Non pensa. Non ha pietà. Non si ferma.

C’è un rischio maggiore dell’AIDS nel fare sesso con uno sconosciuto. Una creatura invisibile a tutti gli altri ti troverà e ti seguirà inesorabilmente fino a ucciderti: al cinema dal 6 luglio arriva IT FOLLOWS.

Nel film diretto da David Robert Mitchell e distribuito da Midnight factory per Koch Media, per la diciannovenne Jay, l’autunno dovrebbe essere sinonimo di scuola, ragazzi e fine settimana al lago. Ma dopo un incontro sessuale apparentemente innocente, Jay viene messa in guardia dal suo partner su quello che le accadrà da lì a breve e, infatti, comincia a essere tormentata da strane visioni e dall’inevitabile sensazione che qualcuno, o qualcosa, la stia seguendo minacciosamente. Proprio a causa di questa sensazione, Jay e i suoi amici saranno costretti a trovare un modo per sfuggire agli orrori che si celano dietro l’angolo.

it follows“Il film – racconta il regista – prende spunto da un incubo infantile, uno di quegli incubi ricorrenti quando avevo dieci anni (e che credo molti abbiano) in cui si è inseguiti da qualcosa di lento ma sempre presente. Sognavo di trovarmi nel cortile della scuola e vedere un altro ragazzino che camminava verso di me. E in qualche modo nel sogno, sapevo che si trattava di un mostro. Scappavo, percorrendo un intero isolato e poi mi fermavo ad aspettarlo. Dopo un momento, da lontano, il ragazzo girava l’angolo e continuava a seguirmi. Questa presenza mostruosa poteva avere le fattezze di chiunque, assumendo diverse forme ogni volta che lo vedevo. Molti anni più tardi, quando l’incubo era scomparso, ho pensato che sarebbe stato interessante trasformare quei sogni in un film”.

“Credo che il momento in cui una persona scopre la propria sessualità – continua David Robert Mitchell – possa essere spaventoso. Attorno a quel momento ruota tutta una serie di ansie e paure e mi è sembrato interessante indagare questa esperienza su un altro livello”.

ItFollowsProtagonista del film è Maika Monroe (nel ruolo di Jay), una faccia acqua e sapone che trasmette la sensazione di una vicenda reale, mentre le panoramiche e gli zoom del regista contribuiscono a una sorta di atmosfera fantastica. “Per noi è stato importante cercare di non rivelare tutto – conclud eil regista -. Volevamo che questo film avesse una visione molto più oggettiva e che la cinepresa non indicasse sempre allo spettatore dove rivolgere la sua attenzione. Per questo l’abbiamo tenuta un po’ più distante. In questo modo, gli elementi sono tutti presenti, ma non saremo necessariamente noi a richiamare l’attenzione dello spettatore quando un pericolo starà per avvicinarsi. Non ponendo l’accento sulle cose, ma lasciando al pubblico il compito di trovarle, intendiamo creare un profondo senso di disagio generale, in modo che in qualsiasi momento del film non si capisca con esattezza se là fuori ci sia o meno qualcosa”.

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