Ustica, chi è ‘Stato’?

Dopo aver fatto luce sul caso Moro, dopo aver raccontato la tragedia del Vajont, senza mai tralasciare nomi e cognomi di responsabili, esce nelle sale italiane il 31 marzo, USTICA, il nuovo film scritto e diretto da Renzo Martinelli e interpretato da Marco Leonardi, Caterina Murino, Lubna Azabal, Tomas Arana, Federica Martinelli con Paco Reconti, Yassine Fadel, Joe Capalbo, Jonis Bascir, Shelag Gallivan e l’amichevole partecipazione di Enrico Lo Verso. Le musiche sono di Pivio e Aldo De Scalzi.

Il regista a Roma, in occasione della presentazione del film, svela la verità del caso Ustica, uno dei misteri d’Italia più dolorosi. Per Martinelli, l’aereo è stato vittima di una collisione con un intercettore americano alla caccia di un MIG libico che si nascondeva nella scia del DC9 Itavia. Quell’aereo della flotta di Gheddafi era lì, grazie al silenzio del Governo italiano che concedeva ai libici di sorvolare l’Italia – senza armamento – per raggiungere i Balcani, dove i MIG di produzione russa venivano riparati. All’epoca, infatti, sostiene Martinelli, “se l’Italia era il marito, gli Stati Uniti erano la moglie e la Libia era l’amante”. La complicità dello Stato italiano, quindi, ha prodotto un incidente internazionale che avrebbe potuto portare alla guerra con gli Usa, ma che ‘grazie’ all’insabbiamento che ne conseguì, porto ‘solo’ alla morte dei passeggeri e di altre 16 persone coinvolte nella storia (tra piloti dell’Aeronautica, controllori di volo ecc.) che morirono in circostanze misteriose nei mesi seguenti.

Ma sulle tante ipotesi fatte sulle cause di questa tragedia, spiega il magistrato Rosario Priore – presente alla conferenza stampa – che per un periodo aveva curato le indagini, “il problema a monte è il segreto di Stato che può fermare tutto. Certo il cinema può stimolare la ricerca della verità, ma quando ci sono coinvolte forze militari, tanto più quelle americane, entra in scena la legislazione di bandiera che complica tutto”.

Tre sono le ipotesi che sono state di volta in volta avanzate sulle cause del disastro: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba a bordo, un missile. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata.

Il film comincia proprio il 27 giugno 1980, quando il DC9 appartenente alla compagnia aerea ITAVIA scompare dagli schermi radar senza lanciare alcun segnale di emergenza e si schianta tra le isole di Ponza e Ustica. Muoiono 81 persone. Roberta Bellodi, una giornalista siciliana che ha perso la figlia in quella tragica notte e Corrado di Acquaformosa, deputato al Parlamento italiano, membro della commissione incaricata di far luce sul disastro del DC 9, cercano di scoprire la verità, rimanendo invischiati in un labirinto di depistaggi, scomparsa di prove e testimoni chiave.

Frutto del lavoro di tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi da quella tragica notte del 27 giugno 1980, Ustica porta a una nuova, agghiacciante verità, inconfutabilmente supportata da materiale documentale.

Grande attenzione è stata dedicata alle scene di volo, realizzate con movimenti aerei veri su paesaggi reali, con l’inserimento di caccia da combattimento in 3D. Campi medi e campi ravvicinati dei cockpit sono stati girati con veri caccia da combattimento su sfondo blu in un teatro di posa a Terni.

Il film, una coproduzione Italo – Belga, è prodotto da Martinelli Film Company International e WFE in collaborazione con Umberto Buttafava, Polar Star Pharma, Seagull. Direttore della fotografia Blasco Giurato, costumi di Massimo Cantini Parrini, scenografie di Paolo Innocenzi e musiche di Pivio e Aldo de Scalzi. Ustica sarà distribuito da INDEPENDENT Movies e da ZENIT Distribution.

“Il 27 giugno 1980, alle ore 20.59’45” – afferma il regista -, un DC9 della compagnia privata italiana ITAVIA sparisce dagli schermi radar senza trasmettere alcun segnale di emergenza. L’aereo era stabilizzato in crociera a 7.600 metri di quota, lungo l’aerovia “AMBRA 13” ed improvvisamente, senza lanciare alcun allarme, precipita nei pressi del punto “CONDOR”, tra le isole di Ponza ed Ustica, inabissandosi nella cosiddetta “Fossa del Tirreno”, profonda oltre 3.500 metri. Perdono la vita ottantuno persone. Quattordici erano bambini. I relitti ed i pochi corpi recuperati testimoniano che l’aeroplano è esploso in volo, destrutturandosi in due tronconi principali. Tre sono le ipotesi che sono state di volta in volta avanzate sulle cause del disastro: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba nella toilet di coda, un missile che per errore colpisce il DC9. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata. Noi abbiamo lavorato per tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi da quella tragica notte di giugno. Alla ricerca di risposte che quelle ottantuno vittime e i loro familiari ancora reclamano.
L’analisi di questo materiale documentale ci ha portato inevitabilmente a una nuova, agghiacciante verità”.

Ustica di Renzo Martinelli“Il nostro film è frutto di questo lavoro – conclude Martinelli -. Un film che rivendica quel ruolo maieutico che solo il cinema sa avere, che rivendica la sua capacità di stimolare riflessioni che nessun altro media è in grado di stimolare con altrettanta potenza. Un film che, forse, ci può avvicinare ad una verità che stiamo cercando da oltre trent’anni”.

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