Zoolander 2, il film dalla A alla Z.

Blue Steel, Le Tigre e Magnum sono sufficientemente potenti da fermare una stella da lancio cinese e sventare i piani di conquista del mondo di un genio del male. Ma esiste solo un modello in grado di evocare tanta bellezza e potenza con una espressione… Derek Zoolander.

Paramount Pictures presenta ZOOLANDER 2. Il film, al cinema dall’11 febbraio, è diretto da Ben Stiller e tratto da una sceneggiatura scritta da Justin Theroux, Ben Stiller, John Hamburg e Nicholas Stoller. Stiller, Owen Wilson e Will Ferrell riprendono i loro ruoli del primo film. Penélope Cruz e Kristen Wiig si uniscono al cast stellare.

L’ultima volta che abbiamo visto i modelli Derek (Ben Stiller) e Hansel (Owen Wilson), si stavano godendo le meraviglie del “Centro Derek Zoolander per i Bambini Che Non Sanno Leggere Bene e Che Vogliono Imparare A Fare Anche Tante Altre Cose Buone”, mentre Mugatu (Will Ferrell) era finito dietro le sbarre. Una catastrofe imprevista però colpisce il Centro e costringe i due a ritirarsi, e vivere fuori dal sistema. Quindici anni più tardi Derek e Hansel sono ancora oppressi dalla vergogna ed isolati, conducendo vite separate al di fuori dal resto del mondo.

Quando entrambi ricevono un invito speciale per partecipare ad un grande evento internazionale di moda nell’antica e misteriosa città di Roma, non resistono al fascino di ritrovare il successo di un tempo e rendere il loro viaggio un ritorno alla civiltà. Al loro arrivo, Derek e Hansel incontrano gli stilisti bizzarri ed eccentrici che sono dietro al nuovo impero dell’alta moda. I due si rendono conto immediatamente che il mondo della moda dei loro anni d’oro è cambiato drasticamente, e vengono maldestramente e letteralmente ributtati sotto i riflettori.

Mentre lottano per trovare il loro posto in questo nuovo e strano mondo del blogging, vlogging, e moda anti-moda, vengono reclutati per tentare di fermare un complotto mortale che, altrimenti, avrebbe distrutto per sempre le speranze di far tornare l’alta moda al suo venerabile e glorioso status. Solo Derek e Hansel hanno il potere di salvare la moda.

zoolander  2 dNon molto tempo dopo il loro arrivo a Roma, Derek e Hansel vengono avvicinati da Valentina Valencia, una bella agente speciale della Global Fashion Division dell’Interpol che li recluta per aiutarla a risolvere un’indagine riguardo l’assassinio di un elenco allarmante di pop star. Tutti gli omicidi hanno in comune una caratteristica lampante che potrebbe sciogliere il caso – un selfie al momento della morte con l’espressione… BLUE STEEL. Convinta che c’è solo una persona che può interpretare quello sguardo, Valentina ed il suo assistente si mettono alla ricerca di Derek perché si infiltri nel mondo dell’alta moda per risolvere il caso.

“Valentina è meravigliosa, una sexy agente di polizia, latina, sempre vestita alla moda, che trasuda la sua sessualità, ma solo per affari. E’ determinata a scoprire il  killer di queste pop star”, spiega Stiller.

Durante tutto il processo di scrittura, Stiller aveva una sola attrice in mente per il ruolo dell’investigatrice intelligente e super-sexy: l’incomparabile Penélope Cruz. “Fin dall’inizio era sempre Penélope. Mentre scrivevamo, mi piaceva immaginarla nelle sue battute con il suo accento. E’ stata una delle prime persone che ho chiamato, e lei ha accettato subito. Ero molto felice, perché non avrei immaginato altra scelta”.

Nata dalle menti dei fautori di sketch comedy Drake Sather e Ben Stiller, l’idea iniziale è nata in occasione di uno sketch per i VH1 Fashion Award del 1996. Ambientata dietro le quinte di un servizio fotografico, la gag metteva in risalto l’eccentricità dei protagonisti facenti parte del mondo della moda. “Drake mi propose il ruolo del modello. Ho pensato che fosse ridicolo, ed è esattamente questo il motivo per cui ho accettato”, ricorda Stiller. “Drake ama il mondo della moda ed ha un’impavida mente comica. Abbiamo finito per fare lo sketck per due anni consecutivi”, ed è stato talmente ben accolto da suggerirne un eventuale lungometraggio.

La strada del ritorno sul grande schermo di Derek e Hansel è stata lunga e complessa, durata 15 anni e che conta diverse incarnazioni.

zoolander  2 c“La realizzazione del film ha necessitato di molto tempo”, spiega lo scrittore / regista / interprete Ben Stiller. “Probabilmente avremmo dovuto fare il suo sequel l’anno successivo l’uscita del film, ma in realtà nessuno è venuto a vederlo al cinema, perciò in fondo non c’era motivo di farne un altro”, ha detto Stiller ridendo.

Uscito nel settembre del 2001 – un periodo difficile a causa degli eventi dell’11 settembre- il film originale non ha sbancato i botteghini. Tuttavia, con l’uscita del DVD si è schierato un esercito di nuovi fan, e gradualmente è diventato un cult. “Era considerato un film superato, underground, un po’ come un disco in vinile!. E’ stato il pubblico a rivendicarne la scoperta e la proprietà”, dice Justin Theroux, che è apparso nel film e ha partecipato alla scrittura del sequel.

I personaggi e gli slogan assurdi del film hanno catturato il pubblico e sono entrati a far parte della cultura popolare. Con la nascita dei social media e delle molteplici piattaforme, questi slogan sono diventati hashtag, e le battute sono state condivise in tutto il mondo. “Mi sono reso conto che nel corso degli anni è impressionante quanto seguito abbia avuto: ovunque io andassi, Europa, Messico o Sud America, la gente si avvicinava chiedendomi di assumere la posa Blue Steel – che tra l’altro non è nemmeno del mio personaggio”, ride Owen Wilson. “Le commedie non sempre traducono un passaggio culturale, ma i personaggi di Derek e Hansel hanno un livello di ridicolaggine che penso la gente apprezzi”, aggiunge.

Le prospettive per un sequel sono state messe in moto nel corso di 15 anni, durante i quali Stiller ha lavorato con molti scrittori comici famosi, tra i quali il suo collaboratore John Hamburg, lo sceneggiatore / regista Nicholas Stoller, ed il collaboratore di Stiller di Tropic Thunder, Justin Theroux. “Poco dopo mi sono convinto che non era possibile. Ma in qualche modo, ad un certo punto tutte le idee hanno preso forma ed è stato inevitabile iniziare a realizzarlo”, ricorda Stiller.

Il lungo periodo di ideazione del follow up di Zoolander, ha dato a Stiller ed al suo team creativo l’opportunità di sviluppare la storia dei personaggi in modo da onorare lo spirito del primo capitolo che il pubblico ha tanto apprezzato. Stiller riferisce: “Miravamo a fare un film all’altezza del primo, per non tradire le aspettative della gente a cui è piaciuto molto. Sono stato onorato del grande seguito che ha avuto il film, e non volevo deludere i fan”.

zoolander 2Stiller, da fan del cinema italiano e di registi leggendari come Federico Fellini e Vittorio De Sica, pensava che l’Italia avrebbe offerto una scenario fantastico per il capitolo successivo. “Ogni volta che vado in Italia la gente mi parla di Zoolander, come se lì ci fosse una sorta di connessione con i personaggi. Mi piaceva l’idea di porre il film in un contesto internazionale per dare una sensazione diversa, e sostenere il concetto di globalità della moda”.

Anche se Milano è considerata la culla italiana della moda, era Roma il luogo ideale per la storia e la produzione del film. “Milano è tradizionalmente considerata il centro della moda forse più di Roma, ma diverse maison di moda hanno proprio lì le loro sedi, come Valentino e Fendi. Roma inoltre è estremamente cinematografica, quindi la scelta era più che giustificata”, spiega il produttore Clayton Townsend.

Ricca di storia e paesaggi visivi, Roma si adattava perfettamente all’estetica visiva ed alla trama del film. “Dopo una pausa di 15 anni, abbiamo ritenuto che Roma offrisse uno scenario tanto grande quanto la reintroduzione della produzione necessitasse. E’ grande e mondana, così ho pensato che sarebbe stato uno sfondo fantastico per il nostro ritorno sulle scene. La trama del film ha uno sfondo mitologico, consono alla profondità della storia di questa città”, dice lo scenografo e produttore Jeff Mann.

Le riprese si sono svolte nell’arco di quattro mesi, nella primavera del 2015 con una troupe composta da un piccolo gruppo di artigiani americani affiancati da alcuni tra i migliori membri dell’industria cinematografica italiana. La lista delle location sembra la lista di un itinerario turistico che comprende alcuni dei più importanti siti storici di Roma: il Foro, il Pantheon, le Terme di Caracalla, Palazzo Venezia, il Museo d’arte contemporanea MACRO, il Tevere, il Palazzo dei Congressi, e i leggendari studi di Cinecittà.

Lo scenografo / produttore Jeff Mann si è spinto oltre ogni limite per il suo approccio ai set ed all’aspetto del film. Per l’esterno grandioso dell’impero di Alexanya Atoz, l’architettura unica del Palazzo della Civiltà ha soddisfatto tutti i criteri. Considerato un’icona dell’architettura fascista, l’edificio è stato commissionato nel 1937 da Mussolini con l’intento di ospitare grandi opere artistiche romane. Interamente rivestito in travertino, il design monumentale e la scala prodigiosa hanno dato uno sfondo perfetto. “L’edificio è molto grafico, austero ed estremo ed era perfetto per rappresentare l’imponenza. Si respira una certa indulgenza in questo scorcio”, spiega Mann.

Naomi CampbellPer non sminuire la grandiosità degli esterni, il Palazzo dei Congressi di Roma è servito per gli interni della Casa di Atoz. Originariamente costruito per l’Esposizione Universale del 1942 ma interrotto a causa della Seconda Guerra Mondiale, gli ampi interni costituivano le location ideali per Mann ed il suo team, per la creazione degli ambienti dal design elaborato di Atoz. “Volevamo concepire un ambiente simile ad un mausoleo per Alexanya, uno spazio enorme dove potesse vivere e creare. In fondo è un’imperatrice”.

E di cosa ha bisogno un’imperatrice della creatività nel suo posto di lavoro? Di un nido gigante da cui dominare l’impero della moda. “Ci piaceva l’idea di dare ad Alexanya un nido dove covare le sue grandi idee”, ride Mann.

Per le riprese sono stati utilizzati alcuni dei siti turistici più famosi di Roma: il Pantheon, che è servito da sfondo per una grande sequenza di inseguimento in cui sono coinvolti un team di motociclisti ed una tra le più famose pop star del mondo; mentre le Terme di Caracalla sono state utilizzate in diverse sequenze per i grandi spazi le sue ampie gallerie sotterranee.

Considerate uno dei siti storici archeologici più monumentali ed imponenti, le Terme di Caracalla sono state originariamente costruite tra il 212-217 d.c, e sono una magnifica testimonianza dell’architettura e dell’ingegneria romana. Il terreno delle Terme di Caracalla è stato trasformato nell’ Incredi-ball, il più grande evento del mondo della moda, dove Derek, Hansel e Valentina seguono segretamente alcuni dei personaggi più influenti del mondo della moda avventurandosi nelle profonde, estese ed oscure gallerie verso ciò che apprendono sia una camera sacrificale.

Mentre alcune scene sono state girate all’interno dei tunnel reali delle Terme di Caracalla, un’ enorme ricostruzione di una volta è stata allestita sul palco degli illustri studi di Cinecittà. Questo leggendario complesso, commissionato nel 1937 da Mussolini, è considerato il fulcro del cinema italiano e ha ospitato alcuni dei più grandi tesori cinematografici del cinema italiano tra cui il capolavoro di Fellini La Dolce Vita. La produzione di Zoolander ha occupato diversi set contemporaneamente, uno dei quali ospitava la più ampia costruzione della produzione: la camera sacrificale. “E’ stata la più elaborata, la più impegnativa in termini di tempo, e racchiudeva elementi antichi e moderni”, spiega Clayton Townsend.

zoolander  2 aSperando in un grande ritorno alla gloria ed al glamour del mondo della moda, Derek e Hansel constatano in prima persona quanto le cose siano cambiate quando appaiono nella sfilata della House of Atoz, con indosso la collezione dello stilista più in voga del momento, Don Atari. Ambientata in una discarica abbandonata di rifiuti ospedalieri che ha richiesto ai ricchi partecipanti la traversata tra i fori all’interno di reti metalliche con il fango fino alle ginocchia, lo spettacolo esprime l’estetica anti-moda dello stilista e tutta la sua sprezzante gloria. “Ci siamo divertiti a combinare tutti questi elementi ed a creare tale livello di assurdità, palesando questo aspetto della moda. L’idea era quella di mostrare quanto tutto sia portato all’eccesso e cammina sulla linea sottile tra ‘Va bene tutto, basta mettere insieme un po’ di roba’ e in realtà metterla insieme in modo molto elaborato”, commenta Jeff Mann.

Con un set imponente fatto di grandi impalcature e giganti condotte fognarie in calcestruzzo che delineano un’ impressionante passerella su di un nastro trasportatore, il Wasteland Show mostra inoltre l’approccio elaborato ma poco brillante di Don Atari alla moda. Mann ha voluto creare un’immagine che sembrava messa insieme senza cura, pur essendo eseguita con estrema precisione e pianificazione. “Rappresenta la dicotomia del suo personaggio: una produzione monumentale che mostra gente adulta in costumi di Halloween sporchi che scendono su un nastro trasportatore.”

Per Stiller e Mann, uno degli obiettivi principali del film è stato quello di andare oltre la portata e le dimensioni delle commedie tradizionali. “Come regista, Ben è un esteta della cinematografia nonostante il fatto che si tratti di una commedia, si sforza di dare un bell’aspetto al film. E’ lì che batte il suo cuore”, spiega Mann. “Il nostro obiettivo era sorprendere il pubblico con questi ambienti dal design estremo in bilico tra la fantasia e la realtà”.

Per la pianificazione dell’aspetto del film, Stiller si è ispirato a vari film italiani del passato. “Ho preso idee da quei meravigliosi film in Technicolor di DE SICA degli anni ’60, con Marcello Mastroianni e Sophia Loren con dei colori ed uno stile particolare”.

“Non sempre ci si aspetta che le commedie abbiano un aspetto formidabile, mirano a far ridere, quindi non necessitano di bellezza e glamour in ogni ripresa. Per questo film invece la follia e la bellezza si mischiano ai costumi, alle luci, alle location e ad ogni singolo dettaglio, perché Ben ha un occhio straordinario e molto gusto”, commenta Penélope Cruz.

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