I Marvel non parlano più solo americano, mettono da parte l’ironia e presentano Black Panther, il nuovo film dedicato all’omonimo supereroe africano apparso per la prima volta sul grande schermo nel film del 2016 Captain America: Civil War. Diretto da Ryan Coogler e interpretato da Chadwick Boseman, Black Panther arriva al cinema il 14 febbraio, anche in 3D.
Il diciottesimo film dell’universo Marvel è l’adattamento del fumetto di Stan Lee e Jack Kirby che nel 1966 introduceva il primo personaggio nero. La storia attingeva dal fermento politico e dall’ala panafricanista del movimento di liberazione african american e al dibattito allora in atto tra i pacifisti di Martin Luther King e i radicali di Malcolm X.
Black Panther vede T’Challa tornare nell’isolata e tecnologicamente avanzata nazione africana del Wakanda dopo la morte di suo padre, il re del Wakanda, per succedergli al trono e prendere il suo posto come legittimo re. Ma quando un vecchio e potente nemico farà ritorno, il suo ruolo come sovrano e la sua identità come Black Panther verranno messe alla prova e T’Challa sarà trascinato in un tremendo conflitto che metterà a rischio il destino del Wakanda e di tutto il mondo. Costretto ad affrontare tradimenti e pericoli, il giovane re dovrà radunare i suoi alleati e scatenare tutto il potere di Black Panther per sconfiggere i suoi nemici, mantenere il Wakanda al sicuro e preservare lo stile di vita del suo popolo.
Nel film T’Challa può contare sull’aiuto di sua sorella minore Shuri, interpretata dall’attrice inglese Letitia Wright, irriverente principessa e maga della tecnologia. È la seconda in linea di successione per il trono dopo suo fratello ed è anche la persona più intelligente del Wakanda: è la più grande scienziata del Paese ed è dotata di grande abilità nel dare vita alle innovazioni tecnologiche a base di vibranio che alimentano il Wakanda e potenziano l’arsenale di Black Panther.
Il cast del film comprende inoltre l’attore Michael B. Jordan, fisico e volto di Creed, l’erede di Rocky Balboa; la bellissima attrice premio Oscar Lupita Nyong’o; l’agente della CIA Martin Freeman; Danai Gurira, Daniel Kaluuya, la candidata all’Oscar Angela Bassett, il premio Oscar Forest Whitaker e Andy Serkis, noto per le sue interpretazioni del Pianeta delle scimmie. La sceneggiatura del film è firmata da Ryan Coogler e Joe Robert Cole, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nate Moore, Jeffrey Chernov e Stan Lee sono i produttori esecutivi. Tra gli attori, Andy Serkis è magistrale, così come Martin Freeman e Forest Whitaker che danno un notevole contributo all’economia del film.
“È elettrizzante dare vita a questa storia e a questi personaggi – afferma il regista Ryan Coogler -, il film esplora anche le vicende che rendono Black Panther un eroe molto umano”. Il film è molto politico e, a differenza degli altri film degli eroi Marvel, non è incentrato sugli effetti speciali (o almeno avrebbe potuto non esserlo) ma sulla storia e sui dialoghi. In alcuni tratti del film si dimentica addirittura di essere dentro un film Marvel ma piuttosto in uno 007 afro o in un docufilm etnico sui costumi e gli usi dei popoli africani con i loro riti e le loro organizzazioni tribali.
Ma la trama vira sul tema della vendetta e delle scelte nazionalistiche di un popolo isolazionista. Il Wakanda, ricco e tecnologicamente avanzato si nasconde dietro al paravento di un paese arretrato e povero per non essere al centro degli appetiti delle altre nazioni, rischiando di risultare egoista e indifferente ai bisogni degli altri esseri umani.
Ma il tema degli afroamericani è radicato nel film. Il regista Ryan Coogler confessa che quando era ragazzo aveva “molti supereroi preferiti e tutti bianchi. Andavo a vedere i film: gli X-Men, adoro Wolverine, Batman e Superman. Ma non è che pensassi al fatto che Batman era un bianco. Adoravo Batman perché aveva i gadget più gagliardi e un costume da paura. Certo se poi ti fermi a pensarci nessuno di quei personaggi mi assomigliava. È che quando sei appassionato, sei un fan, non ci fai caso. Vorrei che Black Panther funzionasse allo stesso modo”.
Per il protagonista Chadwick Boseman “si tratta soprattutto della contrapposizione fra un africano cosciente delle sue origini e della propria identità e un afroamericano la cui linea genealogica è stata violentemente interrotta dalla diaspora della schiavitù. Un trauma che ogni afroamericano conosce intimamente, io stesso vivo questo conflitto, fa parte della mia personalità e pone inevitabilmente la questione di come rispondere all’oppressione. Chi non è mai stato oppresso saprà reagire in modo diverso da chi ha subito il trauma”.