Più ‘Pelù’ per tutti.

Piero Pelù scalda il concertone del primo maggio a piazza San Giovanni davanti a 700 mila persone.image

Contro Renzi, ma anche ironicamente “contro le toghe rosse che hanno condannato Berlusconi ai servizi sociali” e, soprattutto, contro la disoccupazione. Il rocker toscano è scatenato durante la sua performance sul palco a Roma. “Gli f35 rubano i soldi a scuole e ospedali. Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro”, ha attaccato Pelù.

“Il non eletto, ovverossia il boyscout di Licio Gelli – ha continuato Pelù – deve capire che in Italia c’è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi”.

“Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro”, ha poi detto Piero Pelù subito dopo la sua esibizione sul palco. “Stasera non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me – ha ironizzato il rocker fiorentino – e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato ‘hai detto tutto bene”.

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Al concertone grandi consensi anche per l’esibizione di Clementino insieme a Rocco Hunt e per l’ottima conduzione di Edoardo Leo (che ha anche cantato e recitato insieme all’Orchestraccia) insieme a Francesca Barra.