Un segreto inconfessabile sotto il Partenone.

TTFOJ_0930_00532.tifArriva in sala giovedì 9 ottobre, distribuito da Videa, “I due volti di Gennaio” con Viggo Mortensen, Kirsten Dunst e Oscar Isaac (protagonista l’anno scorso di Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen), tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith adattato da Hossein Amini, sceneggiatore di “Le quattro piume”, “Drive” (film cult di Nicolas Winding Refn) e di “Biancaneve e il cacciatore”, qui al suo debutto alla regia.

Siamo nel 1962. Un’affascinante coppia di americani, il carismatico Chester Macfarland (Viggo Mortensen) e la sua seducente e più giovane moglie Colette (Kirsten Dunst), si trovano ad Atene durante una vacanza in Europa. Mentre visitano l’Acropoli, incontrano Rydal (Oscar Isaac), un giovane americano che parla il greco e lavora come guida turistica, raggirando e imbrogliando le turiste. Attratto dalla bellezza di Colette e impressionato dalla ricchezza e raffinatezza di Chester, Rydal accetta volentieri il loro invito a cena. Ma non tutto è come sembra: l’apparente affabilità di Chester nasconde un labirinto di segreti, sangue e bugie.

TTFOJ_1002_00913.tif“I DUE VOLTI DI GENNAIO – dichiara il regista – è un libro che ho letto per la prima volta oltre 20 anni fa… In qualche modo la storia e i suoi personaggi imperfetti mi hanno colpito e non mi hanno più lasciato. È l’unico libro che abbia mai adattato che mi sono sentito in dovere di dirigere, soprattutto perché ho ​​riconosciuto come mie tante delle contraddizioni e delle lacune emotive dei personaggi. La Highsmith ha una straordinaria capacità di far luce sulle parti di noi stessi che preferiamo nascondere, in particolare, la poca dignità dei sentimenti e dei comportamenti umani”. “Viggo ha un aspetto eroico e c’è un po’ di Gatsby nel suo personaggio che non è altrettanto presente nel libro” – aggiunge a proposito del protagonista – Mi piace l’elemento dato dalla presenza di uomini carismatici, suggestivi e belli che sono destinati ad essere in qualche modo sconfitti”.

“La sceneggiatura presenta molte sfumature – aggiunge Viggo Mortensen­ – I personaggi non sempre dicono ciò vogliono dire, o dicono cose per raggiungere altri obiettivi. Mentre giravamo, alla fine di ogni giornata, ci rendevamo conto che c’era molto di più di quanto avessimo realizzato; eppure tutti noi conoscevamo bene la storia fino a quel punto. Continuavo a trovare nuovi livelli. Ciò di cui il film parla cambia continuamente man mano che la storia va avanti e non è solo una serie di reciproci inganni tra i personaggi”.

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