Ti ho sposato per allegria.

locandinaEmanuele Salce ritorna a vestire i panni di Pietro, il protagonista delle commedia più divertenti di Natalia Ginzburg: Ti ho sposato per allegria. Lo spettacolo, che già lo scorso anno ha riscosso successo di pubblico e critica, farà tappa a Milano dal 7 al 16 novembre al Teatro San Babila. Diretto da Piero Maccarinelli lo spettacolo è prodotto dalla Erretiteatro30 di Roberto Toni.

Dopo l’apprezzatissimo “Mumble Mumble, confessioni di un orfano d’arte”, Emanuele Salce interpreta il protagonista maschile della commedia che fu anche una delle regie “cult” di suo padre Luciano, che nel 1967 diresse con enorme successo Adriana Asti (per cui la Ginzburg scrisse la commedia) e Renzo Montagnani poi portata anche sul grande schermo dallo stesso Salce con Monica Vitti e Giorgio Albertazzi.

ti-ho-sposato-per-allegria-350x233Nella commedia della Ginzburg, Emanuele interpreta il neo-marito di Giuliana, interpretata da Chiara Francini, conosciuta da poco più di un mese. Lui è un professionista tranquillo e sicuro di sé, borghese ma anticonformista. Lei è svampita, romantica, tendente all’amore assoluto, ha avuto un passato tormentato, con diversi amanti ed un tentato suicidio alle spalle. Si sono conosciuti a una festa e si sono rapidamente innamorati. Così almeno crede lui, lei è un po’ dubbiosa. Quando una domenica arriva a pranzo la madre di Pietro, che ha preso malissimo le nozze del figlio ed è una borghese reazionaria e perbenista, Giuliana è sicura di non superare l’esame. E infatti combina un pasticcio dietro l’altro, aiutata dalla cameriera Vittoria, svitata quanto lei. Ma tutto finisce a ridere: d’altronde il posato Pietro ha sposato Giuliana proprio per allegria.

salce-franciniNel testo della Ginzburg, che farà tappa in diversi teatri d’Italia, non mancano situazioni esilaranti, ma trovano spazio anche riflessioni profonde sul rapporto di coppia, sull’aborto, sulla morte e sulla capacità di affrontare la vita a volte anche con leggerezza.

“Quello di Pietro è un personaggio nuovo per me. Diverso dai ruoli di cattivo o pomposo con cui spesso mi cimento a teatro. Un personaggio attraverso il quale ho la possibilità di fare ciò che mi piace fare: esplorare nuovi mondi” e aggiunge “Sono molto legato a questo spettacolo. Sono nato metà degli anni Sessanta, quando mio padre metteva in scena il testo della Ginzburg; probabilmente sono stato tenuto in braccio in qualche camerino di uno dei teatri in cui veniva rappresentata la commedia, che fu un grande successo, replicata per più stagioni, e il film fu proprio il seguito di questa gioiosa accoglienza del pubblico”.

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