Audrey Dana torna alla regia dopo “11 Donne a Parigi” con una commedia intelligente moderna e spiritosa che gioca e diverte giocando sui ruoli di genere ma riuscendo anche a rompere dei cliché.
Nel cast artistico oltre la stessa Dana nel ruolo della protagonista, Eric Elmosnino, Alice Belaïdi, Christian Clavier, Antoine Gouy e Josephine Draï.
Il cliché uomo forte/donna debole, col quale si apre il film. Jeanne (interpretata da Audrey Dana stessa) divorzia dal marito, perde la causa di affidamento esclusivo, sa che il suo ex aspetta un figlio da una donna più giovane, è sempre più stressata sul lavoro, va a dormire sempre tardi e si alza sempre più distrutta quando una mattina al suo risveglio trova qualcosa di troppo nel suo corpo. Tutte le imprecazioni, le ipotesi, le domande che Jeanne e la sua migliore amica e vicina Marcelle (Alice Belaïdi)si fanno sul fatto che per gli uomini tutto è più facile e il “se fossi un uomo” finalmente possono trovare una risposta.
Audrey Dana ha scritto anche la sceneggiatura nata proprio da una sua idea tenuta in serbo da molto tempo, come spiega, da quando viveva a New York e sognò proprio di svegliarsi con qualcosa in più. Prima di iniziare il film, racconta, di aver intervistato molti uomini, sul loro rapporto col sesso per entrare meglio a contatto con la parte maschile. Dall’oggi al domani Jeanne si ritrova con un sesso maschile, ha subito una sorta di metamorfosi ma non si è trasformata completamente in un uomo. La nostra protagonista deve abituarsi non a un nuovo habitus (perché esternamente donna) ma a nuove pulsioni e atteggiamenti, e soprattutto a un nuovo tipo di sessualità. Come andrà a finire? Cosa riuscirà a fare ora che ha il membro maschile? La sua vita migliorerà? I rapporti amorosi andranno meglio? E sul lavoro? L’intento della regista sicuramente non è creare opposizione tra maschile e femminile ma arrivare a una sorta di riconciliazione tra i generi. I confini tra maschile e femminile sono arbitrari e facilmente spostabili, sembra dirci con allegria il film e soprattutto se sparissero il patriarcato ne risulterebbe sconvolto e forse è proprio per questo che i transessuali fanno paura nella nostra società.