L’epica lotta tra Stato e Mafia da un punto di vista nuovo: quello della Catturandi di Palermo, squadra d’élite della Polizia deputata all’arresto dei grandi latitanti. Sono artisti della sorveglianza elettronica e abili a rendersi invisibili, e la loro punta di diamante è una giovane donna, Palma Toscano, impulsiva, appassionata e determinata a catturare l’ultimo capo della più potente organizzazione criminale del mondo, Natale Sciacca.
Nella Palermo che è il caldo e intricato scenario della storia, Palma capirà che nulla è mai come appare: i mafiosi più temibili sono volti insospettabili e gli amici possono tradirti. Non solo gli amici: anche gli amori.
Arriva su Rai Uno una nuova serie tv in 6 puntate che andrà in onda a partire dal 12 settembre. Co-prodotta da Rodeo Drive e Rai Fiction, CATTURANDI è diretta da Fabrizio Costa, interpretata da Anita Caprioli, Alessio Boni, Massimo Ghini, Raniero Monaco di Lapio, Leo Gullotta, Marta Gastini, Vincenzo Amato. Il soggetto è di Luca Rossi e Alessandro Fabbri che hanno curato anche la sceneggiatura.
Catturandi – Nel Nome del padre è una serie tv di alto profilo, legata anche alla cronaca, che mostra aspetti inediti della lotta delle istituzioni contro la criminalità, senza trascurare i sentimenti.
Palma Toscano è l’attrice Anita Caprioli, impegnata nella caccia a Natale Sciacca (interpretato da Vincenzo Amato). Palma Toscano è una donna impulsiva, appassionata e determinata che si porta nel cuore una ferita, la misteriosa morte del padre, eroe della Polizia, che condiziona da sempre la sua vita. Una domanda allora si insinuerà insistente nella sua mente: esiste una verità in un mondo dove ogni cosa ha due facce, in cui il bene è indistinguibile dal male?
Alessio Boni è Tito Vergani, apparentemente banchiere milanese ma in realtà ha più di un segreto da nascondere, Marta Gastini è Alina, figlia di Tito, in perenne conflitto con il padre. Massimo Ghini è il vicequestore Valerio Vento, che con Palma ha un rapporto non solo professionale, Raniero Monaco di Lapio è Ivan, membro di punta della Catturandi, braccio destro di Palma. Leo Gullotta è l’avvocato Ruggero Mazzamuto, rappresentante del “mondo di mezzo” palermitano.
“Catturandi – afferma il regista – tratta il genere poliziesco in modo inconsueto ed io ho affrontato questo lavoro con grande entusiasmo e con un atteggiamento il più possibile privo di schematismi. La contrapposizione tra legalità e criminalità, tra buoni e cattivi non è infatti netta, né scontata, ma vive piuttosto delle sfumature e della complessità dei vari personaggi – questo è l’elemento che ho trovato più interessante, e credo sia inoltre innovativo per una fiction televisiva”.
“Lo scenario della nostra azione – continua Fabrizio Costa – è Palermo, una città dai grandi contrasti, viscerale nel bene e nel male. Estremamente accogliente, colorata e viva ma anche difficile e a volte respingente. La complessità della storia si lega strettamente a questi luoghi ed è un altro punto forte del film. All’interno del contesto siciliano infatti, più che in ogni altro, la verità delle cose assume le connotazioni pirandelliane del “doppio”, del relativismo e della molteplicità. Ogni elemento che si scopre ha sempre un altro aspetto, sia dal punto di vista sostanziale che morale. Come in un costante gioco al rilancio dove niente è come appare e la verità non è mai una sola. Il film inizia con la città vista dall’alto, con i suoi colori forti e le grida dei mercati (le famose “abbanniate” siciliane) a fare quasi da colonna sonora, e a rivelare l’ umore arabo e antico che la città custodisce. Poi dal mercato passiamo rapidamente a una casa malmessa, “sgarrupatissima”, ma all’interno ad attenderci c’è l’elegante e confortevole studio di una psicanalista: una sovrapposizione di ambienti e situazioni ed un contrasto intrigante che certamente appartiene anche alla protagonista”.
“La duplicità dei caratteri – conclude il regista – è un punto focale di ogni personaggio, buono o cattivo, per qualcuno emerge in maniera brutale, per altri in modo sottile. Così anche il potente capo mafia – l’ultimo grande latitante – rivela delle fragilità umane, esattamente come nella realtà”.