Voglio essere un vampiro di Jim Jarmusch.

Quando sono andato a vedere Only Lovers left Alive, non avevo la minima idea di cosa avrei visto, se non un film sui “vampiri dandy” (cit. da qualcuno che non ricordo). Quindi mi sono fiondato non appena ho potuto. Come al solito, ho chiesto la compagnia di chi ne avesse voglia, e la povera ragazza che si è ritrovata ad accompagnarmi, avrebbe preferito starsene a casa e risparmiare otto euro. Cosa ancora più frustrante se per due ore hai accanto me, che non riesce a stare fermo sulla poltrona per la bellezza visiva a cui è sottoposto.

solo-gli-amanti-sopravvivono2Okay, l’ho capito e me ne rendo conto. Jarmusch per questo film ha preso la mitologia dei vampiri (che ormai sta passando di moda. Grazie al cielo), l’ha resa di nuovo figa, dopo il tracollo commerciale degli ultimi anni, l’ha originalizzata e gli ha affibbiato un discorso riguardante il tempo, l’amore e la natura dell’arte. Bellissimo. Sono d’accordo che non ci sia narrazione (nel senso più basic del termine) in tutto ciò. Altrimenti sarebbe stato un altro film. È una storia in cui non succede nulla, se non grandi pippe mentali filosofiche, accompagnate da immagini indescrivibilmente belle.

Tilda Swinton e Tom Hiddleston sono un casting perfetto. E anche Mia Wasikowska è la perfetta attrice per interpretare un’ipotetica sorella minore (e pazzerella) della Swinton. Detroit e Tangeri sono bellissime, e mai avrei pensato di poter dire una cosa del genere. Una desolazione post-urbana da una parte, in cui la cosa più interessante da vedere è la casa dov’è cresciuto Jack White (epici), oltre ad avere delle ex-fabbriche con pozze d’acido capaci di sciogliere corpi in mezzo secondo (quella scena sembrava quasi un B-movie di fine anni Sessanta); e dall’altra un Medio Oriente favolistico da Mille e Una Notte, con John Hurt che interpreta un Christopher Marlowe steampunk (fighissimo, aggiungerei).

solo-gli-amanti-sopravvivonoVinili, vestaglie di taffetà, strumenti musicali e prime edizioni di volumi d’epoca. Ma anche giacche di pelle, guanti e occhiali scuri. Sono questi gli ingredienti jarmuschiani di Solo Gli Amanti Sopravvivono. Un film intriso di postmoderno (oddio, ho detto quella parola), con tanto di Infinite Jest nella valigia di Eve, pronta a partire per raggiungere Adam.

Per tre giorni, dopo aver visto questo film, mi sono vestito completamente di nero, con maglie sformate, giacche strette di pelle, stivaletti, Ray-Ban onnipresenti e un atteggiamento sfatto e stanco dalla vita. Solo Marco Borromei sopravvive.

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