pometo spoglio, infreddolito e mezzo devastato. E fino all’ultimo tenterà di convincere anche Clara a fermarsi con lui”.

La sceneggiatura di Banat (il viaggio) nasce dalla storia vera di un amico del regista che decise di coltivare mele in Romania, cogliendo un’opportunità nata per caso. E si ritrovò a fare il piccolo imprenditore, in una terra che gli avevano raccontato essere meravigliosa. Ma non vi aspettate luoghi turistici o feste notturne all’ultima moda: elena radonicichnel film si vedranno anziani ballare la sera in cascine abbandonate, sorseggiando vino scadente. E il massimo del divertimento sarà il karaoke casalingo, dove la splendida Elena Radonicich potrà mostrare tutta la sua sensualità, e non solo.

“Ho passato diverse settimane in Romania, nel Banat – conclude Adriano Valerio -, per ricercare luoghi e volti che potessero prestarsi a questo racconto. Nonostante la drammaticità che sottende la storia dei personaggi, ho provato a raccontare l’avventura di Ivo e Clara anche con un tono leggero. Un registro che sappia far emergere tra le trame del dramma il senso dello humor dei personaggi principali e secondari ed una comicità che nasce dalla sensazione di straniamento che caratterizza molti passaggi di questa storia. Proprio la parola straniamento è quella che meglio illustra le mie intenzioni riguardo la messa in scena di molte situazioni, in cui i toni della commedia emergono naturalmente dall’inusualità delle circostanze e dal rapporto tra i personaggi e l’ambiente circostante, secondo la lezione di alcuni registi nord europei come Aki Kaurismäki e Dagur Kári. Perché a salvare i nostri personaggi sospesi tra questo e quel mondo, in fondo, non potrà che essere un po’ di sana ironia”.

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