La notte della taranta.

Tutti pazzi per la Taranta. Orgiastica, dionisiaca, sfrenata, incontenibile, la Notte della Taranta, dopo sette anni, a furor di pubblico, ritorna al Ravenna Festival per “incendiare” – sabato 28 giugno ore 21.30 – con le sue musiche catturanti e le sue danze rapinose Palazzo San Giacomo a Russi. Nel grande prato che ha come sfondo di straordinaria suggestione la seicentesca residenza di campagna della famiglia Rasponi, sarà come immergersi nella particolare atmosfera di Melpignano, che ogni anno nell’ultimo weekend di agosto si trasforma in una Woodstock italiana, per ritrovare la forza e le vibrazioni, ancestrali e misteriose, della musica popolare di quel lembo di Puglia, che negli anni si è imposta nel mondo come un fenomeno di massa.

NDT©Carlo Elmiro BevilacquaGran cerimoniere, in qualità di maestro concertatore, il musicista e compositore palermitano Giovanni Sollima – con il suo inseparabile violoncello – alla guida dei formidabili strumentisti dell’Orchestra Popolare La Notte della Taranta composta da: Massimiliano De Marco (voce e chitarra), Piero Balsamo (voce, tamburello e cupa cupa), Riccardo Laganà e Vito De Lorenzi (tamburello), Attilio Turrisi (chitarra battente), Claudio Prima (organetto), Roberto Gemma (fisarmonica), Giancarlo Parisi (fiati), Silvio Maria Cantoro (basso), Alessandro Monteduro (percussioni), Antonio Marra (batteria), Monika Leskovar, Amedeo Cicchese, Paolo Bonomini e Enrico Melozzi (violoncelli). Le preziose voci soliste, come quelle di Alessandra Caiulo, Stefania Marciano e Alessia Tondo, autentiche vestali della taranta, che ce la metteranno tutta a “pizzicare” e irretire con i loro magnetici canti il pubblico che parteciperà a questa Notte incantata.

Musicista eclettico, “colto” per formazione e tra i più sensibili alle vibrazioni ancestrali e misteriose della musica popolare, Giovanni Sollima si è fatto contagiare dal mondo magico del tarantismo e dallo scorso anno è divenuto maestro concertatore di quello straordinario evento cult che è la Notte della Taranta, succedendo nel tempo a musicisti di estrazione diversa come Daniele Sepe, Piero Milesi, Joe Zawinul, Vittorio Cosma, Stewart Copeland, Ambrogio Sparagna, Mauro Pagani, Ludovico Einaudi, Goran Bregovic, lasciando ciascuno a questo inimitabile evento l’impronta personale del proprio stile. Così come ha fatto Giovanni Sollima, che ha saputo fondere nelle sue note tradizione e modernità. Imbracciando l’inseparabile violoncello si è immerso negli irresistibili e contagiosi ritmi salentini che, per lo stesso Sollima “scatenano il corpo e generano danza, come il respiro che genera canto e viceversa”. E che con forza irrompono nella sua scrittura, come in quell’Antidotum tarantulae XXI, in cui l’energia contagiosa del rito s’intreccia a inflessioni rinascimentali e barocche, viaggiando in un tempo senza tempo. “Sono siciliano e nell’affrontare il repertorio della taranta e della pizzica ho trovato molti legami e affinità con la mia terra”, dichiara Sollima che proprio in quest’occasione fa “cantare” energicamente il suo strumento con “fisicità” e “carnalità”. Allora è tempo di dare inizio a un lungo viaggio tra terra, cielo e mare, sull’onda lunga di una musica vertiginosa, contagiosa, elettrizzante, dall’insostenibile forza ritmica. E quella di Giovanni Sollima è una taranta che vibra sulle corde del suo “diabolico” violoncello, nel battito forsennato dei tamburelli e nelle note delle tante canzoni d’amore e di lavoro, che scandiscono questa lunga (e si vorrebbe interminabile) Notte come Fimmane fimmane, Pizzica di Galatone, Pizzica di Santu Paulu, Aria caddhripulina, Kali Nifta (“Buona notte”), lo struggente canto griko diventato ormai l’inno ufficiale della kermesse.

NDT3©Carlo Elmiro BevilacquaCresciuta negli anni, l’Orchestra Popolare della Notte della Tarantaè oggi composta da circa trenta musicisti di pizzica e musica popolare di tutto il Salento e rappresenta il formidabile strumento di paragone culturale di un affascinante “mondo nel mondo” e rappresenta oggi la memoria sonora dell’evento simbolo della pizzica renaissance e un insostituibile strumento di promozione culturale. La missione è quella di far varcare alle tradizioni culturali salentine il loro naturale contesto locale, portando le musiche, i suoni e le voci del repertorio di quella estrema parte di Puglia in ambienti a loro sconosciuti. E Per l’Orchestra non sono mancati momenti di spettacolo fuori dai confini nazionali, dalla Germania a Londra, da New York alla Tunisia a Pechino, con la partecipazione al Festival di Musica Popolare di Chaoyang, registrando ovunque un caloroso successo e una festosa partecipazione popolare perché l’happening si trasforma in una festa travolgente, magari un po’ folle e a tratti bizzarra. Un rito collettivo al quale è impossibile sottrarsi e che in continuazione vede aumentare il numero dei “pizzicati”: il morso del ragno contagia indistintamente uomini e donne nel nome della musica, della danza e del ritmo frenetico della pizzica.

Domenica 29, sempre a Palazzo San Giacomo, un’altra notte magica e di festa, protagonisti Vinicio Capossela con La Banda della posta.