Il conto alla rovescia è cominciato

Arriva al cinema il nuovo film di Claudio Amendola, con lo stesso Amendola, Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Valentina Bellè. Il permesso – 48 ore fuori, al cinema da giovedì 30 marzo.

Il-permesso-bannerDalla penna di Giancarlo De Cataldo, sceneggiatore di Suburra e Romanzo Criminale, con la collaborazione dello stesso regista e di Roberto Jannone, arrivano quattro spendidi personaggi il cui comune denominatore sono le 48 ore che li separano dal rientro nel Carcere di Civitavecchia. Claudio Amendola, alla sua seconda regia, ci racconta di tre uomini e una donna di età ed estrazione sociale differenti, che devono decidere come utilizzare questa breve finestra di libertà prima che si richiuda. Un cast strepitoso in cui spicca un Giacomo Ferrara in un’interpretazione potente ed emozionante.

A Luigi, Donato, Angelo e Rossana sono state concesse 48 ore di permesso fuori dal carcere di Civitavecchia. Per motivi differenti si trovano in galera, dove devono scontare il loro debito con la giustizia. Ma adesso sono fuori, e devono decidere in che modo spendere il poco tempo che gli è stato concesso. Vendetta, redenzione, riscatto, amore. Una volta usciti ognuno di loro dovrà fare i conti con il mondo che è cambiato mentre erano dentro.

Due giorni di libera uscita di quattro detenuti di età diverse, che non si conoscono tra loro e che chiedono e ottengono un permesso per uscire dal carcere in cui sono rinchiusi per vari motivi. Poco a poco scopriremo perché escono e che cosa faranno una volta fuori dal penitenziario. Luigi, per esempio, è spinto dall’urgenza di dover risolvere un serio problema: salvare un figlio 25enne che si è cacciato in guai seri cercando di ripercorrere, senza averne la stoffa, le sue orme nel mondo della malavita. Anche il Donato, nonostante si muova in contesti duri e violenti, viene a sua volta spinto ad agire dall’amore, perché deve salvare sua moglie che è stata costretta a prostituirsi da uomini che facevano parte del suo giro, prima che lui finisse in galera: è in prigione da diversi anni e deve scontarne ancora molti, esce con l’intenzione di salvare la sua donna ma si ritroverà a doverla vendicare. Gli altri due detenuti in libera uscita sono due ragazzi, Rossana e Angelo (Valentina Bellè e Giacomo Ferrara): lei è una rampolla dell’alta società, ribelle fin dall’adolescenza, che, provocando un enorme scandalo, è stata arrestata con dieci chili di cocaina e sta scontando una lunga pena. Rossana è sfinita, non ne può più di quella vita e quando si ritrova provvisoriamente libera è determinata a non tornare più dietro le sbarre, sicura che la ricchezza della sua famiglia la salverà e la proteggerà. È una ragazza spigolosa e scostante, ma nel corso degli avvenimenti si finisce con l’innamorarsene, perché porta con sé anche una grande fragilità che maschera e nasconde come può.

IL-PERMESSO“Se esordire alla regia è un passo importante nella carriera di un regista – afferma Claudio Amendola -, il secondo film lo è ancora di più e dopo aver letto la prima versione de “Il permesso – 48 ore fuori” ho capito che questa era la storia giusta. I personaggi e la trama sono tipici di un genere di cinema che ho avuto la fortuna di interpretare da attore in numerosi film e che credo mi rappresenti, ma forse la cosa che più mi ha convinto è il comune denominatore che spinge i personaggi, perché, nonostante sia una storia dura e anche violenta, il sentimento che li muove è sempre l’amore; per un figlio, per una donna, e
l’amore da trovare. La struttura ad incastro della sceneggiatura mi ha molto colpito e affascinato, credo che contribuisca a tenere alta la tensione senza, spero, distrarre lo spettatore. Molto importante il lavoro fatto da Maurizio Calvesi, che ha illuminato questa storia con sfumature diverse per i quattro protagonisti rendendo l’immagine del film cruda e violenta, ma allo stesso tempo dolce e malinconica. Valentina Bellè e Giacomo Ferrara hanno regalato ai loro personaggi qualcosa in più di quanto avevamo scritto, li hanno resi veri e vivi, mettendoci tantissimo impegno e tanta anima: li ringrazio per questo. Un discorso a parte merita Luca Argentero, che ha accettato la scommessa di uscire da personaggi che ormai conosce alla perfezione per affrontare un ruolo difficile e rischioso; lo ha fatto nel migliore dei modi con grandi sacrifici e dedizione e ha centrato in pieno l’obbiettivo. Una nota particolare la voglio dedicare al montaggio di Roberto Siciliano. La struttura
della sceneggiatura ci permetteva di “giocare” con il montaggio ed è stato un lavoro molto istruttivo”.

“Per me – conclude Amendola – è stata una grande esperienza che, ancora una volta, mi ha ricordato l’immensa fortuna che abbiamo noi che facciamo questo mestiere”.

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