Si chiude il Festival di Berlino 2015. Quattro i film che potrebbero aspirare all’Orso d’oro o ai premi più importanti di questa 65esima edizione. Su tutti, ‘The Club’ il film più cupo e scomodo del cileno Pablo Larrain sulla pedofilia dei preti; ‘Taxi’ di Jafar Panahi, una commedia minimalista sull’Iran contemporaneo, ‘Eisenstein in Guanajuato’ inedito e divertente Greenaway che racconta il viaggio negli anni Trenta fatto in Messico dal cineasta russo per girare Que viva Mexico!, un film che non ha mai visto la luce e, infine, ’45 Years’ di Andrew Haigh con Charlotte Rampling che racconta il festeggiamento del 45 anniversario di matrimonio di una coppia inglese. Fervono i preparativi, ma tutto viene sconvolto dal ritrovamento del corpo perfettamente conservato in un ghiacciaio svizzero di un precedente amore del marito.
Outsider potrebbe risultare anche ‘Vergine giurata’ di Laura Bispuri che ha colpito per l’interpretazione di Alba Rohrwacher. ‘Brava Alba’ titola infatti la Frankfurter Allgemeiner Zeitung che continua “fuma come il giovane Dean Martin, impugna il fucile come Clint Eastwood e sorride come solo lei sa fare… di mille persone che non avremmo più voglia di vedere, finalmente arriva qualcuno che non vorremmo mai smettere di guardare”.
Anche Variety titola: “un film solenne e sensibile con una grande interpretazione di Alba Rohrwacher. Un esordio di Laura Bispuri rigoroso e delicato. Alba sostiene la duplicità del personaggio interpretando con grande maestria Hana/Mark. Una figura che non si sente mai a proprio agio nella sua pelle”. E infine Hollywood Reporter scrive: “Alba Rohrwacher interpreta una giovane donna costretta a comportarsi come un uomo nell’esordio di Laura Bispuri. La regista già premiata per i suoi corti ha fatto un impressionante salto di qualità nella competizione di Berlino con questo ottimo esordio. Bispuri ha un notevole talento nel raccontare la fisicità sullo schermo… bella la fotografia e le musiche sapientemente usate per sottolineare l’emozione del film”.
Alba Rohrwacher, inoltre, ha ricevuto il Premio Bacco, un riconoscimento assegnato dai critici italiani a margine della Berlinale. Il premio le è stato consegnato dall’Ambasciatore d’Italia, Piero Benassi. Il Premio Bacco, giunto alla 23/ma edizione, è una iniziativa di Massimo Mannozzi, proprietario di un famoso ristorante italiano e una istituzione a Berlino. Si svolge ogni anno verso la fine del Festival e raduna personaggi illustri della comunità italiana e tedeschi amici dell’Italia.
Per chiudere il sipario della Berlinale, infine, è stato scelto con un classico come Cenerentola che, questa volta, si presenta in carne e ossa. Sotto la direzione del regista Kenneth Branagh, la giovane attrice britannica Lily James – conosciuta per aver vestito i panni di Lady Rose McClare nella serie di successo ‘Downton Abbey’- è una ragazza orfana costretta a fare da serva alla sua matrigna, interpretata da Cate Blanchett, tanto sofisticata quanto crudele.
“Ero troppo matura per interpretare Cenerentola e non abbastanza divertente per essere io la fata madrina, così mi restava solo la matrigna”, ha ironizzato Cate Blanchett. “Per questo ho cercato di maltrattare Cenerentola in tutti i modi che ho potuto, anche se alla fine non ha funzionato”, ha ironizzato. Cenerentola, infatti, può contare su un ‘angelo da guardia’, una fata appunto, interpretata da Helena Bonham Carter che trasforma i topi in destrieri e il vestito di stracci della giovane in un maestoso “look” perfetto per lasciare senza respiro il principe, che altro non è che Robb Stark di “Il Trono di Spade” e cioè Richard Madden.