Una buona uscita per una Napoli mai vista.

Arriva al cinema il lungometraggio di esordio di Enrico Iannaccone, vincitore del David di Donatello 2013 per il cortometraggio ‘L’esecuzione’. Una Buona uscita è il titolo del film, una storia grottesca e “feroce” della giovane borghesia napoletana, ricca e strafottente, cinica e asociale. Un mondo solitario e narciso che consuma cibo e piaceri senza alcuna relazione umana reale con il resto delle persone. Anzi usa le persone. L’unica che sembra accorgersi dell’aridità che la circonda è Lucrezia Sembiante, una professoressa di 50 anni, che sebbene terrorizzata dalla vecchiaia e dalla solitudine decide di reprimere le sue pulsioni sessuali e, dopo l’ultimo incontro con lo storico “amico di letto” Marco Macaluso, un felice e spregiudicato imprenditore, cerca di ribellarsi. La scelta la costringerà ad affrontare con maggior violenza la natura delle sue paure e delle sue scelte.

“La Napoli che racconto è quella connivente, che tace, anche sulla violenza in città. Un atteggiamento che passa per gli sguardi, i saluti, e che da napoletano mi fa stare malissimo. Volendo fare gli ottimisti penso che solo un profondo cambiamento culturale potrebbe farci uscire da questa situazione”, afferma Enrico Iannaccone alla presentazione stampa del film che arriva nelle sale cinematografiche dal 5 maggio con Microcinema.

“La Buona Uscita, commedia amara dai toni grotteschi – racconta il regista -, intende anche affrontare con un linguaggio tanto delicato quanto talvolta divertito gli annosi e correlati temi della solitudine e dell’equilibrio interiore. L’impostazione teatrale della recitazione – talvolta ai limiti dello stucchevole – rende i personaggi simili a marionette attive nel teatrino delle relazioni e degli affetti, la cui moralità non può che compromettere la stabilità dei singoli e generare sentimenti di dolore e isolamento. Tramite la vicenda sentimentale che vede coinvolti i due protagonisti Marco e Lucrezia, assistiamo a un percorso di fortificazione emotiva, che nasce dal dissidio interiore di quest’ultimo personaggio. Analizzandolo singolarmente, Marco Macaluso ci appare come un ricco imprenditore dotato di una (forse) congenita disillusione nei riguardi del mondo e degli affetti, che fa di lui un uomo tanto solo quanto equilibrato e gaudente. Da miliardario e spregiudicato, egli sente di poter ottenere l’altrui presenza in qualsiasi momento tramite semplici e (probabilmente) legittimi esborsi. Lo vediamo infatti “riacquistare” la stima di suo fratello, dapprima sottrattagli per teatrali motivazioni moralistiche, con un imponente regalo quale una macchina di lusso; o, ancora, lo osserviamo concupire splendide donne, per poi allontanarle con lo stesso identico sorriso stampato in volto”.

“Il suo atteggiamento verso il prossimo – prosegue Enrico Iannaccone – non sembra poi così dissimile da quello della professoressa Lucrezia Sembiante, donna dalla magmatica attività ormonale e dal conseguente numero olimpionico di partner. La sua posizione affettiva nei riguardi del mondo le ha permesso di non necessitare mai di alcuna relazione statica e di godere di un magnifico e libero rapporto con Marco, basato sull’eterno gioco della spensieratezza. Tuttavia, al cospetto di un’età significativa come quella rappresentata dai sessant’anni, la professoressa Sembiante si trova, senza alcun preavviso, a combattere con un nuovo timore: quello della solitudine. Per questo motivo, decide di sposare un ragazzo che non ama e che probabilmente, a sua volta, si accontenta della compagnia di una donna ben più grande di lui per il terrore di restar solo”.

“Ciò nonostante – conclude il regista -, quando Lucrezia sarà costretta ad assistere all’ennesima vittoria di Marco, riuscito a sfuggire alla finanza dopo la bancarotta fraudolenta con la quale ha chiuso la sua blasonata ditta di pelletteria, il suo atteggiamento nei riguardi della vicenda si fa tatticamente morale. La donna, infatti, terrorizzata dalla scelta sentimentale che ha fatto e dopo aver riconosciuto l’errore commesso nel non seguire Marco a Trinidad e Tobago, decide di denunciare il suo “amore” per il puro gusto di trascinarlo con sé in una vita di dolore. Tuttavia, nel momento in cui Lucrezia si renderà conto di essere impossibilitata a fronteggiare una forza economica e spirituale come quella di Marco, l’unica via possibile di salvezza non potrà che risultare essere la più semplice: tornare a essere ciò che è sempre stata e andare incontro alla vecchiaia, ritrovando serenamente l’atavica consapevolezza dell’insensatezza dei rapporti umani”.

“Tutto è facile, tutto si può fare”. E’ questo il credo di Marco Macaluso, il protagonista, secondo l’attore che lo impersona, Marco cavalli. “Si potrebbe definire un epicureo – afferma l’attore -, se volessimo attribuirgli una sorta di saggezza. Ma più esattamente può dirsi un egolatra, appassionato unicamente al proprio io, oltre lo snobismo che la collocazione sociale gli consente. Nessuna fede: il piacere per il piacere. Una declinazione iper contemporanea e paradossale di un nichilismo di maniera, assolutamente attuale, transgenerazionale e socialmente molto ben visibile. Un personaggio così sfacciatamente libero e rilassato da sovrastrutture etiche, da suggerire a un tempo simpatia e odio, stizza ed empatia. È una maschera di contemporaneità”.

Per Gea Martire, l’attrice che presta il volto a Lucrezia Sembiante, “la vita ti rincorre libera, furiosa, disordinata. Precipita e sommerge come una valanga. Fino alla fine. Mai tentare di bloccarla contando gli anni, le rughe, i fallimenti: si immiserisce, perde la sua epicità. Frena, rallenta e disegna l’unico, irreparabile fallimento: la paura del futuro che, da una certa età in poi, può essere solo prossimo e non più remoto. Lucrezia Sembiante vive liberamente, travolta, fino ai sessant’anni, poi si ferma e si guarda. La vecchiaia la spaventa. Cerca un riparo, sbaglia ripetutamente, per fortuna si ravvede. Rigira lo specchio e va avanti per la sua strada. Ride dell’ignoto e con lui si diverte”.

Nel cast del film co-prodotto con la Mad Entertainment di Luciano Stella, anche Andrea Cioffi, Enzo Restucci, Pino Iadanza, Gennaro Maresca, Luca Saccoia, Peppe De Vincentis e Rita Corrado.

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