Domina, il potere è donna

L’Antica Roma rivive, più attuale che mai, negli intrighi e nelle cospirazioni di DOMINA, la nuova serie Sky Original che debutterà per intero su Sky e NOW il 14 maggio, con tutti gli episodi subito disponibili. Kasia Smutniak è Livia Drusilla, la moglie di Augusto che segnò le sorti della vita politica romana nel suo più cruciale momento di crisi. Otto episodi prodotti da Sky Studios, Fifty Fathoms e Tiger Aspect Productions.

Alla conferenza stampa di presentazione di Domina hanno partecipato Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia, Kasia Smutniak, protagonista della serie, Claire McCarthy, regista della serie, Claire Forlani, che nella serie interpreta Ottavia, sorella di Gaio e Colette Dalal Tchantcho, che nella serie interpreta Antigone.

Kasia Smutniak e Matthew McNulty sono Livia Drusilla e Gaio OttavianoProdotta da Sky Studios, Fifty Fathoms e Tiger Aspect Productions, con Cattleya nel ruolo di executive production service, Domina racconta per la prima volta dal punto di vista delle donne le lotte per il potere durante il principato di Gaio Ottaviano, il celebre Cesare Augusto, primo imperatore romano.

Un dramma epico e insieme un racconto estremamente contemporaneo, per una grande coproduzione internazionale girata presso i Cinecittà Studios di Roma, in otto episodi che seguono la vertiginosa ascesa della terza moglie di Gaio, Livia Drusilla, interpretata da Kasia Smutniak (Perfetti Sconosciuti, Loro, Diavoli). La sua incredibile storia ridefinì completamente le aspirazioni che a quel tempo una donna poteva perseguire, finendo per segnare per sempre le sorti dell’Impero Romano. A interpretarla nei primi due episodi, da giovanissima, Nadia Parkes (Doctor Who, The Spanish Princess).

Accanto a Kasia Smutniak un grande cast internazionale: Matthew McNulty (Misfits) nei panni del futuro imperatore Gaio Ottaviano (nei primi due episodi interpretato da Tom Glynn-Carney); Claire Forlani (Vi presento Joe Black) interpreta Ottavia, sorella di Gaio; Christine Bottomley (The End of the F***ing World) sarà Scribonia, prima moglie di Gaio nonché acerrima nemica di Livia; Colette Dalal Tchantcho (The Witcher) nei panni di Antigone, prima fidata ancella di Livia e poi donna libera e sua confidente; Ben Batt (Captain America: Il primo vendicatore) interpreta Agrippa, amico d’infanzia di Gaio Ottaviano, suo generale e poi console. Insieme a loro, una star internazionale come Liam Cunningham (Il Trono di Spade) nel ruolo di Livio, padre di Livia Drusilla, e un’icona della cinematografia mondiale, Isabella Rossellini (Velluto Blu, La morte ti fa bella), che nella serie interpreterà la matrona Balbina.
Grandi eccellenze italiane di rilievo internazionale nel cast tecnico, a partire dal Premio Oscar® Gabriella Pescucci, che ha curato i costumi della serie, Luca Tranchino (Prison Break) alla scenografia, Katia Sisto (Penny Dreadful) al make-up e Claudia Catini (Trust: Il rapimento Getty) all’hair design.

La serie è stata ideata e scritta da Simon Burke (Fortitude, Strike Back). Con lui alla sceneggiatura anche Nicola Wilson, Emily Marcuson e Namsi Khan. Dietro la macchina da presa Claire McCarthy (regista dei primi 3 episodi), che guida un team di regia completato da David Evans (dietro la macchina da presa degli episodi 4, 5, 7, 8) e Debs Paterson (alla regia dell’episodio 6).

DOMINA è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios, Fifty Fathoms e Tiger Aspect Productions, con Cattleya nel ruolo di executive production service. Produttori esecutivi sono Patrick Spence, Marcus Wilson, Faye Dorn, Simon Burke e Claire McCarthy, insieme a John Phillips.

Domina è ambientata durante il regno di Augusto, primo imperatore romano, ma viene raccontata attraverso l’incredibile storia vera della moglie Livia Drusilla. Seguiamo Livia dal suo esilio fino al ritorno a Roma, determinata a riconquistare quel che le è stato sottratto. Ci riuscirà, brillantemente, sposando l’uomo che tutto le aveva tolto. Al compimento dei 30 anni, Livia ha recuperato proprietà, status e molto di più. Ma il suo amato padre, intanto, è morto combattendo per la Repubblica, contro lo stesso Augusto, che ora è suo marito. Ben presto Livia realizzerà che non basta prendere il potere, occorre essere in grado di tenerlo in pugno quando tutti gli altri lo bramano per sé.

Una scena di DOMINA

SCHEDE PERSONAGGI
LIVIA (Kasia Smutniak)
Livia è intelligente, politicamente astuta e sicura del proprio valore. Discendente da una illustre famiglia, è stata allevata dal padre Livio ed educata come un maschio. Quando Livio rifiuta di unire le sue forze a quelle di Gaio, erede di Giulio Cesare, Livia perde tutto ciò che ha. Dopo anni in fuga torna a Roma e sposa Gaio per ripristinare il proprio status e dare protezione ai figli. Livia diventa la consigliera politica di Gaio, figura essenziale per la sua immagine pubblica. Custodisce un segreto mortale, avendo fatto al padre una promessa di cui il marito non dovrà mai venire a sapere. Che cosa dovrà sacrificare per difendere il suo segreto, e chi è destinato a farne le spese?

GAIO/AUGUSTO (Matthew McNulty)
Gaio è il pronipote di Giulio Cesare: intelligente, sicuro di sé, spietato. Spinto da rango e ambizione, usurpa il potere insieme all’amico d’infanzia e generale Agrippa, spazzando via tutti i rivali, tra cui Livio. Si trasforma con successo da golpista in statista quando accasa nell’alta aristocrazia romana. Gaio è un grande politico, reso ancor più grande dalla mente politica di Livia. Lei è la sua fida consigliera e il suo grande amore, nonostante la loro relazione tempestosa. Ma si rivelerà un autocrate, la cui crescente ossessione per questioni ereditarie diventerà il massimo ostacolo per i piani di Livia.

OTTAVIA (Claire Forlani)
Calma, razionale e gentile, Ottavia è uno dei personaggi moralmente più commendevoli. In qualità di sorella maggiore – che gli ha fatto pure da madre – e di coscienza etica di Gaio, ha vissuto appieno la vita della matrona romana, guadagnandosi il rispetto del fratello mentre si muoveva con abilità da un’unione coniugale all’altra per stare al passo con le fluttuanti alleanze politiche. Benintenzionata e talvolta ingenua, Ottavia vuole solo il meglio per i propri figli, e proteggerli dai pericoli. Ma scoprirà che ciò non è sempre possibile – talvolta il pericolo è tragicamente inevitabile.

SCRIBONIA (Christine Bottomley)
Scribonia è la migliore amica di Ottavia, sorella maggiore di Gaio, nonché la prima moglie di Gaio e la peggior nemica di Livia. Spiritosa, divertente, cinica e furba, tende a sentirsi in secondo piano rispetto a Livia. Da scalatrice sociale e ammiratrice di lunga data di Gaio, Scribonia non può credere alla sua fortuna quando la sua relazione con lui si trasforma in matrimonio d’interessi politici. Tuttavia, quando Gaio la lascia per Livia, Scribonia resta umiliata, offesa e determinata a una tremenda vendetta verso colei che le ha tolto tutto. Livia farà bene a guardarsi alle spalle: Scribonia la tiene d’occhio, e assai da vicino.

ANTIGONE (Colette Dalal Tchantcho)
Antigone, migliore amica di Livia e sua più fedele alleata, è una ex schiava. Cresciuta nella casa di Livio, segue Livia come un’ombra e ha uno stretto rapporto con i suoi figli. Esperta nell’uso di erbe e medicine, Antigone ha il potere di curare come di uccidere. Il desiderio di proteggere Livia e i suoi figli dal pericolo è la causa morale per cui è sempre disposta a battersi. Antigone è volitiva, il che è causa di attriti. Man mano che crescono e sono costrette a decisioni difficili per aiutarla a salvarsi,
Antigone comincia a interrogarsi sul suo ruolo nella vita dell’amica. Può davvero aspettarsi che Livia si prenderà cura di lei, qualunque cosa accada?

AGRIPPA (Ben Batt)
Agrippa è amico d’infanzia e generale di Gaio. Non proviene dall’aristocrazia romana e per lui il massimo è stare sul campo di battaglia. La sua vita si trasforma quando piazza Gaio al potere, diventando un pilastro del governo romano. Ha un debole per Livia, di cui comprende l’importanza centrale per la politica di Gaio. Se provocato, Agrippa non teme il ricorso alla violenza. Con le legioni dalla sua parte, è un uomo troppo potente per essere ignorato. Man mano che cresce il loro potere, fra i due vecchi amici nascono divergenze che potrebbero innescare un’altra guerra. La loro forza deriva dall’unione.

Isabella Rossellini in una scena

Per Nils Hartman, Senior director Original Production Sky Italia “È un grande spettacolo e anche un meraviglioso paradosso: ritornare all’antica Roma, esplorare il periodo di Augusto imperatore e scoprire tutto il potere occulto esercitato dalle donne. E da una in particolare: Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto e protagonista di Domina, la nuova serie che siamo orgogliosi di presentare sotto l’insegna Sky Original. Frutto di una grande coproduzione internazionale, che ancora una volta ha avuto origine in Italia
e, com’è giusto per una vicenda che ci riporta nell’antica Roma, in Italia ha trovato il suo naturale habitat realizzativo: a Cinecittà, nei suoi studi e con le maestranze che tutto il mondo ci invidia – un nome per tutti: la costumista di Domina è Gabriella Pescucci, già premio Oscar. Produzione kolossal, dunque, al servizio di una storia appassionante, interpretata da un grande cast multiculturale trainato da Kasia Smutniak, che ci porta per mano a riconsiderare un’epoca in cui la Storia si scriveva sempre al maschile, mentre le donne potevano venire maritate a 13 anni dalle famiglie, che le usavano come pedine di scambio per giochi di alleanze. Eppure, non era tutto così semplice. Come ci mostra, con un piglio originale e convincente, lo sceneggiatore e showrunner Simon Burke, inglese con la passione per l’Italia e le ricerche storiche. Le decisioni chiave di un Impero, infatti, non meno che in Senato o sui campi di battaglia, si potevano prendere tra le mura domestiche. E qui, una padrona di casa come la nostra Domina poteva fare la differenza. Nel fascino di Livia Drusilla risiede la forza sottilmente sovversiva della nuova serie Sky Original: una donna capace di mettere tutti in riga nell’antica Roma non si era mai vista. Una serie-kolossal che, rispettando le fonti e i fatti della storia, offre tutte le atmosfere dell’antica Roma ma ne mostra i lati più in ombra, e ne offre una sua affascinante revisione in chiave di female empowerment dietro le quinte, privilegiando, insieme allo spettacolo, il tema del potere alle donne”.

“Il percorso creativo – ha affermato il regista – intrapreso per realizzare Domina si è rivelato impegnativo e sfidante. Lo sforzo dedicato a fare in modo che la profondità e la chiarezza delle emozioni si riflettessero nelle sceneggiature non è stato inferiore a quello rivolto, in termini molto pratici, alla definizione di un mondo: le qualità dell’Antica Roma da mettere in scena. Il mio approccio da regista si è concentrato sulla ricerca di interpretazioni solide, basate su personaggi interiorizzati in profondità, e rinforzate da tutto un lavorìo di puntelli poetici e simbolici nei dialoghi, nella fotografia, nelle scenografie e nei costumi, così come nella scelta delle location, nella musica e nel sonoro. Costruire un mondo epico, senza sbavature e molto strutturato, assicurando al contempo un collegamento empatico con le vite interiori di personaggi così complessi, si è rivelato un delicato gioco di equilibrismo. A livello di tono, ciò ha richiesto un senso di naturalismo poetico, sempre trainato dai personaggi, a partire dagli esuberanti, temerari slanci con cui Livia affronta la vita. Lavorare a stretto contatto con tutti i miei capi reparto è stato un presupposto cruciale per fare in modo che gli elementi creativi chiave trovassero la migliore definizione e, come spero, una applicazione coerente sull’intera serie. Con Denson Baker, avendo già collaborato assiduamente, parliamo la stessa lingua e ci capiamo. Siamo stati poi fortunati a poter unire le forze con quelle dello scenografo Luca Tranchino e della costumista Gabriella Pescucci; ci siamo intesi sul voler creare un mondo epico ma solido, con una palette di colori sobria e un insieme molto particolareggiato di linee guida estetiche. L’autore delle nostre musiche, Sam Sim, ha composto una colonna sonora che dà la sensazione di appartenere a quel periodo senza mai essere arcaica, né derivativa. Il mio scopo ultimo è stato di offrire al pubblico, con Domina, un viaggio viscerale e pieno di suspense che permettesse agli spettatori di fare esperienza di questa antica civiltà attraverso personaggi solidi, complessi e ricchi di chiaroscuri; per una serie in ultima analisi profonda, emozionante, capace di stimolare sentimenti di speranza e di riscatto”.

Kasia Smutniak

“Provo un grande amore per la Storia – ha affermato Simon Burke -, e uno altrettanto grande per l’Italia, dove ho vissuto per 15 anni. La scrittura di Domina mi ha permesso di coniugare queste mie due passioni. Si tratta dell’epopea sul casato che ha messo fine alla repubblica di Roma e fondato, al suo posto, un impero e una dinastia. Al contempo, è la storia di come un gruppo di donne intelligenti e determinate, per la prima volta nella storia attestata, sono state capaci di impadronirsi del potere politico e, attraverso i loro uomini, di usarlo. In quest’ottica, Domina rappresenta la celebrazione di una femminilità sovversiva. Domina dà voce a Livia, Scribonia e Ottavia, provando a immaginare le loro vicende. Abbiamo fatto ogni sforzo per garantire la massima accuratezza storica nel racconto della serie. E tuttavia anche là dove sappiamo cosa è successo, e dove e quando, in molti casi non abbiamo idea del perché, né del percome. La nostra ricostruzione della storia è basata sui perché, e sui percome, di due grandi teorie del complotto, che rimettono in discussione le convenzioni storiografiche rispetto a quel periodo. La prima: che Livia sia stata la mente politica dietro all’ascesa al potere di Augusto e del suo amico d’infanzia Agrippa. E la seconda: che abbia lei stessa orchestrato tale presa di potere non già al fine di mettere sul trono suo figlio Tiberio, come di solito tende a presupporre la storiografia, bensì per restituire quel potere al Senato romano. Tutto ciò colloca Livia al centro, oltreché della Storia stessa, anche del nostro sviluppo drammatico. Perché il nostro palcoscenico principale, qui, è la domus romana con le sue camere da letto in cui erano le donne a farla da padrone; e non già il Foro, né l’aula del Senato o i campi di battaglia. Trovo che questo periodo storico rimanga tra i più avvincenti. Per la prima volta possiamo assistere alla formazione di qualcosa che inizia a somigliare riconoscibilmente alla società contemporanea; eppure per molti versi conserva la sua aura esotica e aliena. E infine, questa è la rappresentazione di una città basata sul potere delle famiglie, così come su una rete nascosta di corruzione, nepotismo e criminalità organizzata; e tutto ciò può rendere il quadro d’insieme familiare tanto ai Romani di oggi, quanto lo è stato, come sappiamo, a quei tempi”.

Liam Cunningham in una scena

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