Trash, ma non troppo.

Lo scorso giugno in Brasile in onore della Confederations Cup, si sono verificate una serie di manifestazioni a sfondo sociale legate allo stanziamento di risorse pari a 27 miliardi di dollari per la costruzione di infrastrutture che hanno ospitato i Mondiali di calcio 2014 e ospiteranno le Olimpiadi 2016. Oggi la situazione non è cambiata e le critiche alla presidentessa Dilma Rousseff sono sempre più accese.

trashE’ proprio in questo quadro socio-politico che si colloca il film Trash dell’inglese Stephen Daldry, presentato alla IX edizione del Festival del cinema di Roma nella sezione Gala e tratto dall’omonimo romanzo del 2010 di Andy Mulligan.

La pellicola vede come protagonisti tre bambini delle Favelas, che per racimolare qualche soldino raccolgono la spazzatura, un giorno tra plastica, carta e bucce di banane troveranno un portafoglio con delle banconote e cosa più importante alcuni numeri scritti su un foglio che portano a delle tracce di un libro che un corrotto politico locale vuole a tutti i costi. I tre bambini decidono di scoprire cosa nascondono questi numeri, rifiutando anche la lauta ricompensa che la polizia locale corrotta offre a chi ritroverà questa portafoglio, solo in nome di un motivo “perché è giusto”, una frase che inficia e anche parecchio il ritratto sociale realistico che Daldry voleva dare all’intero film.

trashInsomma questi tre bambini Raphael, Gardo e Rato, puri, ma poveri non vogliono adeguarsi all’ingiustizia del paese e decidono di compiere un atto alla Robin Hood, rubano ai ricchi per dare ai poveri, che capirete da voi, risulta essere una fiaba, più che una realtà veritiera. Nonostante Daldry voglia far poggiare l’intero film sulla potenza emotiva che il racconto può suscitare allo spettatore, la riuscita non è garantita e ricorda forse un po’ troppo The Millionaire, del 2008, di un altro inglese Danny Boyle, che per la pellicola vinse l’ambita statuetta.

Colpa forse della sceneggiatura firmata Richard Curtis, decisamente legato ad altri generi, come Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, in cui il finale alla vissero tutti felici e contenti è scontato. Diciamo pure che in un’epoca in cui ciò che va per la maggiore sono Young Adult con finale distopico, proprio perché lo spettatore si è in un certo senso stancato di vedere sempre il lieto fine, che non rispecchia la realtà, la scelta di Daldry di realizzare questo genere di film oggi, non è del tutto azzeccata.

rooney maraOttima la scelta di avere nel cast attori del calibro di Rooney Mara e Martin Sheen, che però fanno semplicemente da contorno all’intera vicenda e perciò risultano inutili al fine della narrazione.

Nel cast oltre Martin Sheen e Rooney Mara troviamo: Wagner Moura, Selton Mello, Nelson Xavier, Andrè Ramiro, Jesuita Barbosa, Daniel zettel, Rickson Tevez, Gabrielle Weinstein, Maria Eduarda, Josè Dumont, Gisele Fròes e Stepan Nercessian.

Sicuramente ben ritmato è il montaggio, i messaggi cifrati all’interno della Bibbia, gli inseguimenti nelle baraccopoli e la scelta di questi tre bambini dalle espressioni simpaticissime e cariche di energia.

In conclusione nonostante Trash abbia dei pregi a livello comunicativo, finisce in un impasse nel momento in cui Daldry e Curtis abbandonano la strada della realtà per entrare in quella della fiaba, invalidando lo sviluppo degli eventi soprattutto se collocati nel panorama politico-sociale contemporaneo.

Camilla Lombardozzi

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