In concorso al festival di Cannes ‘Il sicario’, ovvero la guerra del narcotraffico al confine tra Stati Uniti e Messico, di Denis Villeneuve con Benicio Del Toro, Josh Brolin ed Emily Blunt.
“E’ una realtà di cui in America non si parla – afferma il regista sulla croisette – tutti conoscono la violenza di quel luogo su cui vige però una cappa di silenzio. La violenza è orribile, ma il silenzio è ancora peggio. Come regista non me la sono sentita di non raccontare questa realtà”.
Sicario non parla tanto di Messico quanto delle responsabilità dell’America. Nel film, in una zona di confine tra Stati Uniti e Messico un’agente dell’Fbi dell’Arizona, Kate Macer (Emily Blunt), viene arruolata dall’agente speciale Matt Graver (Josh Brolin) in una task force governativa contro i cartelli messicani della droga.
Con loro a guidare l’iniziativa c’è anche il consulente colombiano Alejandro (Benicio Del Toro) dal passato misterioso.
La squadra parte per un viaggio clandestino che porterà a galla lo scopo sotterraneo di Alejandro, costringendo Kate a mettere in discussione le sue certezze morali.
L’obiettivo effettivo è quello di combattere sul loro territorio i capi del narcotraffico messicano, utilizzando tattiche adeguate e protocolli più vicini alle regole di ingaggio militari nelle missioni di guerra che alle operazioni di polizia.
“Viviamo in un’epoca piena di zone grigie”, afferma il regista canadese Denis Villeneuve.
“Mi sono innamorato della sceneggiatura di Taylor Sheridan – continua
il regista – perché la protagonista era una donna, una cosa anomala per questo genere di film”. Per Emily Blunt il suo personaggio: “Porta la pistola, ma non è un duro. La mia Kate in realtà è molto vulnerabile e io non ho fatto nulla per renderla mascolina”.