Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino, Elena Cucci e Gianmarco Tognazzi sono i protagonisti di ‘A Casa tutti bene’, il nuovo attesissimo film di Gabriele Muccino, prodotto da Lotus con Rai Cinema in associazione con 3 Marys Entertainment. Nel cast anche Gianfelice Imparato (il sacerdote), Tea Falco, Christian Marconcini, Elena Minichello, Renato Raimondi, Elena Rapisarda ed Elisa Visari.
A Casa Tutti Bene è la storia di una grande famiglia che si ritrova a festeggiare le Nozze d’Oro dei nonni sull’isola dove questi si sono trasferiti a vivere. Un’improvvisa mareggiata blocca l’arrivo dei traghetti e fa saltare il rientro previsto in serata costringendo tutti a rimanere sull’isola e a fare i conti con loro stessi, con il proprio passato, con gelosie mai sopite, inquietudini, tradimenti, paure e anche improvvisi e inaspettati colpi di fulmine.
I personaggi sono talmente tanti che si rende opportuno un riassunto: Pietro (Ivano Marescotti) e Alba (Stefania Sandrelli) sono i nonni; genitori di Carlo (Pierfrancesco Favino), Paolo (Stefano Accorsi) e Sara (Sabrina Impacciatore); Carlo (Pierfrancesco Favino) è il marito di Ginevra (Carolina Crescentini) e padre di Luna (Elisa Visari) e Anna (Elena Minichiello), ed ex marito di Elettra (Valeria Solarino); Paolo (Stefano Accorsi) è l’unico single, ma è separato e ha un figlio; Sara (Sabrina Impacciatore) è la moglie tradita di Diego (Giampaolo Morelli) e madre di Vittorio (Christian Marconcini); Maria (Sandra Milo) è la sorella di Pietro (Ivano Marescotti) e madre di Sandro (Massimo Ghini) e Riccardo (Gianmarco Tognazzi); Riccardo (Gianmarco Tognazzi) è il compagno di Luana (Giulia Michelini); Sandro (Massimo Ghini) è il marito di Beatrice (Claudia Gerini); Isabella (Elena Cucci) è la figlia di Umberto, fratello di Marcello, marito defunto di zia Maria (Sandra Milo); Arianna (Tea Falco) è la giovane amante di Diego (Giampaolo Morelli); infine, Edoardo (Renato Raimondi) è un ospite, in quanto migliore amico di Luna (Elisa Visari).
“A casa tutti bene – afferma il regista tornato a girare in Italia dopo 12 anni – è un titolo che rispecchia la condizione di una grande famiglia vissuta al riparo di una maschera di ipocrisia fino al momento in cui gli argini si rompono. Tutti prigionieri nella villa di famiglia per tre lunghi giorni e questa condizione forzata riaccende e fa esplodere tensioni sopite o anestetizzate dal tempo e lascia emergere irrequietezze, infelicità, frustrazioni, tradimenti e gelosie con cui tutti, condividendo spazio e tempo senza possibilità di fuga, saranno costretti a misurarsi”.
Il film per Gabriele Muccino è “una riflessione su come tutti noi possiamo fingere di essere migliori di quello che siamo e seguire codici di comportamento o regole di buone maniere che limitano le nostre azioni soltanto per un tempo limitato. Se questo tempo viene esteso e si va “fuori programma” si entra inevitabilmente in una zona non protetta in cui le dinamiche di facciata saltano e si aprono quelle comportamentali delle nostre vere nature che possono molto facilmente portare a confronti, conflitti, esternazioni anche furibonde e moti emotivi di ogni forma. Persino innamoramenti inaspettati. Attraverso la famiglia si raccontano le dinamiche delle grandi relazioni tra uomini e quindi la società tutta. I familiari che nel nostro film vengono a trovarsi a stretto contatto tra di loro, appartengono a diverse fasce sociali, hanno sofferenze finanziarie e inquietudini esistenziali. I bambini e gli adolescenti sono i testimoni impreparati e passivi di un mondo di adulti in tumulto. C’è chi comprende e chi non comprenderà mai, chi ha compiuto il suo viaggio e chi è ancora nella tempesta della propria vita. Gli adulti sono persone smarrite che cercano di essere migliori di quanto siano. Sono proiettati in avanti, soli con il proprio ego, lanciati verso un futuro che ritengono ancora possibile, carichi di voglia di ricominciare, apparentemente ignari del tempo che è passato e della irreversibilità dei propri errori”.
Ogni personaggio del film incarna un cliché che si trova in quasi tutte le famiglie: il figlio che segue le orme del padre e che ha le spalle solide, almeno apparentemente, il figlio scapestrato che ha l’estro artistico e fa lo sciupafemmine, la figlia inconsolabile che si stringe il marito anche se cornificata platealmente, il cugino scanzafatiche che però è il simpatico della famiglia, le ex mogli del primo figlio che si odiano e si tirano i capelli, la nipote adolescente che guarda tutti con sufficienza e spera di fuggire appena maggiorenne, lo zio che ha l’alzheimer e non ricorda i nomi (in quale film ormai non si mette un elemento con questa malattia?), la moglie dello zio che non sopporta più di fare l’infermiera, e così via. Insomma, una famiglia per bene italiana sull’orlo di un fallimento generazionale che non lascia scampo alla speranza, neanche a quella dell’amore giovanile che sembra già predestinato a fare la stessa fine, come se fosse scritto nel DNA.
“Ho cercato di raccontare la società del nostro Paese, non necessariamente solo quella di oggi – conclude il regista -, e lo sforzo esplicito o sotterraneo di sopravvivere, di “rammendare” il passato, rimediare, migliorare il domani e ripartire. Ho cercato di realizzare un affresco che raccontasse la vita tra pathos, emotività e spasmo febbrile nella ricerca della felicità, un film che fosse senza tempo e che riflettesse uno stato di inquietudine sicuramente tipico dei nostr
i giorni ma che presumo e sospetto sia stato figlio di ogni epoca. La famiglia è nata insieme al primo villaggio primordiale, è un contenitore di vita e quindi di tutte le dinamiche di sopravvivenza della vita stessa. La famiglia è il nostro luogo di partenza, di fuga e di ritorno”.
“Qui la famiglia diventa paradigma della società. Io personalmente il personaggio che interpreto sento di conoscerlo, ne conosco tanti così. Sfido chiunque a dirmi che non esistano famiglie disfunzionali”, dice Pierfrancesco Favino alla presentazione stampa.
“In una coppia non c’è mai una sola vittima e un unico carnefice”, ricorda Giampaolo Morelli, marito fedifrago di Sara, Sabrina Impacciatore: ”Una donna che si occupa tanto della vita degli altri perché non ha il coraggio di confrontarsi con la propria. Che ha subito un tradimento e sta cercando una nuova affermazione di quella vita di coppia che anela possa tornare com’era, senza accorgersi in realtà che non potrà mai più succedere”, dice l’attrice, che sul film aggiunge: ”Questo è un film viscerale, che può piacere o meno, ma mai manipolatorio. Un film da cui non ti puoi proteggere”. Per Gianmarco Tognazzi (Riccardo, la classica ”pecora nera”), “ho fatto pochi sforzi a dire il vero, visto che da adolescente ero così, ma ora non più”. “Luana – continua Tognazzi – si tiene per tutto il film, cerca di mantenere un basso profilo diciamo, però di fronte a quelle maschere, a quell’ipocrisia, non ce la fa più e sbotta senza possibilità di ritorno”.
A casa tutti bene? Beh, non proprio, quindi. ”Sì, perché sollevi il sasso e sotto non c’è erba fresca – afferma Ivano Marescotti -: si intuisce già dal manifesto del film, dove siamo tutti lì e sorridenti, ma alle nostre spalle c’è quel nuvolone che incombe. E che lascia presagire l’arrivo di una tempesta”.