Dopo un round durato 30 anni, da quando gli era stato diagnosticato il morbo di Parkinson, si è spento a Phoenix Mohammed Ali, un simbolo anche fuori dal mondo della boxe.
Nato con il nome di Cassius Marcellus Clay Jr., il più grande pugile di tutti i tempi aveva cambiato il nome in Mohammed Ali quando si era convertito all’Islam.
Mohammed Ali era nato il 17 gennaio del 1942 a Louisville (Kentucky) e il suo debutto sulla scena mondiale era stato alle Olimpiadi di Roma nel 1960 con l’oro per i pesi massimi. Quattro anni dopo era stato incoronato campione mondiale professionista. Abbracciò la boxe per caso e per uno strano incontro del destino quando a 12 anni gli rubarono la moto. Cassius Clay disse alla polizia che voleva picchiare il ladro e l’agente di polizia al quale si rivolse, Joe Martin, era anche l’allenatore di pugilato in una scuola locale.
Cassius Clay riusciva ad accompagnare alla figura imponete (era alto 1,91), la velocità e la leggerezza della danza: un’accoppiata vincente che lui stesso, anni più tardi, fotografò dicendo che sapeva “volare come una farfalla e pungere come un’ape”.
Sul ring, l’ultimo match di Mohammed Ali era stato contro Trevor Barbick l’11 dicembre del 1981. Si ritirò con un record di 56 vittorie (37 per k.o.) e cinque sconfitte (una sola per k.o.); e tre titoli mondiali dal ’64 al ’67, dal ’74 al ’78 e poi per un’ultima breve parentesi nel ’78, quando viene incoronato migliore sportivo del XX secolo. Dopo il suo ritiro, ha dedicato gran parte della sua vita alla filantropia. Nel 1984 ha annunciato la malattia, una condizione neurologica degenerativa, e il suo impegno e nella raccolta di fondi per l’Ali Parkinson Center Mahoma a Phoenix, Arizona. Nel 1998 è stato nominato Messaggero di Pace dalle Nazioni Unite per il suo lavoro nei Paesi in via di sviluppo.
Alla presentazione del fumetto Marvel in cui Mohammed Ali sconfigge Superman, lo stesso Ali affermò: “Tutto quello che posso fare è combattere per la verità e la giustizia. Non posso salvare nessuno. Lui (Superman) è un personaggio di fantasia”.