La neve sul Vesuvio.


Il 16 ottobre è prevista neve a Napoli, dove solitamente non nevica mai. Al cinema, infatti, arriverà il film di Vincenzo Salemme ‘E fuori nevica!’ con Carlo Buccirosso, Nando Paone, Paola Quattrini, Margareth Madè, con la partecipazione straordinaria di Maurizio Casagrande e Giorgio Panariello nel ruolo di Giacomo Furia.

La storia del film racconta la convivenza forzata di tre fratelli, di questi tre universi paralleli che non sono mai riusciti ad incontrarsi ma ora costretti a vivere insieme dalle volontà testamentarie della mamma. Tutte le situazioni quotidiane sono occasioni di scontri ed equivoci evidentemente comici.

Nel film Enzo Righi (Vincenzo Salemme) è un uomo sui cinquant’anni che si comporta come se ne avesse venticinque, eternamente immaturo e incapace di assumersi ogni forma di responsabilità. Vive cantando (male!) su una lussuosa e scintillante nave da crociera. E proprio su questa nave un giorno, mentre cerca di intrattenere un pubblico di stranieri con le sue sgangheratissime canzoni, gli arriva la notizia che sua mamma è morta, ed è atteso a casa per la lettura del testamento. Enzo manca da Napoli da quasi trent’anni. E’ andato via poco dopo la morte del padre, lasciando sola la mamma con gli altri due figli nella casa di famiglia, unico bene di valore che possiedono e unica ragione che lo induce a tornare in quella città, in quel quartiere, in quella casa dove è cresciuto insieme ai fratelli, Cico e Stefano, fratelli come lui abbastanza particolari.

Stefano, è un agente di cambio che ha perso da poco il lavoro a causa della crisi, perennemente in stato d’ansia. Negli ultimi due anni ha dovuto affrontare la malattia che gli ha portato via la mamma e accudire il terzo e ancora più “particolare” fratello, Cico. A rendergli la vita ancora più difficile il suo amore inespresso per Nora. Inespresso perché non la può nemmeno incontrare, le può parlare solo attraverso il telefono, anzi al telefono può parlare solo tramite la mamma di Nora, una guardiana feroce della castità di sua figlia. Salvo poi scoprire, grazie a Cico, il segreto che nasconde Nora.

Cico è il classico simpatico picchiatello. Vive in una realtà tutta sua, interpretando senza soluzione di continuità tutti i personaggi che osserva e incontra nella vita reale.

Vincenzo Salemme racconta: “Ho scritto “E fuori nevica…!” in forma di commedia teatrale nel 1994. Sono passati esattamente venti anni. E allora mi sono detto: come posso festeggiare al meglio questo anniversario? E mi è venuta voglia di farne un film. Ovviamente quello del compleanno non è il motivo principale che mi ha portato alla scelta di trasformare in racconto cinematografico quello che è stato il mio primo vero successo teatrale a livello nazionale. Ho riflettuto innanzitutto sulla potenzialità cinematografica del testo. Il teatro è molto diverso dal cinema lo sappiamo tutti. Quello che importava in questo caso era la capacità del testo di “espandersi”, di “aprirsi”, di allargare il proprio orizzonte narrativo. “e fuori nevica” parla di famiglia, di disabilità, di tolleranza, di affetto, di amore fraterno… e questi sono temi universali, che arrivano al cuore di tutti. Questo film credo abbia la forza per ragiungere un pubblico trasversale sia dal punto di vista geografico che sociale che generazionale che culturale. Ma sopratutto “e fuori nevca” fa ridere! E fa ridere senza cattiveria pur mostrando i sentimenti piu nascosti dell’animo umano, pur scoperchiando gli altarini delle ipocrisie familiari. Il personaggio di Cico, quello che scatena con la sua diversità mentale tutte le reazioni, tutte gli imbarazzi dei cosidetti “normali”, è un finto emarginato, una finta vittima. È un uomo che ha capito quanto finto buonismo si nasconde anche nei gesti più affettuosi dei fratelli”.

Questa commedia ha appassionato il pubblico sin dalla sua prima replica teatrale. Ha avuti gli stassi ampi consensi sia a Napoli che a Roma che a Milano. Tante famiglie si sono in qualche modo riconosciute nel racconto di questi tre fratelli che perdono la mamma e sono costretti finalmente a fare i conti con la vita reale, la vita fatta di responsabilità e di condivisioni. Spicca su tutta la vicenda la decisione della mamma di lasciare a questi tre figli, questi tre eterni immaturi, una casa in eredità. Con l’obbligo, se vorranno usufruirne, di restare uniti per sempre. Estremo tentativo di salvaguardare quel figlio più indifeso, Cico? o per far rietrare lo scapestrato Enzo dal suo girovagare inutile alla ricerca del successo artistico che mai arriverà? o per vedere finalmente felice il figlio Stefano sempre in bilico tra l’amore e la depressione?

“L’ultima volta che abbiamo portato in scena la commedia è stato nel 2000 – confessa Salemme -. Mi sembra arrivato il momento di rinfrescare il ricordo di chi l’ha vista in quegli anni. Era il momento giusto di dare ascolto alle continue richieste di tutte quelle persone che in questi anni mi hanno espresso il desiderio di rivederla. La commedia andò anche in tv nel 1995 nella primissima edizione di “Palcoscenico” il programma di diffusione teatrale creato dal compianto Bagnasco. Ed anche in quel caso ebbe un ottimo ascolto. Ed eravamo attori totalmente sconosciuti. Fu il primo film “L’ amico del cuore” che ci diede una certa fama. Andò molto bene al botteghino ma sopratutto piacque e fece ridere il pubblico. E i nomi di Buccirosso, di Paone, di Casagrande ed il mio cominciarono a circolare con maggiore frequenza. Poi seguirono altri successi al cinema e al teatro. Ma nel 2000 ognuno di questi bravissimi attori che ho sopra citato prese la sua strada. Ognuno alla ricerca del proprio sacrosanto successo. Questo film mi è sembrata l’occasione giusta per rimettere insieme, dopo tanti anni, questo gruppo di attori. E questa commedia che parla appunto di una famiglia che torna a stare insieme mi sembrava la scelta più giusta. Ed infatti quando l’ho proposta a Carlo Nando e Maurizio hanno aderito senza un attimo di esitazione. Anche per loro questo film è stato come un “ritorno a casa”. Forse per questo abbiamo lavorato con un ritmo fantastico. Come se non ci fossimo mai separati. E sappiamo tutti che l’affiatamento tra gli attori, sopratutto in una commedia, è un aspetto fondamentale per il buon esito della stessa. Di conseguenza non abbiamo sprecato nemmeno un minuto per girare il film. Sembrava perfettamente oliato. Siamo andati “ad occhi chiusi” fermandoci solo quando ci scappava da ridere (maggiore responsabile proprio il sottoscritto ahime’!). e ci siamo divertiti molto. Come credo possa divertirsi il pubblico con questo film solare ed anche commovente, di quella commozione allegra che ti sanno dare solo i grandi sentimenti. Sono davvero felice di avere realizzato questo film e sono felice di poter mostrare al pubblico un prodotto ben confezionato e sopratutto ben recitato. Questa è la mia ambizione quando faccio una commedia o un film. Vorrei che andasse bene al botteghino per continuare su questa strada che mi è più congeniale, quella della commedia comica che nasce dai piccoli e grandi drammi dell’uomo moderno”.

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