E’ possibile una convivenza pacifica tra scimmie e umani?

Sono passati dieci inverni da quando le scimmie rese più evolute da un virus creato dagli umani sono evase dalla gabbia in cui erano state rinchiuse e hanno combattuto quest’ultimi sul ponte di San Francisco. E’ questa la sinossi ufficiale che apre il film Apes Revolution-Il pianeta delle scimmie.

apes2L’umanità è quasi del tutto estinta, uccisa da quel virus creato proprio da loro stessi, solo un piccolo gruppo di persone è rimasto in vita, immune da quel virus letale. Le scimmie vivono nella foresta, hanno creato una piccola comunità, capitanata sempre da Cesare, che oramai è cresciuto, è divenuto più saggio e si è creato una famiglia.

Cesare crede che gli umani siano tutti morti e i suoi sentimenti vagano da un misto di nostalgia, soprattutto per Will (James Franco) un padre per lui, e un misto di rancore verso coloro che invece disprezzano la sua razza.

Questo equilibrio idilliaco che si è creato tra le scimmie viene sconvolto dall’arrivo nella foresta di cinque umani, in cerca di una diga che permetta loro di riavere la tanto amata elettricità.

E’ qui che il regista Matt Reeves (Cloverfield), mette in scena un vero e proprio dibattito di attualità, ossia la questione razziale. Tutto parte da una semplice domanda:

E’ possibile una convivenza pacifica tra due razze diverse sotto lo stesso tetto?

apes1Vedremo che nel corso della pellicola si delineeranno due tipologie di comportamenti tra le scimmie e le persone; da una parte abbiamo Cesare che crede in un equilibrio tra le due razze, perché ha conosciuto sia la parte peggiore di loro, che quella migliore (Will), e quella di Malcom interpretato da Jason Clarke, che come il leader delle scimmie crede in una pacifica convivenza tra le due specie, mentre dall’altra abbiamo Koba, che si potrebbe definire il luogotenente di Cesare, il quale odia profondamente il genere umano, così come Dreyfus (Gary Oldman) disprezza quegli animali che a causa del virus gli hanno portato via tutto.

Il risultato è drammatico, inizierà una battaglia tra le parti innescata da un tranello ad opera di Koba, che culminerà con la perdita sostanziale di vite da entrambe le parti.

Emblematica è la frase che chiude la pellicola che Cesare dirà a Malcolm:

“La Guerra è già iniziata e l’hanno cominciata le scimmie”.

Matt Reeves opta per una narrazione semplice e diretta, in cui i dialoghi attraverso il linguaggio dei segni la fanno da padrone, meno evidenti quegli tra gli umani, forse un po’ troppo banali in certi passaggi. Ma la trama è raccontata con un’abilità notevole e rende quindi l’intera parabola avvincente e appassionante.

apesCesare è una scimmia creata al computer, ma i suoi movimenti sia corporali che facciali sono reali, catturati grazie alla tecnica del motion capture dal corpo e dal volto dell’attore Andy Serkis, veterano e maestro di questa strabiliante tecnica.

Reeves grazie alla tecnica del CGI crea scimmie talmente stupefacenti ed effetti speciali unici che non sente l’assoluto bisogno di distruggere palazzi, strade, o città intere, insomma possiamo affermare che la sua non è la scuola di Michael Bay; ma quella che mette d’accordo i critici e incassa un buon risultato al botteghino. Ma in fondo ogni regista ha la sua firma, perciò facciamoli agire come meglio credono.

Apes Revolution si rivela essere più incisivo del suo prequel e sicuramente più entusiasmante; ma se da una parte gli effetti speciali, il motion capture rendono la pellicola avvincente, dall’altra l’assenza di James Franco si fa sentire ad alti livelli in tutti i suoi 130 minuti, anche perché Jason Clarke se pur bravo nella parte che svolge, non è alla stregua del suo predecessore.

Del cast oltre a Andy Serkis, Jason Clarke e Gary Oldman fanno parte: Keri Russell, Toby Kebbell, Keir O’Donnell, Kodi-Smit.McPhee, Enrique Murciano, Kirk Acevedo, Judy Greer, Karin Konoval, Jocko Sims e Jon Eyez.

Camilla Lombardozzi