Otto curiosità sull’attesissimo film ‘Point Break’:
1. Tutte le scene di azione del film sono reali e girate senza l’utilizzo di effetti speciali o lavorazioni digitali. Nessuno stuntman ha partecipato alle riprese del film: gli interpreti delle adrenaliniche scene di azione sono tutti atleti professionisti e campioni mondiali di sport estremi.
2. Le scene di surf sono state filmate a Jaws, nell’isola di Maui, durante la mareggiata più alta del decennio, con onde alte oltre 25 metri.
3. Durante la ripresa della scena di snowboarding, il regista Ericson Core ha rischiato di essere travolto da una valanga.
4. Per le scene di free climbing, i primi piani degli attori sono stati girati a un’altezza di oltre 60 metri, sulla facciata di una parete rocciosa, preparata apposta per loro, a pochi minuti di distanza dalle Angel Falls in Venezuela.
5. Il pilota Jhonathan Florez, che durante il volo in wingsuit ha effettuato le riprese con una telecamera RED montata sul casco, purtroppo il 3 luglio del 2015 è morto durante un lancio a Engelberg, in Svizzera.
6. L’attrice Teresa Palmer, che interpreta Samsara, ha un figlio che si chiama Bodhi e a cui ha dato questo nome prima ancora di sapere che avrebbe recitato nel film.
7. Luke Bracey che interpreta Utah è un surfista nella vita reale. Cresciuto in Australia, non avrebbe mai creduto di poter un giorno vestire i panni di Johnny Utah, suo idolo da sempre.
8. Gli attori James LeGros e Bojesse Christopher, che nel primo Point Break interpretavano i complici di Bodhi, Grommet e Roach, appaiono in questo film nel ruolo opposto di agenti dell’FBI.
Tra i migliori atleti arruolati come stunt o come consulenti tecnici, anche i surfer Laird Hamilton, Sebastian Zietz, Makuakai Rothman, Billy Kemper, Brian Keaulana, Ahanu Tson-dru, Ian Walsh, Laurence “Laurie” Towner, Dylan Longbottom, Albee Layer, Bruce Irons, Tikanui Smith, Tuhiti Humani, Mark Healy e Raimana Van Bastolear; gli snowboarder Xavier De Le Rue, Iouri Podladtchikov, Louie Vito, Christian Haller, Lucas DeBari, Ralph Backstrom e Mitch Toelderer; gli atleti di skateboard Bob Burnquist ed Eric Koston; i motociclisti Riley Harper e Oakley Lehman; i piloti di wingsuit flying Jon Devore, Julian Boulle, Noah Bahnson, Jhonathan Florez, Michael Swanson e Jeb Corliss e il free climber Chris Sharma, tra gli altri. Il film vanta camei dei deejay Steve Aoki, Seth Troxler e The Art Department, di Faris AlSultan e Michael Raelert, Campioni del Mondo di Ironman, nonché del commentatore sportivo e televisivo, Sal Masekela.
L’idea di un nuovo POINT BREAK, è partita dal miglior posto possibile: il cuore dei veri fan. “Il primo POINT BREAK è stato un capolavoro, ha ispirato intere generazioni. Tutti l’abbiamo amato e ne siamo stati influenzati”, dice il regista Ericson Core, il cui obiettivo era di onorare i temi e i presupposti della pellicola originale e al contempo spingere la storia oltre i limiti fisici…e poi superare ulteriormente questi limiti, portando il film a un livello che sarebbe stato impossibile raggiungere venticinque anni fa. “Volevamo usare l’ispirazione della versione originale, per poi realizzare sullo schermo la nostra visione di POINT BREAK, creando un progetto di scala globale e coinvolgendo nell’azione i migliori atleti del mondo di sport estremi”. Allo stesso tempo, Core e il team di filmmaker avevano ben chiaro che, a rendere così convincente il primo ‘Point Break’, è stata la relazione tra i due determinati protagonisti: il novello agente dell’FBI, Johnny Utah, alle prese con i demoni del passato e alla ricerca del suo posto nel mondo e la sua sfuggente preda Bodhi, una forza della natura, pieno di carisma e con un insolito programma. È proprio questo conflitto centrale tra due individui che appaiono diametralmente opposti, ma che stranamente vanno d’accordo, a fare da base alla storia. In aggiunta, Core afferma: “Molte delle domande filosofiche che si pone Bodhi meritano un approfondimento, come la sua idea di essere davvero liberi e vivere secondo il proprio codice personale; quindi anche noi abbiamo mantenuto questi concetti nella storia”. Quello che invece è completamente diverso all’interno della storia, è l’ambientazione in cui è rappresentato il conflitto tra Utah e Bodhi. I crimini che Bodhi commette con il suo gruppo, sono oggi molto più ricercati e pericolosi, con motivazioni e implicazioni di più ampia portata e ciò che Utah deve affrontare per fermarli, lo spingerà ancor più in terreni inesplorati.
Poiché si è deciso di ampliare la storia, arricchendo le imprese originali dei temerari surfisti californiani, il nuovo film necessitava un’ambientazione internazionale. Girato in undici paesi e quattro continenti, il film offre una nuova visuale di cosa voglia dire oggi essere un’atleta di sport estremi e include le più incredibili esibizioni di motocross, paracadutismo, volo in wingsuit, free climbing e, ovviamente, surf, eseguite da atleti che hanno dedicato, e rischiato, le proprie vite per perfezionare queste strabilianti imprese, molte delle quali non sono mai state viste prima in una pellicola cinematografica.
“Questo è un film che ti trascina dentro lo schermo”, afferma Andrew A. Kosove, uno dei produttori del film e anche atleta di triathlon. “Questo per il pubblico significa vedere acrobazie catturate dalla telecamera nel modo esatto in cui accadono, in posti reali, da veri atleti. Non si tratta di elaborazioni da effetti speciali: nessuno si schianta su un palazzo finto, scuotendosi la polvere di dosso e andando via come se niente fosse. Ci siamo trovati in Venezuela, alle Angel Falls, le più alte cascate del mondo; in cima al monte Jungfrau nelle Alpi; in Svizzera, a Walenstadt; a Teahupoo, sulla costa di Tahiti e a Jaws, vicino Maui, per acchiappare le onde più alte e temibili del decennio. Abbiamo girato delle immagini incredibili e non vedo l’ora che il pubblico le veda”.
Per il produttore Broderick Johnson, “È come essere in prima linea a vedere cosa significhi saltare giù da una montagna o cavalcare un’onda da 30 metri. Sentire quell’intensità e quel senso di vero pericolo è stata per me la parte più eccitante, sia come filmmaker sia come spettatore. Il nostro obiettivo era di coinvolgere il pubblico in maniera totale e portarlo a vivere delle emozioni che non si potrebbero vivere in altro modo”.
Oltre a perseguire l’eccitazione adrenalinica, POINT BREAK ha una storia da raccontare e ogni sequenza d’azione rappresenta un legame nella catena degli eventi. Per esempio, dice Core, “Il wingsuit flying, già di per sé sport incredibile al di fuori del film, è in realtà una parte molto importante del percorso di Utah e della sua connessione con Bodhi e con il resto del gruppo. È il momento di massima realizzazione; le scene che lo precedono servono da preparazione e quello che succede dopo è influenzato dall’esperienza che Utah vive in quell’attimo. Tutto è strettamente intrecciato”.