Loin des Hommes.

Viggo Mortensen non ha fatto altro che stupirci nei suoi lunghi anni di onorata carriera, non solo per le sue grandi doti recitative, ma soprattutto per la padronanza che ha nel parlare le lingue.

viggo-mortensenNon bastavano infatti, l’elfico nel Signore degli Anelli, lingua molto gettonata tra i fan di Tolkien, o il danese, l’inglese, lo spagnolo, il lakota e l’italiano… in questa sua nuova interpretazione nel film in concorso alla 71 mostra internazionale d’arte cinematografica Loin des Hommes del regista David Oelhoffen, recita con molta dimestichezza in francese e arabo.

“La parte più difficile per me – afferma Mortensen durante la conferenza stampa – è stata sicuramente la lingua, ossia cambiare il mio accento e farlo sembrare più francese possibile. Ma sono contento di essermi cimentato anche in questo, in quanto ho imparato molto di più sulle lingue. L’importante è avere sempre la mente aperta, per imparare qualcosa di nuovo”.

Insomma, il nostro Viggo non finisce mai di stupirci; nella pellicola interpreta Daru,  colono di origine spagnola, ma nato in Algeria, che insegna ai bambini locali la geografia di un paese che non visiteranno mai, la Francia. Ci troviamo in un’epoca diversa da quella odierna, il 1954, precisamente nei mesi in cui gli atti di ribellione nei confronti del dominio coloniale francese si fanno più frequenti e presto porteranno all’indipendenza.

loindeshommesE’ qui che il protagonista incontrerà Mohamed, un prigioniero colpevole di aver ucciso suo cugino perché sorpreso a rubargli il grano, consegnatogli da un gendarme per essere portato a Tinguit dove verrà processato dai francesi, e braccato dai suoi cugini che chiedono vendetta per il torto subito. Daru instaurerà un rapporto profondo , quasi da padre/figlio con Mohamed, mostrandogli che la morte per salvare la sua famiglia da una faida terribile non sempre è la soluzione giusta da seguire.

Viggo_Mortensen-David_Oelhoffen-Reda_Kateb“Un film storico-realistico con un protagonista Daru giusto e mistico che crede nel bene. La struttura morale del film è data dal percorso di due uomini che non sempre il loro voler fare del bene porta a una scelta giusta”, sostiene il regista David Oelhoffen.

Loin des Hommes è un film storico-realistico, cugino del cinema western, in quanto nasce come pellicola europea, ma al suo interno si mescolano insieme anche elementi del western classico nella meccanica del racconto.

Una pellicola sovversiva perché mostra compassione e amore per gli altri esseri umani, un omaggio ad Albert Camut e all’adattamento cinematografico de L’Ospite che Oelhoffen ha voluto regalarci.

viggo m“L’evoluzione del personaggio – sostiene David Oelhoffen – è quella del superare l’attaccamento morboso al senso d’onore, nel prendere come si evince nel film scelte sbagliate, come ad esempio quella della morte. L’evolversi sta proprio nel fatto che l’uomo sceglie la vita, ma sfiora una morte stupida”.

Fondamentale per il film anche la scelta della musica. Per David Oelhoffen: “la musica è stata scelta perché risultava essere bella e malinconica allo stesso tempo. Soprattutto nella scena in cui i due protagonisti tornano nel luogo d’infanzia di Daru, dove negli anni 50 era solito che i padri portassero i figli nei bordelli per fargli perdere la verginità. Li c’è un richiamo, un occhiolino alla musica argentina”.

Del cast oltre a Viggo Mortensen fanno parte: Reda Kateb e Jeremie Vigot.

Camilla Lombardozzi

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