Fast and Furious non abita più in America, ma anche in Emilia Romagna. Dopo ‘Velocità massima’, il film di Daniele Vicari con Valerio Mastandrea e Ivano De Matteo, nessuno in Italia per 14 anni aveva più realizzato un bel lungometraggio con protagonisti i motori e le corse d’auto. Matteo Rovere l’ha fatto con il suo nuovo film ispirato a una storia vera, “Veloce come il vento”, che vede protagonisti Stefano Accorsi, Matilda De Angelis e con loro Roberta Mattei, Paolo Graziosi, Lorenzo Gioielli e Giulio Pugnaghi.
Al cinema dal 7 aprile, prodotto da Domenico Procacci in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da 01 distribution, ‘Veloce come il vento’ racconta la storia della famiglia De Martino che da generazioni sforna campioni di automobilismo. La passione per i motori scorre anche nelle vene della 17enne Giulia (Matilda De Angelis) che vive con un fratellino depresso dopo la partenza della loro mamma. Anche Giulia è un pilota, un talento eccezionale che partecipa al Campionato GT, con una Porsche 911, sotto la direzione sportiva del padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e Giulia si trova a dover affrontare da sola la pista e la vita.
A complicare la situazione il ritorno inaspettato del fratello Loris (Stefano Accorsi), un ex pilota soprannominato ‘il ballerino’, tossico e ormai totalmente inaffidabile, ma dotato di uno straordinario sesto senso per la guida. Loris e Giulia saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che farà scoprire a entrambi quanto sia difficile e importante provare ad essere una famiglia. Con il valore aggiunto di uno Stefano Accorsi perfetto nel ruolo di Loris De Martino, preso tra fumate di crac e iniezioni di eroina, in Loris, infatti, c’è ancora un’inaspettata voglia di redenzione. Allenerà così la sorella, a modo suo, e metterà in piedi una specie di famiglia anche più solida (e veloce) di prima.
Veloce come il vento è un film “analogico”, spiega Stefano Accorsi, perché “tutte le scene sono state girate dal vivo, senza aiuto del computer in post produzione”. “Ogni curva che raccontiamo in questo film – conferma Accorsi alla presentazione stampa del film a Roma – è vera e l’abbiamo percorsa come si doveva, senza trucchi”.
Il film che inizialmente doveva intitolarsi “Italian Race”, è un degno rivale di ‘Rush’ di Ron Howard, a dimostrazione che anche in Italia si possono realizzare opere ambientate nel mondo delle corse di auto. “Un’esperienza adrenalinica, come una vera corsa automobilistica”, ha raccontato Accorsi che per calarsi bene nel ruolo ha preso lezioni di guida da Paolo Andreucci, rallysta di fama, e per le scene automobilistiche ha guidato una Peugeot 205 Turbo16 Evo2. “Un vero cimelio – ha aggiunto l’attore bolognese – oggetto d’invidia di tutti gli attori del film, in gran parte veri piloti”.
Nella vita quotidiana, Accorsi è invece un automobilista molto tranquillo, come ha confessato: “mi piace guidare in tournée, per godermi le bellezze del paesaggio, ma certo senza pruriti sportivi. Tutt’al più canto, talvolta parlo da solo, come fanno tutti…”.
Per il regista Matteo Rovere, il film ha richiesto una grande preparazione e uno studio preventivo del mondo delle corse e delle droghe. In particolare, il regista ha puntato molto sulla figura di Stefano Accorsi per il quale ha ritagliato un personaggio con una grande voglia di vivere, nonostante tutto quello che gli era capitato e quello che si era iniettato nelle vene: “Loris – afferma il regista – nonostante la sua incapacità a capire preventivamente le conseguenze delle sue azioni, è fortemente aggrappato alla vita”.
“In Italia – continua Rovere – inoltre, non è usuale mettere una donna come protagonista di una storia, proprio al centro del racconto, eppure sfido chiunque a dire che Matilda De Angelis non sia stata all’altezza della situazione”. La giovane attrice, infatti, al suo primo film da protagonista è riuscita ad essere un personaggio credibile ed efficace. Eppure, “quando Matteo Rovere mi ha chiamato per propormi la parte – confessa la stessa Matilda De Angelis – stavo facendo l’esame pratico per la patente”. Dal giorno seguente Matilda si è ritrovata a guidare a 300 km l’ora.