Hans Memling.

Le opere di Hans Memling in mostra a Roma, alle Scuderie del Quirinale, fino al 18 gennaio 2015.8

Un’iniziativa ambiziosa che consentirà al pubblico italiano di ammirare, per la prima volta, una grande rassegna dedicata all’artista che, nella seconda metà del Quattrocento, dopo la morte di Rogier van der Weyden sotto cui si era formato, diventa il pittore più importante di Bruges, cuore finanziario delle Fiandre e centro di produzione artistica tra i più avanzati dell’area fiamminga.
La mostra prende in esame ogni aspetto dell’opera di Hans Memling, dalle pale monumentali d’altare ai piccoli trittici portatili, oltre ai celebri ritratti, genere in cui Memling seppe perfezionare lo schema campito su uno sfondo di paesaggio, che esercitò una fortissima seduzione anche presso numerosi artisti italiani del primo Cinquecento.

Memling fu per molti aspetti il maestro di Bruges per antonomasia. La sua estesa influenza artistica e la sua sensibilità ai gusti dei committenti sono alla base della produzione di opere che, oltre alla loro bellezza, assumono un rilievo specifico nella storia dell’arte. Memling, infatti, segnò profondamente l’arte del Cinquecento e la pittura di Bruges per almeno una generazione dopo di lui, conquistando un posto d’onore nel novero dei cosiddetti ‘primitivi fiamminghi’.

Una monografica mai realizzata prima nel nostro Paese che mette in luce le eccelse qualità di questo protagonista assoluto del Rinascimento fiammingo.Memling, Hans (1425/40-1494): The Passion. Turin, Galleria Sabauda*** Permission for usage must be provided in writing from Scala. ***

La mostra si propone inoltre di approfondire le forme di mecenatismo che fecero da propulsore per la carriera dell’artista. Più di tutti i suoi contemporanei, Memling divenne il pittore preferito della potente comunità di mercanti e agenti commerciali italiani a Bruges, diventando l’erede di maestri fiamminghi ormai scomparsi, Jan Van Eyck e Rogier van der Weyden.
Fin dall’inizio della sua attività indipendente come pittore di tavole, Memling riuscì a creare una sintesi dei notevoli risultati di entrambi quei maestri, già tenuti nella più alta considerazione dalla nobiltà italiana e dalle élite urbane che ne fecero il loro pittore di riferimento.

Oltre a capolavori di arte religiosa provenienti dai più importanti musei del mondo, tra cui dittici e trittici ricomposti per la prima volta in occasione della mostra come il Trittico Pagagnotti (Firenze, Uffizi; Londra, National Gallery), il Trittico di Jan Crabbe (Vicenza, Museo civico; New York, Morgan Library; Bruges, Groeningemuseum) o il monumentale Trittico della famiglia Moreel (Bruges, Groeningemuseum) che fa spettacolare fondale al percorso espositivo al primo piano, la mostra presenterà una magnifica serie di ritratti tra cui Ritratto di giovane dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Ritratto di uomo dalla Royal Collection di Londra – prestito eccezionale della Regina Elisabetta II -, il celeberrimo Ritratto di uomo della Frick Collection di New York nonché il magnifico Ritratto di uomo con moneta romana (ritenuto l’effigie dell’umanista Bernardo Bembo) proveniente da Anversa.

Verso la fine del XV secolo, all’apice della sua carriera, i dipinti di Memling incarnano non solo l’influenza dell’arte fiamminga sul Rinascimento italiano, ma anche la tendenza inversa. Se la pittura e in particolare la ritrattistica italiana dell’epoca rivelano evidenti suggestioni dell’arte di Memling, parallelamente le composizioni di quest’ultimo integrano motivi ed elementi decorativi di stampo italiano, specialmente per quanto riguarda le raffigurazioni di Maria.6

I dipinti di Memling e, in misura minore, degli artisti di Bruges suoi contemporanei, erano talmente richiesti che i viaggiatori di passaggio ne approfittavano per commissionare dipinti devozionali, ritratti o pale d’altare presso le botteghe della città. Tale fu il caso del mercante fiorentino Paolo Pagagnotti, che commissionò il trittico presente in questa sala all’anonimo Maestro della leggenda di sant’Orsola. È probabile che sempre Paolo abbia commissionato per l’influente zio, il vescovo domenicano Benedetto Pagagnotti, anche il trittico esposto nella sala seguente. Se il trittico di Paolo presenta una decorazione tipicamente fiamminga, quello dello zio, realizzato da Memling, presenta motivi distintamente italiani.

A partire dagli anni Ottanta del Quattrocento, Memling iniziò a introdurre figure e ornamenti “all’antica” nelle sue opere. Ad esempio, ritroviamo a più riprese la composizione della Madonna col Bambino incorniciata da festoni e ghirlande stesi da puttini. Sebbene questi motivi derivassero dall’antico, Memling trasse probabilmente ispirazione dagli artisti del Rinascimento italiano, come Donatello.
L’arte di Memling continuò a ispirare gli artisti italiani, e questo non solo dal punto di vista stilistico. Lo si vede chiaramente dalla Trasfigurazione di Sandro Botticelli, che attinge all’intensa spiritualità delle tavole devozionali dei Paesi Bassi e ne veicola l’espressività emotiva a scapito del naturalismo. L’influenza nordica, in questo caso, si manifesta a livello tematico anziché stilistico.

0000.GRO1254.I-1255.II gusti cosmopoliti dei committenti di Memling lo incoraggiarono ad arricchire la sua estetica relativamente classica con formule innovative.
Le numerose copie di cui furono oggetto i quadri di Memling testimoniano di quanti seguaci e ammiratori egli avesse non solo a Bruges, ma anche altrove in Europa: ad esempio, la copia fedele del Cristo Benedicente di Memling, per mano del Ghirlandaio, sembra indicare che le repliche dei suoi lavori erano molto richieste persino in un centro artistico importante come Firenze.
Ciò che il Ghirlandaio tenta di emulare in questo dipinto non è solo la tecnica pittorica di Memling, ma le qualità enfatiche dei Primitivi fiamminghi in generale.

L’impatto dei quadri di Memling in Italia è dimostrato dalle numerose citazioni dei suoi lavori riscontrabili nelle opere di artisti fiorentini, veneziani e di altri centri artistici italiani. Il Trittico di Benedetto Pagagnotti – eccezionalmente riassemblato in occasione di questa mostra – era conservato nelle stanze private del palazzo del vescovo committente a Firenze. Sebbene fosse destinato al culto privato del suo proprietario, il trittico era noto a un pubblico ben più vasto ed ebbe un forte impatto su pittori fiorentini come Filippino Lippi e Fra Bartolomeo, che ne copiarono alcuni dettagli, tra cui il mulino ad acqua raffigurato sullo sfondo del pannello centrale.

1aMemling fu per molti aspetti il maestro di Bruges per antonomasia. La sua estesa influenza artistica e la sua sensibilità ai gusti dei committenti sono alla base della produzione di opere che, oltre alla loro bellezza, assumono un rilievo specifico nella storia dell’arte. Memling, infatti, segnò profondamente l’arte del Cinquecento e la pittura di Bruges per almeno una generazione dopo di lui, conquistando un posto d’onore nel novero dei cosiddetti ‘primitivi fiamminghi’.

LE SEZIONI DELLA MOSTRA

L’esposizione si compone di sette sezioni. Nella prima saranno esposti i lavori iniziali di Memling accanto a quelli del suo ‘presunto’ maestro Rogier van del Weyden. Il confronto tra i due artisti farà comprendere perché Memling divenne così popolare presso la committenza italiana e perché i suoi lavori erano parimenti richiesti dai clienti e dagli artisti.

Tra le opere presenti in questa sezione, la Deposizione di van der Weyden, il Trittico per Jan Crabbe, per la prima volta ed eccezionalmente ricostruito per l’esposizione dal momento che la parte centrale arriva da Vicenza, le ali interne dalla Morgan Library di New York e quelle esterne dal Groeninge Museum di Bruges.Memling, Hans (1425/40-1494): Portrait of Giovanni da Candida. Antwerp, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten*** Permission for usage must be provided in writing from Scala.

La seconda sezione evoca il tema delle grandi commissioni per i committenti italiani attivi nelle Fiandre. A testimonianza di una reciproca fascinazione tra le Fiandre e l’Italia, si presenta in questa sezione una grande tavola lignea di Ignoto maestro napoletano che, nella figura di San Michele, riecheggia in modo patente la figura del Trittico del Giudizio universale di Danzica, in particolare quella dipinta sull’anta posteriore.
Memling è stato un eccellente ritrattista. Le sue opere furono modello per la ritrattistica rinascimentale tanto in Italia quanto nelle Fiandre.

La terza sezione dunque è dedicata ai suoi ritratti messi a confronto con altri pittori a lui coevi in Belgio. Tra le opere presenti in questa sezione rammentiamo il Ritratto d’uomo della Frick Collection, quello della Royal Collection e ancora quello dell’Accademia di Venezia.
A conclusione di questa sezione viene presentato il monumentale Trittico per la famiglia Moreel proveniente dal Groeninge Museum di Bruges, dove le figure dei donatori dipinte sugli sportelli laterali mettono a frutto le straordinarie doti di ritrattista.
La quarta sezione è focalizzata sulla pittura di narrazione di Memling. Il pittore di Bruges è stato anticipatore di questo genere creando moltissime opere affascinanti che accrebbero la stima nei suoi confronti. La Passione di Cristo, commissionata da Tommaso Portinari ed entrata nella collezione dei Medici, oggi conservata alla Galleria Sabauda e presente in mostra, fece sì che molti pittori italiani cominciassero a trattare la pittura narrativa in modo completamente nuovo. La quinta sezione è dedicata agli altari devozionali di committenza privata. In essa saranno presenti un numero consistente di lavori mai mostrati prima al pubblico. La sezione è costituita di tre parti: la prima contiene i lavori di Memling, mentre la seconda è centrata sui pittori che a Bruges lavoravano per clienti italiani e proprio in questa parte saranno presenti alcuni tra i lavori più importanti delle collezioni italiane sottoposti a indagine scientifica per la prima volta. Nella terza parte della sezione alcune opere di Memling che recano i primi segni dell’ornamentistica rinascimentale che venne fatta propria dal nord Europa. Tra le opere presenti in questa sezione La Madonna con Bambino ed Angeli dalla National Gallery of Art di Washington, alcune tavole recentemente scoperte provenienti dalla Spagna e lo straordinario monumentale trittico di San Lorenzo della Costa, dipinto per l’omonimo mercante genovese, parzialmente attribuito a Memling e che testimonia degli scambi tra Genova e il Nord.

10I gusti cosmopoliti dei committenti di Memling lo incoraggiarono ad arricchire la sua estetica relativamente classica con formule innovative.
Le numerose copie di cui furono oggetto i quadri di Memling testimoniano di quanti seguaci e ammiratori egli avesse non solo a Bruges, ma anche altrove in Europa: ad esempio, la copia fedele del Cristo Benedicente di Memling, per mano del Ghirlandaio, sembra indicare che le repliche dei suoi lavori erano molto richieste persino in un centro artistico importante come Firenze.
Ciò che il Ghirlandaio tenta di emulare in questo dipinto non è solo la tecnica pittorica di Memling, ma le qualità enfatiche dei Primitivi fiamminghi in generale.

L’impatto dei quadri di Memling in Italia è dimostrato dalle numerose citazioni dei suoi lavori riscontrabili nelle opere di artisti fiorentini, veneziani e di altri centri artistici italiani. Il Trittico di Benedetto Pagagnotti – eccezionalmente riassemblato in occasione di questa mostra – era conservato nelle stanze private del palazzo del vescovo committente a Firenze. Sebbene fosse destinato al culto privato del suo proprietario, il trittico era noto a un pubblico ben più vasto ed ebbe un forte impatto su pittori fiorentini come Filippino Lippi e Fra Bartolomeo, che ne copiarono alcuni dettagli, tra cui il mulino ad acqua raffigurato sullo sfondo del pannello centrale.8

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