Jupiter – Il destino dell’universo, il nuovo prodotto dell’immaginazione di Andy e Lana (ex Larry) Wachowski, ora fratello e sorella, arriva al cinema giovedì 5 febbraio con Warner Bros.
Nel film scopriremo che la razza umana non è nata sulla Terra e che, come in Matrix, gli uomini non sono altro che una risorsa per una razza padrona. In Matrix (il film che ha consacrato proprio i fratelli Wachowski nel 1999), infatti, le macchine usano gli esseri umani come fonte di energia, “coltivando” miliardi di persone dentro baccelli e utilizzando il calore prodotto dai loro organismi. In Jupiter, invece, gli alieni da milioni di anni “coltivano” gli esseri umani su pianeti abitabili, una sorta di “fattorie”, per poi mieterli come il raccolto di un campo di grano.
“Gli extraterrestri considerano gli esseri umani come una miniera: è una metafora della lotta di classe”, spiegano i registi che sperano di tornare ad affascinare il pubblico con storie escatologiche, mescolando azione, fantascienza e un pizzico di dottrina filosofica sul capitalismo. Ingredienti che, conditi con gli effetti speciali 3D in dosi massicce, fanno di Jupiter un kolossal da 100 milioni di dollari. “Non abbiamo mai usato tanto computer come stavolta”, rivela Andy Wachowski.
La protagonista Mila Kunis è Jupiter Jones, nata sotto un segno zodiacale che la vedeva destinata a grandi cose ma che si ritrova orfana di padre, a fare le pulizie nei bagni insieme alla madre, per conto della società dello zio. Bellissima e ingenua all’inizio, si scopre che non è una qualsiasi ragazza di Chicago. Per il ruolo principale femminile, fu scelta inizialmente l’attrice Natalie Portman, che però rifiutò la parte, prima che fosse ufficialmente e definitivamente scelta Mila Kunis.
Channing Tatum è Caine, un ex soldato (un ibrido alieno tra uomo e lupo), che arriva sulla Terra per rintracciare Jupiter: la ragazza possiede uno straordinario codice genetico che potrebbe cambiare le sorti del cosmo, dominato dai tre fratelli Abrasax che vogliono impossessarsi dell’eredità della ragazza, il pianeta Terra, per distruggere la popolazione umana ed estrarne il bene più prezioso: l’elisir di giovinezza. Caine – nel film ritratto quasi sempre a torso nudo – è una sorta di Terminator da guardia con il fiuto da cane segugio.
Il più crudele dei fratelli Abrasax, Balem, è il candidato all’Oscar per ‘la teoria del Tutto’, Eddie Redmayne, che sembra in questo film una sorta di Loki, il Dio dell’inganno e fratellastro minore di Thor nei fumetti Marvel, con la voce sibilante e il look di Angelina Jolie in ‘Maleficent’.
Caine racconta a Jupiter che la razza umana non è originaria della Terra ma che è stata inseminata dalla stirpe di Abrasax e che Balem la vuole morta. Inizia così una serie di inseguimenti e combattimenti con personaggi di varie razze, tra lucertoloni con la voce di Smaug (il drago di Lo Hobbit), alieni che ricordano la puntata di X-Files su Roswell e personaggi che somigliano agli stessi registi del film: in particolare, una mercenaria motociclista aliena, sembra la copia esatta della regista Lana Wachowski.
Nel cast anche un subdolo Douglas Booth, che interpreta uno dei fratelli Abrasax; Tuppence Middleton che veste i panni di una ‘sempre verde’ principessa Abrasax e, soprattutto, Sean Bean che replica pedissequamente il personaggio di Boromir, nella trilogia del ‘Signore degli anelli’ diretta da Peter Jackson, e che in questa circostanza è un soldato alieno esiliato sulla Terra.
Nel film il tempo viene estratto dalle persone per donare la vita eterna ai padroni dell’Universo, così come il film stesso attinge da altre pellicole degli anni ’80 (Star Wars, La Storia Infinita, Super Mario Bros., Tron, Ritorno al Futuro, Dune, Labyrinth ecc.) trasportandone l’essenza nel nuovo millennio.
“È un film che abbiamo voluto fare per distrarci dal precedente, Cloud Atlas”, afferma Lana Wachowski. “La nostra carriera è un pendolo – aggiunge il fratello Andy – abbiamo sempre sperimentato. Abbiamo prodotto V per Vendetta, che era dark, poi volevamo fare qualcosa di originale ed è arrivato Speed racer, poi abbiamo sentito il bisogno di scavare a fondo ed è venuto Cloud atlas, un film sull’impatto della vita e dell’arte sulle altre vite. Ma a quel punto abbiamo avuto bisogno di qualcosa di più leggero ed ecco Jupiter”. “Volevamo mettere idee e emozioni nell’estetica della fantascienza e del 3D”, continua Lana, “il 3D ci ha permesso di spezzare il senso di claustrofobia che può provare una donna che lavora in casa e farla confrontare con altri universi, negli spazi che il 3D può rendere magnifici. Ecco l’estetica di questo film”.
C’è una scena divertente nel film in cui Jupiter cerca di districarsi nella burocrazia planetaria per ottenere il suo titolo di regina e proprietaria della Terra che ricorda ‘Brazil’ di Terry Gilliam, ma che stona con il contesto, come uno spot pubblicitario all’interno di una diretta sportiva.
Il film rimarrà alla storia anche per la peggior battuta romantica di sempre: Caine guarda Jupiter – che vorrebbe baciarlo – ed esclama “Maestà, ho molte più cose in comune con un cane che con lei”. E Jupiter risponde: “Amo i cani, li ho sempre amati”.