Le caramelle del diavolo a ritmo di heavy metal

Dopo aver riscosso il favore della critica e del pubblico a livello internazionale, The Devil’s Candy arriverà nelle sale cinematografiche italiane giovedì 7 settembre.

devilscandyA pochi giorni dall’uscita di The Devil’s Candy, Youtube ha bloccato la campagna di comunicazione prevista a causa dei “contenuti particolarmente scioccanti” degli spot. Una mossa pubblicitaria oppure no; di sicuro l’atteso The Devil’s Candy, che ha registrato un’incredibile votazione del 92% su 100% sull’autorevole sito Rotten Tomatoes, rappresenta uno dei film più attesi per gli amanti dell’horror.

Jesse, un pittore tormentato da conflitti interiori, la giovane moglie Astrid e la figlia Zooey comprano la casa dei loro sogni, il cui prezzo è sceso a seguito dell’oscuro passato che avvolge la proprietà. La loro vita inizia a complicarsi quando i quadri di Jesse assumono un aspetto demoniaco e lui comincia a sussurrare con la voce del diavolo. Nel frattempo Ray, il figlio disturbato dei vecchi proprietari, sviluppa un’ossessione per Zooey, dopo essere comparso sulla soglia di casa chiedendo di ritornarvi. Appare subito evidente che Ray e Jesse sono entrambi posseduti dalle medesime forze oscure e che la famiglia di Jesse non è al sicuro né da Ray né dal diavolo stesso.

“The Devil’s Candy – afferma il regista Sean Byrne – narra la storia di Jesse Hellman, un giovane padre, nonché artista tormentato, che senza volerlo si lascia tentare dal male e deve quindi tirare fuori le unghie per combatterlo ed evitare che la sua famiglia venga inghiottita dall’oscurità. Il flm riprende il mito dell’incrocio secondo cui il musicista Robert Johnson vende consapevolmente la propria anima al diavolo per diventare il miglior chitarrista blues mai esistito. L’evoluzione di Jesse non avviene in modo del tutto intenzionale, tuttavia l’artista insiste per comprare una casa che si rivela essere infestata. In seguito al trasferimento, si lascia consapevolmente attrarre dal fascino del male per il bene della sua carriera di pittore, esponendo così la sua famiglia alla stessa fonte oscura che lo sta alimentando. Pur presentando delle similarità con il protagonista di Shining, Jack Torrance, Jesse risolve il suo confitto interiore scegliendo la famiglia invece di cedere alle lusinghe dell’oscurità”.

devilscandy 1Il film affronta il tema del sacrificio in senso figurato (famiglia sacrificata alla carriera) e letterale (bambini sacrificati a Satana). “Prendendo spunto dalla tematica del sacrificio affrontata dai classici come Rosemary’s Baby o Il Presagio, – continua il regista – ho voluto donare a The Devil’s Candy una modesta eleganza, prediligendo inquadrature classiche e precise al posto della semplice camera a mano. Miravo dunque ad ottenere un film che fosse al contempo classico e audace, in grado di conferire ai personaggi un pizzico di spessore, così che la realtà stessa emergesse più concretamente. In quest’ottica, essenziali fonti di ispirazione sono stati i fratelli Coen e Tarantino, che hanno saputo combinare un’arte scrupolosa e una sensibilità amplificata. La caratteristica finale che ha contribuito ad infondere una nota peculiare a The Devil’s Candy è stato l’utilizzo della colonna sonora per esprimere la possessione satanica. La musica doveva emergere dal sottosuolo, una musica che l’orecchio comune non era abituato ad ascoltare. Per prima cosa quindi mi sono rivolto alle melodie cupe dei Sunn O))) e del loro doom metal californiano. La loro musica è profonda, profetica, e pervasa da liriche sinistre. The Devil’s Candy è proprio questo… Un’opera tragica”.

Da sempre metal e cultura horror si influenzano a vicenda creando ibridi interessanti tra i quali The Devil’s Candy spicca non solo per la sua strepitosa colonna sonora “made in hell”, ma perché dà luce alla musica stessa che ha ispirato il film attraverso brani di band storiche come Slayer, Machine Head, Ghost ma anche sperimentali come i Sun O))). I fan del rock e della cinematografa horror sono stati lieti di vedere l’horror movie più metal degli ultimi anni, presentato in anteprima
a Midnight Madness di Toronto.

È il sound cupo dei Sun O))) ad aprire la prima sequenza del film facendo da portavoce al demonio: sinistri sussurri svegliano nel pieno della notte Ray, l’inquietante ciccione protagonista di Identità (Identity, 2003) di James Mangold, che afferra la sua chitarra elettrica e inizia a suonare riff ripetuti, ruggiti luciferini che compongono una litania demoniaca. Il crocifisso appeso alla parete si capovolge e quando la madre, svegliata di soprassalto, accorre nella camera lui le fracassa il cranio con la chitarra. La potenza dei pesanti accordi di Sail Into the Black dei Machine Head ha ispirato la “marcia di morte” suonata da Ray in uno stato di trance prima di compiere un omicidio, incipit d’impatto che anticipa come tutti i personaggi di questa storia siano destinati a navigare nell’oscurità. Protagonista è una “famiglia alternativa” composta da Jesse, un giovane papà-metallaro pittore di professione che viene presentato al pubblico intento a dipingere nel suo laboratorio col sottofondo di Am I Evil dei Metallica a tutto volume. Una passione, quella per il metal, condivisa a tutto volume con la figlia adolescente, sotto il sorridente e comprensivo sguardo della moglie Astrid. Quando la famiglia si trasferirà nella casa dove il massacro è avvenuto, Jesse inizierà a sentire delle strane voci e i soggetti dei suoi quadri diventeranno di volta in volta sempre più cupi.

thedevilscandyL’heavy metal è, da sempre, la musica del demonio, vuoi per i testi ribelli quanto per la vita delle stesse rockstar, vuoi per una serie di bigotti luoghi comuni. In The Devil’s Candy il metal non solo fa da colonna sonora, ma diventa l’elemento essenziale della narrazione. Sia nel bene: in quanto passione condivisa tra genitori e figli, nonché mezzo per insegnare che non bisogna per forza adeguarsi alla massa ma ci si può esprimere attraverso un personale look urlando melodie fuori dal coro; sia nel male: come mezzo per evocare potenti forze demoniache pronte a scatenare la loro furia.

La musica diventa l’elemento fondamentale per descrivere o anticipare gli avvenimenti, dal blues dei The Wanton Bishops che rispecchiano l’ottimismo e l’allegria di un’atipica famiglia rock n roll, a quelle più forti dei Goya ritmate dall’head banging di padre e figlia, alle sonorità gotiche senza tempo di The Devil di PJ Harvey che sottolinea quanto sia impossibile fermare l’oscurità attraverso la sua prima strofa “As soon as I’m left alone the Devil wanders into my soul”.

I Ghost, con il loro sound heavy metal molto orecchiabile abbinato ad un look decisamente blasfemo, sono parte integrante del film e, proprio dietro un loro poster, si scorgerà l’alone del crocifisso capovolto mostrato all’inizio del film, mentre un loro pezzo, From the Pinnacole to the Pit, descrive perfettamente la strada verso il basso spalancata delle oscure forze demoniche gli faranno imboccare.

Il finale è il classico dilemma di Goethe: cosa si è disposti a sacrificare in cambio di fama e successo? Jesse si trova in bilico tra un’allettante proposta faustiana e l’amore protettivo per la sua famiglia, un dissidio interiore che non poteva trovare una trasposizione trash metal migliore di You Against You degli Slayer.

Insomma, The Devil’s Candy è un flm dell’orrore atipico, importante e inquietante, che funziona su diversi piani narrativi e nel quale la colonna sonora gioca un ruolo predominante. Uno sconvolgente horror musicale, più spaventoso di un romanzo di Stephen King.

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