Sopravvissuto, solo su Marte con la disco music.

A tutti è capitato di sentirsi abbandonati. Ma solo Mark Watney conosce la sensazione di essere solo sul pianeta Marte con un mucchietto di patate e la disco music degli anni ’80 come una compagnia. Al cinema dal 1° ottobre con 20th Century Fox arriva The Martian (Sopravvissuto).

CopertinaIn seguito a una violenta tempesta durante una missione su Marte, l’astronauta Mark Watney (Matt Damon) viene creduto morto e abbandonato dal suo equipaggio. In realtà Watney è ancora vivo, ed è stato lasciato da solo su un pianeta rosso. Avendo a disposizione una quantità limitata di provviste, dovrà contare sul proprio ingegno, intelligenza e forza interiore per riuscire a sopravvivere e a inviare segnali di vita sulla Terra. Nel frattempo, a milioni di chilometri di distanza, la NASA e una squadra di scienziati di altissimo livello internazionale, si danno da fare per riportare a casa il “marziano”; contemporaneamente i membri dell’equipaggio di Watney cercano di mettere a punto una missione di soccorso quasi impossibile. E mentre tutti danno prova di grande coraggio, il mondo si stringe intorno a Watney, sperando e pregando affinché riesca a tornare sano e salvo.

Basato su un best seller ‘L’uomo di Marte’ dello scrittore Andy Weir e diretto dal grande maestro del cinema Ridley Scott, Sopravvissuto – The Martian presenta un cast stellare, fra cui: Jessica Chastain, Kristen Wiig, Jeff Daniels, Michael Peña, Kate Mara, Sean Bean, Sebastian Stan, Aksel Hennie, Donald Glover, Mackenzie Davis e Chiwetel Ejiofor.

Impossibile replicare la storia di Robinson Crusoe nel XXI Secolo sul pianeta Terra – dove tutto ormai è interconnesso – si rende necessario trovare nuovi pianeti su cui perdersi. Ridley Scott però non cambia la chiave di lettura della storia originale di Daniel Defoe: “non siamo ancora finiti, se è ancora possibile reagire”. Solo che stavolta la sfida è proiettata in un futuro prossimo e l’arena in cui si decide il destino dell’uomo è il pianeta rosso, a 225 milioni di chilometri dalla Terra.

THE MARTIANSe Marte ha alimentato l’immaginazione dell’uomo per millenni, le immagini del film risultano quasi quelle di uno spazio familiare, grazie alle immagini che ci arrivavano da decenni di esplorazione spaziale dai robot, sonde e rover. Il film, che esce a pochi giorni dalla notizia della scoperta dell’acqua sulla superficie del pianeta rosso, nell’euforia di una possibilità in più per una missione umana, indaga la possibilità di costruirvi colonie.

“E’ una storia di sopravvivenza estrema”, spiega il regista Ridley Scott. “Mark Watney è isolato e sottoposto a stenti inimmaginabili. Il film racconta il modo in cui deve far fronte a questa situazione. Il suo destino dipende da come reagirà: se si lascerà andare al panico e alla disperazione, accettando una fine inesorabile, oppure se sfrutterà le risorse a sua disposizione, facendo leva sulle sue abilità, il suo senso dell’umorismo e la sua capacità di risolvere i problemi”.

L’umorismo di Watney diventa uno strumento per affrontare le ostilità, un modo che gli consente di accantonare la disperazione e di non pensare alle circostanze estreme in cui si trova. La sua propensione all’ottimismo è fondamentale in questa storia, ed è una delle caratteristiche del personaggio che ha convinto Matt Damon ad accettare il ruolo. “Il tono spiritoso della storia – afferma Matt Damon – non è mai fuori luogo e fa da complemento al dramma intenso della vicenda, cosa che non accade mai nel genere fantascientifico”.

A Watney va tutto male, tuttavia non si arrende. La sua speranza infonde al film uno spessore che va oltre il genere di avventura.

Dice Ridley Scott: “Ero affascinato da una trama che mostra la missione quasi impossibile di Watney e gli sforzi a livello internazionale e della NASA. Rivali geopolitici devono superare le proprie diversità e collaborare allo scopo di salvare la vita dell’astronauta; il mondo intero viene coinvolto in questa sfida enorme e complessa”.

THE MARTIANLa storia è ambientata in un prossimo futuro, più o meno a 12-15 anni da ora e virtualmente ogni aspetto scientifico è plausibile e sostenuto da teorie attuali. Con una sola eccezione: data la bassa pressione atmosferica di Marte (meno dell’1 percento di quella della Terra), una tempesta di vento dell’intensità di quella descritta non è possibile.

“Dovevo trovare il modo di costringere gli astronauti ad allontanarsi dal pianeta, quindi mi sono concesso qualche libertà”, confessa l’autore della storia Andy Weir. “E poi l’idea della tempesta mi sembrava interessante”.

Durante la tempesta, che ha luogo nel 18° sol di una missione che ne prevede 31, un pezzo di antenna va a conficcarsi nel costume di Watney, rendendo sia lui che i suoi sensori inoperabili. (Un sol è la durata di un giorno solare su Marte, che dura 24 ore e 40 minuti). Dal momento in cui si verifica questo singolare incidente, il suo ingegno, determinazione e coraggio saranno messi a dura prova. Dice Matt Damon: “Watney è un botanico e un ingegnere meccanico, inviato su Marte per studiare e rilevare campioni di terreno, nella speranza di scoprire la sua composizione e se è possibile renderlo coltivabile. È stato addestrato a sopravvivere, ma non ha molto tempo a disposizione. Immagina che ci vogliano 3 o 4 anni prima che possano soccorrerlo. Nella lotta fra uomo e natura, di solito è la natura ad avere la meglio”.

La battaglia più importante che Watney deve combattere, riguarda la sua volontà. Lasciarsi andare alla disperazione sarebbe deleterio quanto l’ostile ambiente marziano. Watney tiene un diario di bordo ‘visivo’ e, immaginando che possa diventare il suo testamento, lo arricchisce di dati scientifici e di una bella dose di ironia.

THE MARTIANLa Comandante Lewis (Jessica Chastain) è la leader della terza missione su Marte, chiamata Ares III, ed è capo di un equipaggio di sei persone che comprende anche Watney; Lewis comanda sia la missione che l’astronave Hermes. Il viaggio dall’orbita terrestre a quella marziana impiega nove mesi, un periodo di tempo sufficiente in cui Lewis afferma la propria autorità sulla squadra e in cui gli astronauti creano un forte legame fra loro. Per Jessica Chastain “Lewis è un personaggio molto ben delineato, che va ad arricchire il parterre di incredibili personaggi femminili di Ridley Scott. Lewis è stata addestrata nella Marina Militare e deve guidare una squadra composta da persone molto intelligenti e specializzate. Ha un rapporto amichevole e piacevole con l’equipaggio ma non intende lasciare ombra di dubbio su chi comanda”.

Il lavoro di Ridley Scott, in attesa dell’annunciato nuovo sequel di Alien a cui il regista conferma di aver già messo mano, ha connotati scientifici particolarmente accurati, incrocia “scienza e umanità” e non manca di “note comiche”. E, soprattutto, il film vuol essere “una lezione globale”, come afferma lo stesso regista. Quasi un incoraggiamento a collaborare fra paesi e genti diverse: nella corsa allo spazio come in politica, interna o estera che sia. “Perché – si domanda il regista alla soglia dei 77 anni – Usa, Cina, Giappone, Paesi europei non si mettono insieme per creare un team internazionale e andare su questo cavolo di Marte?”.

I commenti sono chiusi.