Oche e gelsi: Gutenberg sapeva del Jikji del 1377?

La millenaria carta Hanji deriva dalla corteccia del gelso. Le catene di cellulosa di quella corteccia sono più lunghe di quelle della polpa di legno usata oggi e nella sua produzione viene usato un collante naturale (sempre derivato dal gelso) e non chimico. Ha qualità uniche di longevità, resistenza ed elasticità. La sua lucentezza migliora con il passare degli anni mentre la sua trasparenza la rende adatta a vari usi.
gelsi1Il sorprendente museo Carlo Bilotti, all’aranciera di Villa Borghese in Roma, ha organizzato una mostra dedicata alla carta coreana Hanji fino al 27 febbraio 2022. A curarla Donggu Kang e Claudio Libero Pisano. La doppia sorpresa deriva sia dalla figura del mecenate Carlo Bilotti, sia dalla donazione di ventidue De Chirico regalati alla cittadinanza.
La carta Hanji non viene usata solo per la scrittura o la pittura, ma anche per interni delle case, abiti, bambole, strumenti musicali, vasi e vari oggetti di uso quotidiano. Per gli interni delle abitazioni come porte, pareti e finestre, delle tradizionali case coreane dette Hanok, la trasparente carta fa entrare una luce morbida, limitando le escursioni termiche (in Europa si usavano pelli di animali o alle volte alabastro, meno cari del vetro).
gelsi homeÈ abbastanza robusta da essere ritorta in spaghi e corde. Può essere usata per realizzare contenitori (va trattata con oli, lacche o altri prodotti).
Nell’antichità veniva adoperata anche per rivestire le armature militari, data la sua resistenza. Realizzare bambole con la carta Hanji è una vera e propria professione.
L’Hanji all’interno della cassa di risonanza degli strumenti musicali di legno crea un suono molto più dolce, ad esempio nel violino.
Il primo libro stampato a caratteri mobili usa proprio questa carta nel 1377, 78 anni prima della probabile data di stampa della Bibbia B42 di Gutenberg. Senza dimenticare che i caratteri coreani sono molto più difficili di quelli europei da stampare su carta. In realtà questa storia era ben nota agli studiosi da molto tempo, essendo i caratteri coreani in rame già apparsi in pubblicazioni dell’immediato dopoguerra, quando non si doveva più affrontare Hitler che del genio di Carnedoca (cognome reale di “Gutenberg”, ovvero Gensfleisch) aveva fatto un vanto di tutti i tempi.
Il primo libro stampato è il testo buddista Jikji. Scrive la newsletter di Negri Clemente nel 2014 che il Jikji “fu finanziato da una monaca nel XIV secolo e riscoperto nel 1970 dalla studiosa Park, tra i depositi della Biblioteca Nazionale francese. A fine Ottocento Victor Collin de Plancy, un diplomatico francese, lo aveva portato dalla Corea in Francia, insieme a numerosi altri testi antichi raccolti in Corea, poi confluiti nella Biblioteca Nazionale francese”.
gelsiLa carta hanji viene prodotta con corteccia di gelso che è stata pestata con un pestello in un grande mortaio. Le fibre di cellulosa sono molto lunghe e si impigliano strettamente le une con le altre durante il processo di produzione, dando luogo a una carta che risulta molto forte e molto pieghevole. Il materiale usato per l’incollatura non è chimico, ma è ottenuto dalla linfa del gelso, cosicché la carta mantiene il suo colore e la sua pieghevolezza per secoli.
Uno degli usi più moderni della carta hanji è per la decorazione degli ambienti, ed è stato anche detto che un liutaio ha notato che applicando questo tipo di carta nelle connessioni interne della cassa di risonanza di un violino ne ha ottenuto strumenti con un suono più dolce.

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