Un capannone abbandonato, due cadaveri riversi a terra, i riflessi blu dei lampeggianti della polizia, il via vai di poliziotti che isolano la scena del crimine. Il commissario Cagliostro attraversa il luogo del delitto ignorato da tutti: i suoi colleghi continuano a muoversi come se lui non ci fosse. Cagliostro osserva la scena: ne ha viste tante di situazioni del genere in dieci anni di servizio, ma questo caso è diverso da tutti gli altri. Perché questo è il suo stesso omicidio e uno dei due morti a terra è proprio lui.
Gabriella Pession e Lino Guanciale sono i protagonisti di una storia appassionante e mozzafiato che miscela il reale con il trascendentale, un giallo dalle sfumature oscure che induce a riflettere a tutto campo, partendo proprio dai rimpianti, sul senso della vita e la prospettiva della morte. Nel cast anche Antonio Gerardi, Valentina Romani, Fausto Sciarappa, Elena Radonicich, Ettore Bassi, Gaetano Bruno, Cecilia Dazzi, Alessia Barela e Pierpaolo Spollon. Insieme a loro Raniero Monaco di Lapio, Lavinia Longhi, Paola Benocci, Pia Lanciotti, Daniela Scarlatti, Roberto Gudese, Yuliya Mayarchuck, Catrinel Marlon, Federica Girardello, Sandra Franzo, Edoardo Ribatto, Santo Bellina, Massimo Palazzini, Sergio Leone, Tommaso Ragno e Andrea Bosca.
Sei prime serate all’insegna dell’adrenalina e del “noir”. Ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi la serie racconta il percorso investigativo difficile e “straordinario” del commissario Leonardo Cagliostro per scoprire il proprio assassino. Cagliostro è presente a se stesso, ma capisce subito di ritrovarsi ad “esistere” in una nuova condizione. Chi non vorrebbe una seconda possibilità? Chi non vorrebbe poter rimediare ai propri errori? Chi non vorrebbe riuscire a recuperare una grande storia d’amore rovinata da stupide incomprensioni? Il commissario Leonardo Cagliostro questa possibilità la riceve. Ma la riceve da morto.
Durante l’irruzione nel covo di un criminale, qualcuno gli ha sparato e lo ha ucciso. Una porta rossa appare dal nulla per permettergli di andarsene via dal mondo, ma quello che Cagliostro vede sulla soglia lo blocca. Immagini confuse che appartengono al futuro: sua moglie Anna sul punto di essere uccisa da una persona il cui volto è nascosto, ma che Cagliostro intuisce essere il suo stesso assassino. Cagliostro resiste, non oltrepassa la porta, non può e non vuole andarsene dal mondo lasciando Anna in pericolo. Deve indagare sulla propria morte, trovare il suo assassino ed evitare che anche Anna venga uccisa. Nella sua nuova condizione, che pur fatica a comprendere e a gestire, può osservare la vita delle persone in modo diverso e capire cose che gli erano inaccessibili da vivo. Scopre pensieri, emozioni e segreti dei suoi amici e colleghi, che passo dopo passo lo avvicinano alla verità. Anna, sua moglie, è la persona che lo sorprende di più. Da alcuni mesi i due sono separati, ma la loro storia in realtà non è veramente finita e ora continua – in un modo molto diverso – tra delusioni, rivelazioni e atti d’amore fuori tempo massimo.
Cagliostro è morto e, come tale, non può agire materialmente. Ben presto, però, realizza che un collegamento col mondo dei vivi è possibile: c’è una ragazza che può vederlo e sentirlo. È Vanessa, una diciassettenne che scopre di essere una medium. L’incontro con Cagliostro sconvolge la vita della ragazza, ma le regala anche un rapporto intenso con un uomo che – con tutti i limiti del caso – finisce per diventare il padre che lei non ha mai avuto. A sua volta, Vanessa diventa per Cagliostro lo strumento per salvare Anna. Insieme creano una particolare ed inedita coppia d’investigatori. Il percorso che Cagliostro compie è l’occasione per riconoscere gli amici e smascherare i nemici, ma anche per confrontarsi con i rimpianti e gli errori della sua vita. Quello che il commissario deve riuscire davvero a fare è elaborare il proprio lutto, lasciarsi il passato alle spalle e andare oltre quella porta rossa, qualsiasi cosa ci sia al di là. Riuscirà a farlo?
“Alla base della serie La Porta Rossa – affermano gli sceneggiatori – c’è la volontà di combinare un’investigazione classica a un elemento sovrannaturale: ecco così l’idea di un commissario morto che indaga sul suo stesso omicidio, che rinuncia ad andarsene dal mondo e continua a indagare per salvare sua moglie Anna. In questo modo, l’elemento sovrannaturale non solo non indebolisce l’impianto del whodunit, ma il tema della vita dopo la morte può emergere in tutta la sua potenza metaforica. Ne La Porta Rossa è “fantasma” tutto ciò che sta nel passato e che non riusciamo a dimenticare. Sono “fantasmi” anche gli errori commessi, quelli con i quali non abbiamo fatto pace e quelli che invece avremmo preferito commettere. “Fantasmi” sono anche le persone che ci vivono accanto, ma di cui non abbiamo altro che un’immagine fugace e superficiale, quella che decidono di mostrarci o l’unica che siamo interessati a vedere”.
“Ne La Porta Rossa – proseguono Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi – la morte non è raccontata come un momento di chiusura, ma come un’occasione di riflessione e di trasformazione: questo aspetto è incarnato soprattutto nel personaggio di Anna, che fa del lutto un’occasione di crescita, e in quello di Vanessa, che scopre la sua vera identità proprio nel confronto con la morte”.
“La Porta Rossa” è una coproduzione Rai Fiction – Velafilm, per la regia di Carmine Elia, in onda dal 22 febbraio in prima serata su Rai2.