Fallen, gli angeli amano la ‘Luce’

L’atteso adattamento cinematografico di FALLEN, il bestseller young adult di Lauren Kate, arriva sul grande schermo con un cast di giovani attori e la regia del pluripremiato regista australiano Scott Hicks. Nel cast che vedremo al cinema dal 26 gennaio, Addison Timlin, Jeremy Irvine, Harrison Gilbertson, Joely Richardson, Lola Kirke, Malachi Kirby, Hermione Corfield e Daisy Head.

Il film ha per protagonista Lucinda “Luce” Price, una diciassettenne molto determinata che apparentemente sembra vivere una vita normale, fino a quando non viene accusata di un crimine che non ha commesso. Spedita al rigido riformatorio Sword & Cross, Luce si trova a essere corteggiata da due ragazzi, ai quali si sente inspiegabilmente legata. Sola e perseguitata da strane visioni, Luce inizia a svelare dei segreti legati al suo passato e scopre che i due giovani sono angeli caduti che si contendono il suo amore da secoli. Luce dovrà far chiarezza nei suoi sentimenti e scegliere da che parte schierarsi in un’epica battaglia tra Bene e Male per difendere il suo vero amore.

Pubblicato nel 2009 dall’esordiente Lauren Kate, FALLEN, edito in Italia da Rizzoli, è arrivato in cima alla classifica dei migliori bestseller del “New York Times” e ha ispirato tre sequel e un prequel che completano la serie. A oggi la saga ha venduto oltre 10 milioni di copie nel mondo, di cui 500 mila solo in Italia, ed è stato tradotto in quasi 40 Paesi.

“Sono felice di aver diretto FALLEN”, afferma Hicks. “Sono stato attratto dalla premessa interessante della storia di Lauren Kate, l’ampia gamma di personaggi straordinari e la storia d’amore senza tempo tra Luce e Daniel. Ho lavorato con un cast eccezionale di giovani molto promettenti come Addison, Jeremy e Harrison, e la straordinaria Joely Richardson”. “La storia di Luce e Daniel ha creato una comunità globale di fan”, dice Kate. “Penso a questo film come a una lettera d’amore per loro”.

Quello che all’inizio ha ispirato Lauren Kate nella scrittura di Fallen è stata una storia che si trova nella Genesi, in cui ci sono angeli caduti che hanno rinunciato al Paradiso per sperimentare l’amore di donne mortali. “Sono una romantica, e volevo scrivere una storia dal punto di vista di una giovane donna che rendesse quell’amore degno di essere vissuto”, dice. “Sono sempre stata toccata nel profondo dall’idea di una storia d’amore con implicazioni cosmiche, che affrontasse grandi tradimenti e passioni e sono felice che tutto questo sia arrivato ad altri attraverso i miei libri. Il pensiero fisso di Luce è rendere possibile un amore impossibile. Si innamora di Daniel ma questo amore finisce, e lei cerca disperatamente di spezzare la maledizione perché crede al valore di quell’amore. La sincerità e la profonda fede nel potere dell’amore sono le sue caratteristiche determinanti. All’inizio, Luce ci appare smarrita e ogni giorno è un ostacolo, ma Daniel è un raggio di sole anche quando si comporta male. Il suo mondo gira attorno a lui, la sua fede nell’amore è ammirevole”.

La lotta tra i due giovani pretendenti di Luce è stato un altro elemento che ha intrigato il regista. “Il rapporto fra Cam e Daniel è uno strano miscuglio: sono legati come fratelli e tuttavia tra di loro c’è anche una profonda rivalità”, dice. “Non rappresentano il bene e il male, sono angeli caduti e quindi in qualche modo sono entrambi dei ‘cattivi ragazzi’, quindi la loro è una sfida per questioni più elevate in un mondo mitologico. Luce ha in questo un ruolo cruciale ed entrambi vogliono affermare il controllo sul suo destino”.

In una storia fantasy come quella di FALLEN non sorprende che gli effetti visivi giochino un ruolo determinante. A capo di questo team di maghi c’è Gunnar Hansen, supervisore agli effetti visivi, che ha dato vita a tutti gli elementi soprannaturali della storia, dai combattimenti in aria alle terrificanti ombre e alle fiamme atroci delle visioni di Luce alle ali leggere degli angeli caduti. Le ali sono state la sfida più ardua. “Le ali sono state una sfida”, dice Hansen, “perché non volevamo fare niente di dettagliato con le piume, ma cogliere quell’idea di energia e di forza che trasporta i personaggi e qualcosa di magico e traslucido che li legasse a tutto l’universo del film. Dovevano essere uniche e originali, ma al tempo stesso risultare coerenti con il mondo del film”.

La prima volta che il pubblico vede le ali è subito dopo l’incendio in biblioteca, quando Luce inizia a dare un senso al misterioso rapporto che la lega agli strani ragazzi perduti della Sword & Cross. Lei salta dal tetto sapendo che Daniel volerà e l’afferrerà. “È una grande rivelazione”, commenta Hansen. “Le ali appaiono come un’effimera essenza luminosa e ogni angelo ha la sua aura che lo trasporta. Le ali devono essere quindi visibili ma anche trasparenti. Durante la scena del combattimento le ali saranno invisibili agli altri personaggi ma visibili a Luce. Il problema era doverle spostare nell’aria durante la lotta e poi farle reagire quando Luce le tocca. Nonostante fossero state realizzate interamente al computer, era molto complicato riuscire a fare in modo che le piume reagissero al contatto e si muovessero in modo realistico”.

Fallen1Le ali non sono state l’unica sfida per Hansen, che ha dato prova delle sue capacità anche con le ombre, le immagini spettrali che svolazzano davanti a Luce come terribili presagi, e con i portali da cui sfociano le immagini e i ricordi delle vite precedenti di Luce. “Abbiamo osservato le animazioni con simulazioni fluide di inchiostro che cade in acqua. Si adattavano perfettamente al tono naturalistico del film perché davano l’idea di una consistenza organica. Abbiamo studiato anche il movimento del fuoco e delle fiamme e il modo in cui si disgregano; volevamo che questi effetti provenissero da una fonte naturale. Il fuoco poi è centrale, perché tutte le tragedie di Luce sono collegate al fuoco, come l’incendio nella capanna, che la porterà alla Sword & Cross, e l’incendio in biblioteca.

“Le ombre sono state progettate interamente al computer”, continua Hansen. “Abbiamo lavorato molto con un programma che ricreasse i movimenti di queste simulazione fluide. Abbiamo provato a realizzare una tecnica che avremmo potuto imitare con il programma e che potessimo controllare – come attraversavano gli spazi e le superfici e come gli attori avrebbero interagito con queste. È stata una grande sfida avere un programma che interagisse con gli attori, ma che mantenesse sempre i movimenti fluidi che ricercavamo, perché il risultato doveva spaventare e allo stesso tempo essere convincente e non sembrare uscito da un film di mostri…”.

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