L’ultimo tabù infranto di Peter Greenaway.

Per la gioia dei suoi estimatori, esce il 4 giugno sul grande schermo il controverso ultimo lavoro di Peter Greenaway. Il film che racconta i dieci giorni in Messico che sconvolsero l’autore della Corazzata Potmekin.

eisenstein in messicoLa pellicola dal titolo Eisenstein in Messico (Eisenstein In Guanajuato) è stato portata all’ultima Berlinale e farà parte di una trilogia dedicata al primo eroe cinematografico del regista, ovvero Sergej Ėjzenštejn. Per adesso siamo al primo capitolo. Il film è interpretato dall’attore finlandese Elmer Bäck ed è una lunga riflessione sul cinema e sulla morte. Con la lunga ricerca che il regista ha effettuato sul material del regista russo, la prima idea era quella di fare un documentario. Un documentaio sul film irrealizzato da Ėjzenštejn: Que viva Mexico! , che mostrava miti e vita delle popolazioni precolombiane messicane.

Eisenstein1Il film tirato fuori da Greeneway non è un’agiografia, ma un film su un uomo con le sue emozioni, non un’icona del cinema, ma un semplice uomo. La pellicola parla dei 10 giorni che passò nel piccolo villaggio di Guanajuato, dove furono girate molte scene del documentario mai realizzato sulla rivoluzione del 1911, che il regista sentiva come la più vicina a quella russa. A fargli da accompagnatore sarà Palomino Cañedo grazie al quale scoprirà molte cose sul Messico ma anche su se stesso e sulla propria sessualità. Saranno quindi dieci giorni che cambieranno per sempre la sua vita.

Il film è pieno di riferimenti al cinema: da L’anno scorso a Marienbad, a La regola del gioco e infine Fellini, il regista preferito da Greenaway.

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