C’è chi raccoglie funghi e chi raccoglie voti. Claudio Bisio, alias Giuseppe Garibaldi, dopo essere stato Presidente della Repubblica preferisce trascorrere la sua vita in montagna piuttosto che al Colle o in campagna (elettorale) e non è più quell’uomo appassionato che voleva cambiare il Paese. Ma per amore sarà costretto a tornare nell’agone politico.
Al cinema dal 28 marzo ‘Bentornato presidente’, un instant movie sulla situazione politica italiana, dove i sentimenti sono migliori dei governi. Diretto dal tandem Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, coprodotto da Indigo Film e Vision Distribution, il film è il sequel del successo del 2013 ‘Benvenuto presidente’, che vedeva già Claudio Bisio, nei panni di un improvvisato presidente della Repubblica. Dopo 8 anni lontano dal Quirinale, Giuseppe ‘Peppino’ Garibaldi ritorna. Costretto per amore di sua moglie (Sarah Felberbaum) ad abbandonare la montagna e a tornare in politica proprio nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo, questa volta Peppino sarà il nuovo premier. Ritenuto perfetto dai vari ministri perché è un’ameba che può essere manovrato come un burattino, Peppino dovrà interfacciarsi con Paolo Calabresi e Guglielmo Poggi, che ricordano molto da vicino i nostri politici Salvini e Di Maio.
“Qualcuno potrebbe definirlo un film buonista, io lo definisco anti-cattivista”. Parola di Claudio Bisio. “Non è mai stato un amante della politica – spiega Bisio -. E’ un uomo naif, un pescatore di trote che si ritrovava lì a fare il Presidente della Repubblica quasi per caso. E’ anche un po’ un egoista, ma è una persona onesta a cui piace rimboccarsi le maniche e quando vede del torbido capire cosa c’è dietro.
“Se i politici lo vedranno non si arrabbieranno perché abbiamo cercato di dargli un’umanità che non so se gli appartiene. In questo film mazzoliamo un po’ tutti dalla destra alla sinistra. Forse l’unico che si salva è il premier”, dice l’attore Paolo Calabresi. “Non mi interessa cosa penseranno i politici – afferma invece Bisio -. Il primo era piaciuto in modo trasversale, anche se prendeva in giro tutti. Era un film contro la casta. Per cui quelli del Movimento Cinque stelle lo avevano apprezzato e so per certo che alcuni del Pd avevano il discorso di Peppino nel telefonino. Ricordo anche che Salvini tanti anni fa parlò benissimo alla trasmissione Porta a porta di un altro mio film Benvenuti al sud in cui c’era una scena in cui lui urlava. In Bentornato Presidente rischiamo di scontentare tutti. Ma l’unica percentuale che mi colpisce è che il 40% delle persone in Italia non vota più”.