L’Arte del suicidio dei Cobra.

Encore une fois Paris, che a seguito della disastrosa guerra franco‐prussiana dà alla luce la ʺbelle époqueʺ e ancora dopo la “Grande Guerra” si popola, nei locali di Montparnasse, con artisti del calibro di Fitzgerald, Iris, Miller, Modigliani, Hemingway, Braque dando vita a quelle che sarebbero state “les Avant‐gardes du XXè siècle”. Constant_Concentratiekamp (oorlog)A quella epoca cupa post seconda guerra mondiale, mentre nel resto d’Europa le città sono ancora seppellite sotto le macerie, la sanguinante Parigi rimane il punto di riferimento dell’avanguardia e s’appresta a divenire la culla di un gruppo che, nonostante la premeditata brevità della sua vita artistica, avrebbe profondamente influenzato tutta la pittura e l’Arte del secondo Novecento.

L’8 novembre 1948, Karel Appel, Constant, Guillaume Corneille, Christian Dotremont, Joseph Noiret si riuniscono in un café parigino: nasce un nuovo movimento. Dono del belga Dotremont l’appelativo Cobra. E fino al 3 aprile 2016 è in corso la mostra, presso la Fondazione Roma Museo ‐ Palazzo Cipolla, “CoBrA: Una grande avanguardia europea (1948‐1951)”. La teorizzazione del manifesto Cobra è possibile riscontrarla già dal primo numero, ammirabile in mostra, dell’affascinante rivista omonima (1949). Karl Otto Götz_Stördö 8_11_1957Lì Asger Jorn nel suo “Discorso ai pinguini” sostiene il primato dell’irrazionalità come forma dell’Arte. C’è un parallelo tra le loro opere, nella purezza del gesto e nell’utilizzo della materia con quelle che, in quegli anni dall’altra parte dell’oceano, Jackson Pollock ha iniziato a dipingere. Jackson con il suo “Numero 1” (1948) avrebbe marcato indelebilmente i nuovi canoni della pittura del secolo scorso. Ma il tratto comune, fra i Cobra e Pollock, della coerenza nell’irrazionale manifestata su tela è evidente, seppure con tutti i suoi distinguo, basti guardare “Advanced Anti Geometric Space” (1961) di Jorn.

Libertà d’espressione artistica come risposta al realismo socialista, anche se il marxismo ha ispirato ideologicamente il gruppo. D’altronde alcuni dei Cobra s’impegnano politicamente, proprio come i Dada e i Surrealisti rivoluzionari nel combattere la società borghese.Christian Dotremont_En hiver un jour lapon In tale prospettiva è esemplare la denuncia di Karel Appel con i suoi “Begging Children” (1948), o quella di Constant prima con “Concentratiekamp‐oorlog” (1950) e infine con la sua “Colombe blessée” (1951) contro il mito socialista del pan‐pacifismo, in perfetta antitesi a quello che Picasso disegna per il manifesto del congresso del “Consiglio mondiale della Pace” (1949).

Heureusement, i Cobra intuiscono presto quali conseguenze artisticamente nefaste, attraverso il realismo sovietico, e moralmente esiziali, porta con sé il comunismo. Di qui la necessità di liberare l’Arte. E sebbene le basi teoriche del movimento poggino sul culto della libertà, i Cobra si esprimono attraverso il rifiuto dei dogmi, la sperimentazione e una creazione istintiva e spontanea. Non più la ragione a guidare il gesto dell’artista, bensì l’istinto stesso. L’inconscio diventa espressività in forma compiuta, come peraltro teorizzato da Corneille, attraverso qualsiasi materiale si adoperi nelle realizzazione delle opere.

Il domino della materia e del gesto è quello che si scorge passando in carrellata le sezioni attraverso le tele, i disegni, le sculture e le tecniche ibride esposte nell’esauriente Mostra romana, che racchiude opere provenienti dai principali musei europei, in primis la DIE GALERIE di Francoforte, e da varie collezioni private, tra cui spiccano i lavori dell’archivio di Pierre Alechinsky. L’impegno come Arte, e quindi nel momento stesso in cui il movimento rischiò di diventare “commerciale” (1951) ovvero di passare da Creatore a Produttore, il Cobra decise il suicidio. Il suo spirito per fortuna proseguirà, o se preferite prosegue visto che Alechinsky e Karl Otto Götz sono ancora vivi, nella gran parte degli artisti che ne hanno fatto parte.

Asger Jorn_Advanced Anti Geometric SpaceTerminato il percorso espositivo, il pensiero va fatalmente alla Parigi del venerdì 13 novembre assassinata proprio nel suo cuore culturale. La vivida speranza è che, proprio come dopo ogni tragico evento bellico, una volta ancora Paris possa risorgere dalle sue ceneri e assumere il suo ruolo ispiratrice di avanguardia, in fondo basterebbe soltanto attingere allo spirito che ha portato alla nascita dei Cobra. Infine l’acronimo Cobra. Ma cos’è Cobra, quale significato ha? Vi basterà andare all’ingresso della mostra e la vostra curiosità sarà soddisfatta…

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