Dal 10 maggio nelle sale italiane, dopo la sua prima ufficiale al 32esimo Torino Film Festival, Let’s Go, piccolo gioiello di Antonietta De Lillo, con la collaborazione artistica di Giovanni Piperno, colpisce duramente e lo fa con minimalistica semplicità. E’ il prodotto dell’attiva interazione tra Mariposa Cinematografica, Marechiarofilm Produzioni, il progetto di Libera Miseria Ladra, le Film Commission Lombardia e Campania e si è avvalso, in fase di scrittura, del corso di sceneggiatura di Massimo Gaudioso presso la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté.
Un fotografo, una voce narrante, Napoli, Milano. Cosa accade ad un professionista italiano quando la ruota smette di girare nel verso giusto?
E’ talmente facile immedesimarsi nel protagonista che lo stomaco inizia a stringersi ma, dopo pochi istanti, piccola magia sul grande schermo…iniziamo a sorridere. Un equilibrio perfetto tra la difficoltà del tema e la poesia della narrazione ci portano a diventare immediatamente amici di Luca Musella, a berci una birra insieme a lui: “Sono diventato un esperto. Trovo lavoro a tanta altra gente ma non a me perché in realtà, diciamo, sono proprio incollocabile da un punto di vista professionale. Ci sono delle regole per cui chi ha la mia età ha difficoltà a collocarsi”.
Dopo La pazza della porta accanto, dedicato all’immensa Alda Merini ed ancora in giro per le sale italiane, la talentosa Antonietta De Lillo ritorna dietro la macchina da presa per affrontare uno dei temi cardine, uno dei peggiori tabu della società italiana contemporanea, la perdita del lavoro: “Una storia che riguarda tanti di noi. Come in Italia oggi quando si cade, quando si ha una sventura economica, lavorativa, in realtà si è soli, si è completamente soli e grazie a Luca che non è soltanto il protagonista ma è anche l’autore insieme a me, siamo riusciti a fare un ibrido tra il racconto della realtà e un pezzo letterario scritto dallo stesso Luca. Continuiamo a camminare e troviamo delle strade, anche da soli. […] Se da una parte ci sono delle bellissime notizie come tre film a Cannes, dall’altra parte credo che il lavoro del cinema della realtà serve a trovare una strada ed a riprendere tanti pubblici diversi, ad iniziare a differenziarci, a portare questo paese al cinema non più al pensiero unico ma a tanti diversi cinema”.